
In calo la richiesta di prestiti Le aziende attingono dai risparmi
di Vittorio Bellagamba
ANCONA
Le aziende marchigiane preferiscono attingere dai propri risparmi per procurarsi le riserse finanziarie necessarie ad attuare i propri piani di sviluppo e di crescita. La situazione di rallentamento dell’economia mondiale a cui si aggiunge il forte inasprimento del costo del denaro imposto in quest’ultimo anno dalla BCE avrebbero indebolito notevolmente la richiesta di liquidità. Va altresì sottolineato che nel periodo della pandemia molte imprese avevano aumentato i risparmi. Ora, che la remunerazione dei depositi è tra le più basse d’Europa e i tassi passivi superano abbondantemente il 4 per cento, tante aziende trovano più conveniente finanziarsi prelevando le risorse allocate nel proprio conto corrente.
Il quadro di sintesi emerge da un’analisi condotta dalla Cgia di Mestre. Tutto questo ha generato una flessione nel ricorso al credito che nelle Marche è stata enormemente più marcata rispetto ad altre realtà italiane.
La flessione maggiore si è avuta in provincia di Macerata l’unica che ha superato la soglia del 10%. Infatti in provincia di Macerata alla fine del mese di maggio del 2022 i prestiti delle banche alle imprese erano pari complessivamente a 3.343,4 milioni di euro contro i 2.960,7 milioni di euro dello stesso mese di quest’anno con una flessione, quindi, in valori assoluto pari a -382,8 milioni metre in termini percentuali pari a -11,4%. Rilevante la flessione registrata in provincia di Ascoli dove dai 2.278,2 milioni di euro di prestiti di maggio 2022 si è passati 2.080,5 dello stesso periodo di quest’anno con una variazione in valori assoluti pari a -197,7 milioni e in termini percentuali pari a -8,7%. In provincia di Ancona si è passati da un ammontare complessivo di prestiti da parte delle banche pari a 5.284,4 milioni di euro di maggio 2022 ai 4.889,9 milioni di euro di quest’anno con un decremento in valori assoluti pari a -394,5 milioni di euro e in termini percentuali pari a -7,5%. Nelle province di Pesaro e Urbino e Fermo la flessione, in entrambi i casi, in termini percentuali è stata pari a -7%. In provincia di Pesaro e Urbino l’ammontare complessivo dei prestiti bancari a maggio 2022 era pari a 4.548,9 milioni di euro mentre a maggio di quest’anno era pari a 4.230,7 milioni di euro con una flessione pari a -318,2 milioni di euro. In provincia di Fermo l’ammontare dei depositi a maggio 2022 era pari a 1.807,3 milioni di euro e dopo dodici mesi è scesa a 1.680,5 milioni di euro con una flessione in valori assoluti pari a -126,8 milioni di euro.
Tra le province italiane, la più interessata in termini percentuali dal credit crunch che si è abbattuto sul Paese è stata Trieste. È evidente che il ricorso all’autofinanziamento non potrà durare a lungo e con il forte rallentamento dell’economia mondiale in atto corriamo il pericolo di scivolare verso una nuova recessione.
"Alla luce di ciò – sostengono i ricercatori della Cgia – in questi mesi a Francoforte più di qualcuno, attraverso il continuo aumento del costo del denaro, ha "preferito" spingere l’Europa verso una nuova crisi economica, anziché avere una inflazione che le previsioni di fine 2022 la stimavano per l’anno in corso comunque in deciso calo e su un valore medio attorno al 6 per cento".