
Il piano nelle Marche. Open Fiber allo sprint: "La banda ultra larga per 263mila famiglie"
L’acronimo è Bul e sta per banda ultra larga. Sono le autostrade su cui corre la transizione digitale del Paese, reti di comunicazione elettronica in fibra ottica ad alta capacità e soprattutto ad altissima velocità nell’inivio e nella ricezione di dati. Nelle Marche, il piano nazionale Bul viaggia ormai verso la meta sulle spalle di Open Fiber, che si è aggiudicata le tre gare nazionali bandite da Infratel (società in house del del ministero delle imprese e del made in Italy) per realizzare una rete in banda ultra larga in tutte le regioni italiane, in particolare nelle aree dove gli operatori non hanno manifestato interesse a investire. È il piano per la copertura delle cosiddette aree bianche o a "fallimento di mercato", ovvero zone nelle quali gli operatori privati non hanno in previsione di portare la banda ultra larga ad almeno 30 Mbps (megabit per secondo), perché ritenute poco attrattive. La rete realizzata da Open Fiber in queste zone resta comunque di proprietà pubblica, ma sarà gestita e manutenuta in concessione per vent’anni dalla stessa società, che ne curerà la manutenzione, garantendo parità di accesso a tutti gli operatori sul mercato. Nelle Marche siamo ormai allo sprint finale: 195 cantieri chiusi di 217 in programma, oltre 4.330 chilometri di nuovi cavi posati e più di 20 mila Roe (ripartitori ottici) già installati. Il valore del bando è di 109 milioni di euro, 79 già messi completamente a terra e rendicontati. A oggi, dai borghi dell’Appenino fino alle colline del primo entroterra, sono 185 i piccoli e medi Comuni raggiunti dalla banda ultra larga, quindi già in vendibilità per gli operatori privati di mercato: 165 sono collegati con la fibra ottica Ftth (Fiber to the home, fino a 10 gigabit per secondo), mentre altri venti – nelle zone più difficilmente raggiungibili – sono invece dotati della tecnologia wireless Fwa (fixed wireless access).
Il totale delle unità immobiliari collegate e vendibili è di 263mila, delle quali 196mila in Ftth. A queste si aggiunge il collegamento di 1.601 sedi della pubblica amministrazione centrale e locale: si tratta di municipi, stazioni dei carabinieri, biblioteche, ambulatori strutture sanitarie, oltre 350 scuole pubbliche e numerosi musei (ad esempio, il museo del cappello di Montappone, nel Fermano, e il museo della torre di Rocca Leonina a Ripe San Ginesio, nel Maceratese). Ma c’è di più: nel cratere del terremoto Open Fiber ha portato la banda ultra larga anche nelle casette degli sfollati, in particolare nelle aree Sae (soluzioni abitative di emergenza) di undici Comuni. "Grazie alla sinergia con la Regione Marche e i comuni coinvolti oggi la banda ultra larga è disponibile per migliaia di famiglie in tutte le province della regione – spiega Stefano Rigano, regional manager di Open Fiber per le Marche e l’Umbria –. Il nostro lavoro prosegue con slancio e contiamo di terminare il progetto nei prossimi mesi. Si tratta di una rete nuova che abbiamo costruito, grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali, cercando di arrecare meno disagi possibile ai cittadini e riutilizzando infrastrutture esistenti e tecniche di scavo non invasive". "Open Fiber – aggiunge Rigano – è inoltre presente nella regione con un investimento privato di 41 milioni di euro in tutti i capoluoghi di provincia e nei maggiori centri, come Fabriano, Senigallia, Civitanova Marche, Jesi, Osimo e San Benedetto del Tronto. In totale, abbiamo rilegato in fibra ottica Ftth, la stessa delle grandi capitali europee, 135 mila unità immobiliari, case, uffici e negozi". È la parte privata del piano, certo, ma sul territorio incide anche per l’indotto e le ricadute in termini di lavoro e commesse per le imprese del luogo. Un ultimo aspetto riguarda le modalità di lavoro sperimentate da Open Fiber affinché siano meno invasive possibile, dal metodo "No dig" senza scavo a quello della mini trincea larga appena dieci centimetri e profonda dieci. In ogni caso, la società garantisce comunque il ripristino a regola d’arte dello stato dei luoghi, secondo disciplinari tecnici tra i più avanzati.
Open Fiber non è un operatore di rete, ma infrastrutturale, che opera con il modello wholesale only: la società garantisce a tutti gli operatori partner l’accesso alla rete. Per questo i cittadini non devono fare altro che andare sul sito www.openfiber.it e verificare se il proprio civico è coperto. Saranno poi gli stessi operatori a fare le offerte ai cittadini, che potranno scegliere quella più adatta alle loro esigenze.