Infrastrutture digitali: Emilia Romagna ai vertici in Italia

CI sono cinque città (Bologna, Ferrara, Parma, Reggio e Modena) che si piazzano nei primi 13 posti secondo uno studio Ey Digital Infrastructure Index

La mappa delle infrastrutture digitali in Italia

La mappa delle infrastrutture digitali in Italia

Bologna, 11 gennaio 2021 - L'Italia è in sofferenza digitale sia al Nord che al Sud: è quanto emerge scandagliando l'ultimo report 'Ey Digital Infrastructure Index' che analizza il livello di efficienza e maturità delle infrastrutture digitali delle 107 province italiane, prendendo in considerazione sia la diffusione delle infrastrutture Tlc e broadband, sia il grado di digitalizzazione delle altre infrastrutture presenti su un territorio.

L'Emilia-Romagna, però, esce vincente dai risultati dello studio e si piazza ai vertici della top 20 delle città con le migliori infrastrutture digitali. Ben 5 città, tutte dell'Emilia, si piazzano nei primi 13 posti. Bologna è al quarto posto dopo Genova, Milano e Roma, seguono Ferrara al nono posto, Parma al decimo, Reggio Emilia al dodicesimo e Modena al tredicesimo. In tutte le regioni, inoltre, lo studio rivela una disomogeneità di territori anche molto vicini tra di loro sul fronte della digitalizzazione.

Quasi ogni regione ha al proprio interno almeno un’area in forte ritardo. Ma ancora una volta, questo è vero in tutte le regioni ma non in Emilia-Romagna che, insieme all'Umbria, la Liguria e le piccole regioni alpine, costituisce un'oasi felice in cui si riscontra un livello di digitalizzazione omogeneo ed elevato in tutte le province. Il capoluogo, Bologna, fa parte, poi, di un Olimpo dorato (che ospita oltre a Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Genova, Milano, Roma e Cagliari) di città molto avanzate, sia nella connettività che nella sensoristica, che lo studio chiama “metropoli iperconnesse”: sono città metropolitane dove sia gli operatori Tlc che le multiutility hanno investito. Buoni risultati, in questo senso, li raggiungono anche Parma, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì Cesena e Piacenza

Sul versante del livello di infrastrutturazione digitale delle filiere produttive, vale a dire quanto le filiere sono supportate dalle infrastrutture digitali nei territori dove operano, complessivamente, il livello in Italia è assai disomogeneo e circoscritto a poche filiere. Sette filiere, però, superano il valore medio nazionale di infrastrutturazione digitale. Si tratta di quelle filiere (come Technology & Telco e Media & Entertainment) nelle quali pesa fortemente l'alta concentrazione nel territori metropolitani del Nord e del Centro e fra loro c'è Bologna, insieme a Milano, Torino e Roma.

Il report evidenzia anche quali sono i territori che trainano le filiere produttive. Più di metà del territorio italiano (57 province) ha almeno una specializzazione produttiva (cioè contribuisce ad almeno una filiera con un fatturato sopra la media): l'Emilia-Romagna vanta in questa categoria 7 province su 9. In particolare, 16 province sono specializzate in una sola filiera; 12 province, tra cui Modena, hanno un ruolo preminente in 8-12 filiere delle 17 considerate. C'è poi Bologna, affiancata solo da Milano, che ancora una volta vince la leadership: è presente in modo significativo in tutte e 17 le filiere. Anche su questo versante, dunque, l'Emilia-Romagna predomina.

La presenza in più filiere, oltre a indicare un tessuto produttivo ricco e forte, può rappresentare anche un fattore di resilienza in tempi di crisi, perché alcune filiere possono andare meglio di altre e quindi una diversificazione può consentire di reagire meglio alla crisi. Le filiere meno infrastrutturate sono l’Agrifood ed il Retail Food, che scontano una certa concentrazione nelle aree rurali, dove le infrastrutture digitali risultano meno diffuse. Tra le più infrastrutturate quelle che hanno retto maggiormente alla pandemia di Covid-19: Technology&Telco, Media&Entertainment, Farmaceutico e Dispositivi medici.

“È ormai assodato – commenta Andrea D’Acunto, med telco e media & technology leader di Ey - che l’Italia per il rilancio economico debba accelerare sulla digitalizzazione, a partire dagli investimenti sulle infrastrutture digitali, che non si limitano solo a Banda Ultralarga e 5G, ma devono comprendere anche cloud computing, reti IoT e sensoristica. Parte del supporto economico agli investimenti digitali necessari ai territori, che si trovano oggi in una condizione di gap infrastrutturale, può venire dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale per la ripresa e la resilienza, con le opportune differenze: nel caso delle Pmi per la modernizzazione dell’impresa, nel caso delle aziende più grandi per costruire o rafforzare l’ecosistema di filiera”.