Incidente a Reggio Emilia, ubriaco al volante. Il papà: "Orjol ha mentito a tutti"

Ardian Hyseni ieri ha attraversato l’Italia, scortando quattro bare bianche: "Aveva promesso di smettere. Ho perso figli e nipote"

Reggio Emilia, 4 novembre 2022 - "Aveva promesso che avrebbe smesso di bere. Lo aveva promesso. Invece ha mentito a tutti". Ardian Hyseni ieri ha attraversato l’Italia, scortando quattro bare bianche, per raggiungere Bari e prendere un traghetto, nel lunghissimo viaggio che oggi porterà lui e la moglie in Albania, a Durazzo. Misura le parole, parla con dignità infinita di quella strage di domenica sera, fra Cadè e Gaida (a Reggio Emilia) in cui ha perso tre figli e un nipote: i fratelli Shane (22 anni), Resat (11 anni) e Rejana (9 anni) e il piccolo Mattias di poco più di un anno.

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A destra il padre e nonno delle vittime. Nel riquadro Orjol Lame
A destra il padre e nonno delle vittime. Nel riquadro Orjol Lame

E oggi darà loro l’ultimo saluto, con rito islamico. Parla di quell’uomo che era al volante, il compagno di sua figlia – Orjol Lame, 32 anni, ancora intubato e in coma farmacologico in un letto dell’ospedale di Reggio – unico sopravvissuto a quello schianto. Clandestino, con qualche piccolo precedente penale, risultato positivo ai test tossicologici, all’alcol e a diversi tipi di droghe; che guidava un’auto intestata a un morto, non assicurata e senza revisione, senza avere una patente valida in Italia.

La Fiat Stilo viaggiava a velocità impazzita e ha sventrato uno stabile sulla via Emilia, fortunatamente vuoto. "Non so come sta, non lo so e non lo voglio sapere. Purtroppo non cambia niente, se si sveglia o meno, nessuno me li riporta indietro. Ha ammazzato quattro bambini. Lo affido nelle mani di Dio", prosegue Ardian. "Se avessi saputo che beveva e che faceva uso di sostanze, non avrei mai lasciato i miei figli con lui. Se l’avessi saputo, sarei andato a prendere tutti. Non lo sapevo... Mia moglie sta malissimo, sta prendendo delle gocce, ma hanno dovuto ancora aumentarle la dose, non si regge in piedi – racconta l’uomo –. Però voglio che di questo incidente si parli. Ne dovete parlare perché si prendano precauzioni e non ci siano più incidenti così. Perché la colpa è sua, ma anche della strada".