ArchiveLa fabbrica di bufale sul Covid. Fake news: un business da migliaia di euro

La fabbrica di bufale sul Covid. Fake news: un business da migliaia di euro

Dalle cure con la vitamina C al rischio vaccini: boom di siti web che diffondono informazioni distorte. Il cacciatore di fake news: "Canali istituzionali ed esperti, solo così riusciremo a battere i manipolatori"

Una manifestazione di negazionisti

Una manifestazione di negazionisti

Prima di vaccinarmi contro il Covid-19 devo fare l’esame del sangue per essere sicuro di non avere già gli anticorpi? Falso. I vaccini mRNA per il Covid modificheranno il Dna umano? Falso. Assumere tanta vitamina C previene il contagio da nuovo Coronavirus? Falso. Sono alcuni esempi delle fake news che hanno inondato social e chat, ingannando e spaventando milioni di persone, in questo anno e mezzo di pandemia. Sul sito del ministero della Salute ci sono otto pagine con le principali teorie del complotto legate al virus. Oltre 50 milioni di italiani (il 99,4% degli adulti) hanno cercato informazioni sul virus. Nel report Censis, in vetta alle fonti consultate i media tradizionali (tv, radio, stampa col 75,5%), ma il web e i social avanzano (51,8%). Questo sovraffollamento comunicativo, oltre all’incertezza e al terrore delle persone, rappresenta terreno super fertile per i siti che diffondono bufale nel mondo.

Esiste un importante business dietro l’ondata folle delle bufale, con guadagni di migliaia di euro da parte degli hoaxer, i mistificatori. "Certo – risponde David Puente, uno dei più importanti cacciatori internazionali di fake news e responsabile fact checking di Open.online –, coloro che ci lucrano sono ’cani sciolti’ che si aiutano a vicenda, promettendo soluzioni facili e screditando il sistema. Il concetto è ’il farmaco dello Stato arricchisce i Big Pharma, fidati del mio prodotto sano e sarai protetto senza rischi’.

Il guadagno arriva dalle pubblicità sui siti, grazie alle migliaia di iscritti; dagli abbonamenti che vengono sottoscritti per seguire l’opinione del guru; dalle vendite dei prodotti, spesso integratori. Ognuno fa per sé, ma insieme si sostengono, perché su 10mila seguaci del ciarlatano X, 5mila seguono anche il ciarlatano Y, diffondendo così le teorie del complotto". Dall’inizio della pandemia all’aprile 2021 Facebook e Instagram hanno rimosso più di 18 milioni di contenuti per la violazione delle policy sulla disinformazione e sui danni legati al Covid-19. News Guard, centro di monitoraggio della disinformazione sul Coronavirus, ha individuato nel mondo oltre 447 siti che immettono nelle piazze comunicative virtuali fake news, per un traffico di oltre 15 milioni di pagine visitate. Di questi, 41 sono in Italia (in testa gli Stati Uniti con 274 siti, poi la Francia con 57, la Germania con 41 e il Regno Unito con 20).

Le bufale si costruiscono principalmente in tre modi: il contenuto viene inventato di sana pianta, spesso con narrative alternative classiche (dal nuovo ordine mondiale, alle scie chimiche, passando per i potenti della Terra); una notizia vera viene tradotta male da un’altra lingua; viene estrapolata solo una parte di un fatto vero, stravolgendolo. Il report annuale degli 007 italiani rivela che "la pandemia da Covid ha fatto registrare un’impennata di campagne disinformative e fake news" e si sono dilatati i "margini di intervento per attori ostili propensi all’uso combinato di più strumenti a fini manipolatori e d’influenza". L’intelligence segnala il "ricorso all’utilizzo, da parte dei principali attori ostili di matrice statuale, di campagne disinformative e attacchi cibernetici, volti a sfruttare l’onda emotiva provocata dalla crisi sanitaria, nel tentativo di trasformare la pandemia in un vantaggio strategico di lungo termine". Nell’anno del Covid sono aumentati del 20% gli attacchi cibernetici contro assetti rilevanti per la sicurezza nazionale.

E come possiamo difenderci dallo tsunami delle fake news? "Durante questa pandemia ho ricevuto circa 80 messaggi al giorno – conclude il 38enne the bunker – di persone disperate perché il papà o lo zio non volevano vaccinarsi dopo aver ricevuto un messaggio allarmante su WhatsApp, oppure non intendevano indossare la mascherina perché ha i vermi, tema di un video folle diffuso on line. Fare ricerche da soli è complesso, perché anche Google spesso è fuorviante. Sul web esistono diversi canali di fact checking a cui chiedere aiuto. Poi consiglio di rivolgersi a siti istituzionali o esperti, come i medici di famiglia".