Inquinamento Pianura Padana, il lockdown non ha ridotto lo smog

Gli esiti dello studio a cui ha partecipato l'Università di Modena e Reggio Emilia

Scarsi gli effetti del lockdown sulla qualità dell'aria

Scarsi gli effetti del lockdown sulla qualità dell'aria

Modena 2 agosto 2021 - Minori del previsto i benefici determinati dalle limitazioni al traffico veicolare durante il lockdown per quanto riguarda l’inquinamento della Pianura Padana. Lo conferma uno studio internazionale finalizzato alla comprensione degli effetti sui diversi inquinanti che influenzano la qualità dell'aria, coordinato dalla Università di Helsinki in Finlandia cui hanno partecipato ricercatori italiani dell’Istituto di studi sull’atmosfera e sul clima del Centro nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) e del laboratorio Larma dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Ebbene questi studi gettano una nuova luce sulla formazione degli inquinanti atmosferici nella regione padana e sulle loro sorgenti. "I risultati degli studi mostrano - afferma Angela Marinoni del Cnr-Isac - che le ridotte emissioni da traffico portano sì a una forte riduzione degli ossidi di azoto, ma hanno avuto un impatto limitato sulle concentrazioni in massa di aerosol e addirittura a un aumento degli inquinanti secondari, contribuendo a una migliore comprensione di come si forma l'inquinamento atmosferico nella Pianura Padana". A sorpresa gli studi mostrano che, nonostante la forte riduzione della mobilità delle persone e delle emissioni da traffico di ossidi di azoto (ridotte di oltre 30%), "le concentrazioni in massa di aerosol sono rimaste pressoché invariate rispetto agli anni precedenti". Questo fa dire al professor Alessandro Bigi dell’Università di Modena e Reggio Emilia che "la riduzione delle emissioni da traffico ha avuto scarso impatto sulle concentrazioni di particolato, evidenziando l'importanza di altre fonti di emissioni nell'area padana. Caratterizzare accuratamente l’evoluzione di tali categorie di emissioni è di fondamentale importanza per migliorare la comprensione dell’inquinamento atmosferico e ridurre le incertezze nei futuri scenari di qualità dell'aria".