Italia Inghilterra, il prete di Roberto Mancini sposta la messa: "Guardiamo la Finale"

Don Federico Rango a Jesi dove è cresciuto e ha tirato i primi calci il Ct degli Azzurri ha anticipato la celebrazione delle 21 alle 19.30. "Da buoni marchigiani dobbiamo onorare le 3 P: preghiera, pallò e porchetta. Perché è qui che ha iniziato il nostro Mancio"

Il prete della parrocchia di Roberto Mancini sposta la messa per la finale

Il prete della parrocchia di Roberto Mancini sposta la messa per la finale

Jesi (Ancona), 9 luglio 2021 - "Da buoni marchigiani dobbiamo onorare le 3 P: preghiera, pallò e porchetta, vale a dire buon cibo. Il prete non era disponibile per la consueta celebrazione delle 21 per motivi sportivi e allora anticipiamo la messa alle 19,30 per seguire poi la partita nella parrocchia dell’allenatore". A parlare è il giovane don Federico Rango, parroco della parrocchia San Sebastiano a Jesi, quella del Ct della Nazionale di calcio Roberto Mancini, che ha ideato per la finalissima degli Europei la ‘Finale sotto le stelle’.

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"Alle spalle avremo il campo da cui e con esso il quartiere da cui è partito Mancini, davanti (sul maxischermo, ndr) avremo quello che è diventato. Del resto lui è molto legato alle sue origini e al quartiere, e noi tutti ci teniamo a mostrare questa vicinanza. Alcuni ci hanno scritto da fuori regione per chiedere se sia possibile visitare i luoghi di Roberto Mancini – racconta ancora – Io rispondo che non è ancora un Santo".

Roberto Mancini e l'inno d'Italia rivisitato dall'ex 'Bagaglino' Luigi Paoloni / VIDEO

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"Domenica tutti uniti per fare il tifo per la Nazionale del nostro Mancini – è l’invito lanciato da Don Federico sui social network – Anticipiamo la messa delle 21 e la facciamo all’aperto, poi guardiamo il maxi schermo per guardare insieme la Nazionale, a seguire panini con porchetta e cocomero per tutti. Vi aspettiamo, carichi e pieni di voglia di vincere".  

Il maxischermo è allestito proprio tra la parrocchia e il campo di San Sebastiano dove il ct jesino ha dato i suoi primi calci al pallone. Don Federico Rango ha pubblicato il volantino dell’evento intitolato ‘Finale sotto le stelle’ postandolo sui social network e presto è diventato virale. "Per tifare insieme la Nazionale nella parrocchia dell’allenatore" recita l’invito. Perché in fondo lui, Roberto, ha portato proprio il senso di comunità e di famiglia in Nazionale. Nato da una famiglia umile, padre falegname e madre infermiera, proprio nella casa accanto alla parrocchia San Sebastiano, il Mancio è partito dal campo sotto casa e di fianco l’oratorio e ha subito attirato l’interesse di alcune grandi squadre. È stato suo padre Aldo, falegname stimato in città, a iscrivere suo figlio Roberto alla squadra di calcio "Aurora", quella della parrocchia sotto casa. E lo fece mentendo: disse che Robertino aveva sei anni compiuti, età minima per giocare e invece ne aveva cinque.

Mancio ora è più che mai l’orgoglio jesino. C’è grande entusiasmo in città per questo Europeo dove il dna jesino gioca un ruolo determinante. In queste ore la città di Roberto Mancini si sta colorando di volantini, manifesti e gigantografie stampati dal Comune, distribuiti e affissi nei negozi di tutta la città. "Grazie Roberto. Orgoglio di Jesi" la frase che sta diventando un mantra e rimbalzando anche sulle emittenti nazionali e non solo. Sono oltre 600 tra volantini, manifesti e gigantografie stampati dal Comune, distribuiti e affissi nei negozi di tutta la città. E anche per le vie della città: le gigantografie sono state affisse anche al Palatriccoli dove per domenica Comune e Uisp hanno organizzato l’evento clou con tanto di maxischermo.  

Bruno Sassaroli, titolare della boutique St. Michel lungo corso Matteotti e amico personale del Mancio ha affisso due manifesti grandi nelle vetrine e rivela: "Roberto ha saputo costruire una squadra senza avere leader. Ha creato un gruppo. In questi giorni noi amici gli siamo vicini mandandogli dei messaggini nella chat Whatsapp che abbiamo, solo per dirgli grazie per le emozioni che ci regala e per dirgli che è un grande. Lui ringrazia e sembra tranquillo e concentrato. Le partite le seguiamo, ormai anche per scaramanzia, al ristorante Lady Green di Moie dove andiamo spesso anche con lui".