Impianti sci chiusi, la rabbia del sindaco di Cortina: "Stagione finita, ora i ristori"

Tutto rinviato al 5 marzo. Gianpietro Ghedina: "Nessuno ha avvisato, danni da centinaia di milioni"

Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina (Ansa)

Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina (Ansa)

Cortina d’Ampezzo (Belluno), 15 febbraio 2021 - Modi cortesi e parole impeccabili, ma tanta rabbia. Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, è fuori dalle grazie di Dio per la decisione in zona Cesarini dello stop alla stagione di sci. Che reazione ha avuto? "L’ho appreso mentre mi trovavo a Casa Italia per i mondiali di sci. Uno sconcerto totale, nessuno dei presenti ci credeva. Poche ore prima avevamo concordato con la Regione Veneto l’apertura degli impianti per domani". Eppure gli scienziati del Cts sono decisi. "E' una decisione che giudico eccessiva nel merito e sbagliata nella tempistica. Bisognerebbe chiedere i danni". Nessuna avvisaglia? "Zero, decidere così all’improvviso, poche prima dopo aver ricevuto assicurazioni contrarie è anche mancanza di rispetto verso le istituzioni e i cittadini". Secondo lei almeno il Governo ha compreso la gravità della situazione? "Sul piano dell'emergenza evidentemente sì, ma qui non si rendono conto della complessità della macchhina organizzativa già in moto per l'apertura delle piste e fermata all'ultimo momento. Ci sono contratti avviati, allestimenti degli impianti, esercizi commerciali che hanno fatto acquisti. Un disastro". Tutto rinviato al 5 marzo. "E chi ci crede più? A quel punto la stagione è quasi conclusa. Tutto inutile, è come buttare sempre avanti la palla". Si riuscirà a recuperare? "Poco o nulla, è come dire agli stabilimenti balneari di aprire ai primi di settembre". Ha ricevuto telefonate? "A decine. Mi hanno espresso solidarietà anche il primo cittadino di Jesolo e la sindaca di Riccione. E poi tanti operatori turistici disperati". Si può quantificare il danno per il territorio di Cortina? "Difficile dirlo ora, ma saranno centinaia di milioni". Qual è lo scenario delle difficoltà? "Intanto vedremo le conseguenze anche in futuro con tante aziende che forse non saranno in grado di riprendere a lavorare o dovranno ridurre l'attività. Poi ci sono molte famiglie che contavano sull'impiego stagionale che ora è svanito. La gente deve pur campare. Ci sono figli da mantenere, mutui da pagare, spese quotidiane". E adesso che si fa? "La stagione è compromessa anche se qui a Cortina almeno abbiamo i mondiali di sci che, pur senza pubblico, sono un successo. Serve una copertura adeguata con i ristori. E contiamo nell’impegno del ministro del turismo, Massimo Garavaglia, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti". Le piste di sci sono sicure? "Il protocollo è rigidissimo, sono più sicure che andare a far la spesa o salire sui mezzi pubblici". Gli affollamenti però sono da mettere in conto. "Intanto il protocollo prevede una ruduzione delle presenze al 30%. E poi siamo all'aperto, gli sciatori hanno l'obbligo della mascherina, indossano il casco e magari davanti alla bocca anche una protezione per il vento. E'  veramente difficile ipotizzare contagi".