Igor il Russo, le vittime aiutate dal Fondazione vittime di reato

Con oltre 80mila euro accolte 11 nuove richieste, tra cui quelle della vedova Fabbri e dalla guardia ferita dal killer

Maria Sirica, vedova di Davide Fabbri

Maria Sirica, vedova di Davide Fabbri

Bologna, 20 aprile 2018 – La ‘Fondazione emiliano-romagnola vittime di reato’ ha accolto 11 nuove istanze avanzate dai sindaci di Budrio, Portomaggiore (Fe) e Reggiolo (Re), stanziando un contributo totale di oltre 80mila euro. Le persone che nei primi mesi del 2018 hanno ricevuto un sostegno significato sono in totale 26: 2 uomini, 11 donne e 13 tra bambini e ragazzi.

Tra le richieste d’aiuto anche quelle delle vittime (e dei loro parenti) di Norbert Feher, alias Igor il russo: Maria Sirica, la vedova di Davide Fabbri – il barista di Budrio freddato dal killer serbo –, e Marco Ravaglia, gravemente ferito da Feher nel ferrarese, dopo aver assistito alla morte del compagno Valerio Verri.

Un sostegno dalla Fondazione è arrivato anche alla famiglia di Francesco Citro, 31 anni, ucciso davanti alla moglie e ai due figli dal vicino di casa nella propria abitazione a Reggiolo, il 23 novembre scorso, per rancori che duravano da tempo. Le altre istanze accolte riguardano sei episodi di violenza domestica: un ragazzo che si è ribellato al padre, denunciandolo; cinque donne con figli maltrattate; una giovane che ha rifiutato di prostituirsi; una signora vittima di rapina – aggressione che ha richiesto anche l’intervento chirurgico.

L'ARRIVO IN ITALIA

Sale così a 666 il totale delle vittime di reato aiutate dalla Fondazione, presieduta da Carlo Lucarelli, dal 2005 a oggi (260 donne, 107 uomini, 291 tra bambini e ragazzi). Le istanze accolte, nel complesso, sono state 324, provenienti in larga parte dalla provincia di Bologna (94), mentre i fondi stanziati hanno superato i 2,5 milioni di euro.

La Fondazione lavora in tempi rapidi, dopo la richiesta inoltrata dal sindaco del Comune di residenza delle vittime, e l’aiuto è proporzionato alla gravità del crimine subìto e alle difficoltà da affrontare. La Regione è tra i soci fondatori insieme alle Amministrazioni provinciali: dopo il 2017, anno in cui è diventata socio di maggioranza (in concomitanza della nomina di Lucarelli), la Regione ha deciso a partire da quest’anno di aumentare ancora di più il contributo devoluto alla Fondazione, cresciuto da 90mila a 140mila euro all’anno.

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“Siamo un caso unico tra le Regioni italiane e dobbiamo dirlo con un po’ di orgoglio – sottolinea il presidente Stefano Bonaccini –. Aumenteremo ancora di più il nostro impegno nelle attività della Fondazione nei prossimi anni, ma anche le altre Regioni dovrebbero trarre esempio da quest’esperienza e replicarne il modello. Non vogliamo insegnare niente a nessuno – aggiunge Bonaccini –: si tratta di fornire un sostegno forte a persone in difficoltà. Per questo chiedo a chiunque lo voglia di sostenere la Fondazione, perché dà il senso molto immediato e concreto di fare qualcosa di utile”.

Fra i casi più noti trattati nel 2017, troviamo quello di Gessica Notaro, la ragazza sfregiata con l’acido dal compagno, della coppia di ragazzi polacchi e la cittadina peruviana vittime di violenze sessuali avvenute la scorsa estate a Rimini e di Emmanuel Nnumani, il richiedente asilo nigeriano aggredito a coltellate e poi travolto dall’auto a Marina Centro da una persona affetta da gravi problemi psichici.

L’attività della Fondazione è stata raccontata oggi, nella sala ’20 maggio 2012’ della terza torre della Regione, dal suo presidente, il noto scrittore di gialli Carlo Lucarelli. Una narrazione basata su un copione scritto da lui, con le testimonianze video di alcune vittime di reato aiutate nel corso degli anni. Il tutto, davanti a tantissimi sindaci che hanno già aderito alla Fondazione e altri interessati a farlo in futuro. L’ultima arrivata è l’Unione dei Comuni Terre d’Argine (Modena).

“Siamo convinti che questo modello vada esportato anche nelle altre Regioni – conferma Lucarelli –. La Fondazione nasce da uni spirito tipicamente emiliano-romagnolo, molto costruttivo e caratterizzato dalla disponibilità, ed è quello che possiamo trasmettere anche in altre zone d’Italia. E’ una rete regionale ma anche italiana, perché le vittime sono prima di tutto cittadini del nostro Paese: da altre parti ci sono tante cose positive, ma una rete concreta come questa deve essere rafforzata e il bacino di richieste d’aiuto ascoltate va allargato ancora di più”.

Giarda il video della presentazione: