CronacaVaccino antinfluenzale 2020, è caos: nessuno sa come fare

Vaccino antinfluenzale 2020, è caos: nessuno sa come fare

Emilia Romagna, via il 12 ottobre. I dubbi di medici di base e farmacie. Per chi è a rischio mancano 386mila dosi

Influenza 2020, caos vaccino (foto Dire)

Influenza 2020, caos vaccino (foto Dire)

Bologna, 30 settembre 2020 - E’ partita in Emilia-Romagna la corsa al vaccino antinfluenzale, gettando nel caos il mondo dei medici di famiglia. Migliaia di cittadini, in questi giorni, stanno assaltando i telefoni dei loro dottori per prenotarsi appena saranno disponibili i vaccini, dal 12 ottobre in poi. Intanto ieri, a Parma, è stato identificato il primo caso di influenza stagionale, in anticipo rispetto agli scorsi anni, che ha colpito un bambino di 9 mesi.

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I medici si troveranno, quest’anno, a reggere un’ondata di richieste di vaccini che, a causa del Covid – prevedono - sarà almeno almeno doppia rispetto all’anno scorso, quando furono 819mila i vaccinati in regione. Il ministero della Salute ha stimato che il numero della popolazione a rischio, che è consigliabile si vaccini, in Emilia-Romagna è di 1.586.694. La Regione ha acquistato 1.200.000 vaccini, aumentabili di altre 240mila dosi. Secondo il calcolo del ministero non coprirebbero, dunque, neanche la popolazione più fragile, fermandosi al 75% circa e non ci sarebbero di sicuro abbastanza vaccini per le altre categorie non a rischio. In più, i medici di base avranno a disposizione la metà del tempo per la vaccinazione, a causa della necessità di distanziare gli appuntamenti per evitare assembramenti.

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La puntura tecnicamente viene effettuata in un paio di minuti, ma occorre restare in pochi in sala d’aspetto prima e dopo, quando si attende che non ci siano reazioni avverse. Sono molti i medici che temono di non arrivare al traguardo perché le operazioni andranno necessariamente a rilento, soprattutto per chi ha studi piccoli. I cittadini, dal canto loro, premono per fare il vaccino a ottobre, prima che arrivi l’ondata di influenza.

Fabio Mario Vespa segretario regionale della Fmmg non nasconde la sua preoccupazione: "Non sappiamo in che giorno consegneranno i vaccini, perciò sono in pochi i medici che rischiano di prendere già ora appuntamenti, perché se non dovessero arrivare sarebbe catastrofico. Ci troviamo con un caos micidiale". A Bologna, la Ausl assicura che i vaccini arriveranno. "Il 5 ottobre inizieremo a consegnarli – spiega Cristina Maccaferri, direttore Cure primarie - entro l’11, li avranno tutti i medici. La macchina organizzativa è già attiva da quest’estate". Il tempo però è davvero poco: mancano solo 12 giorni. "Ci saranno soluzioni personalizzate da parte dei medici, alcune congrue altre no – tira le fila Vespa - e speriamo che questo non comporti una riduzione dell’adesione al vaccino". I medici di famiglia, dal canto loro, sono in apprensione. "Quando ci penso – spiega Maurizio Vacirca – non dormo la notte. Non so come faremo. Io vaccinerò prima chi è a rischio, non so se riuscirò a vaccinare anche le altre categorie". "Le richieste - spiega - sono come minimo duplicate. Sto ricevendo centinaia di telefonate. Spero ci sia la possibilità di recarsi non solo dal medico di famiglia ma anche presso le Ausl".

Una possibilità presa in considerazione anche dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ha annunciato che ci sarà "una presenza della Ausl sul territorio più diffusa, con presidi mobili in particolare nelle zone periferiche della città, a cominciare da Corticella, per prenotarsi per il vaccino antinfluenzale". Un altro problema è determinato dagli spazi: non tutti i medici hanno sale d’aspetto grandi per garantire un distanziamento che non rallenti troppo le operazioni di vaccinazione, oppure le condividono con altri associati. "A chi ci ha segnalato questo problema – assicura Maccaferri - abbiamo dato disponibilità a utilizzare i nostri spazi. Molti medici si stanno organizzando per vaccinare anche il weekend. Da parte nostra c’è la massima volontà di trovare soluzione condivise". A Reggio Emilia, la Ausl si è già mossa e sono state individuate 38 sedi alternative che garantiscono il distanziamento. Le dosi di vaccino, calcolate sui vaccinati 2019, verranno consegnate ai medici in due tranche, la prima corrispondente al 70% del totale e la seconda, a partire dal 20 ottobre, al rimanente 30%, più un 20% aggiuntivo. A Bologna, la Ausl ha richiesto, 245mila dosi. L’anno scorso si sono vaccinati in 163.500, il 91% presso i medici di base.