"La quarta ondata Covid sarà diversa. Ci salveremo dal boom di ricoveri"

Il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: contagi in aumento, ma anziani e persone fragili sono protetti dai vaccini

Covid, una donna riceve una dose di vaccino (Ansa)

Covid, una donna riceve una dose di vaccino (Ansa)

"Grazie ai vaccini eviteremo il sovraccarico delle terapie intensive". Per Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, la quarta ondata sarà diversa dalle altre.

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Professore, tra poche settimane la variante Delta diventerà dominante. Dobbiamo aspettarci oltre 50 mila casi giornalieri come in Inghilterra?

"La variante Delta è molto contagiosa e i casi aumenteranno in maniera rilevante. Ma è difficile fare stime".

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Che differenza ci sarà rispetto alle precedenti ondate?

"L’impatto su ospedalizzazione, ricoveri in terapia intensiva e decessi sarà più contenuto, grazie alle coperture vaccinali soprattutto di anziani e fragili".

Quindi la curva di contagi e quella dei ricoveri non viaggeranno più all’unisono?

"Sì, ci saranno meno ricoveri, ma il numero sarà comunque proporzionale alla circolazione del virus: ovvero a parità di altre variabili, meno circola il virus e minore sarà l’impatto sugli ospedali".

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Grazie ai vaccini eviteremo il sovraccarico delle terapie intensive che si è registrato nelle scorse ondate?

"Sì, perché anziani e fragili sono ormai protetti per la maggior parte. Ma l’attenzione ora si sposta sulle fasce di età intermedie (40-60 anni) non ancora vaccinate, o coperte da una sola dose".

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Chi colpisce la variante Delta?

"Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, dall’11 giugno all’11 luglio sono stati registrate oltre 27.000 nuove diagnosi di Sars-Cov-2, di cui oltre l’80% in soggetti di età compresa tra 12 e 59 anni, in particolare in quelli non vaccinati. Contagi verosimilmente attribuibili in gran parte alla variante Delta, tenendo conto della sua progressiva diffusione nel nostro Paese".

È vero che chi ha fatto una dose rischia di infettarsi ugualmente?

"Per quanto riguarda la variante Delta, che si sta progressivamente diffondendo, una sola dose di vaccino ha un‘efficacia ridotta sulla malattia sintomatica rispetto alla variante Alfa. Non è, invece, ancora chiara l’efficacia nei confronti dell’infezione, che secondo dati israeliani potrebbe essere un po’ scesa rispetto alla variante Alfa, anche dopo aver fatto la doppia dose. In ogni caso il rischio di contagiarsi, con il ciclo vaccinale completo, si riduce. Inoltre l’efficacia del ciclo completo rimane superiore al 90% sulle forme gravi di malattia".

Chi è vaccinato e contrae ugualmente il virus può contagiare le altre persone?

"Sì, perché anche il ciclo vaccinale completo non protegge al 100% dall’infezione".

In che misura?

"Gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità documentano una protezione dell’88% con il ciclo completo e del 71% con la dose singola. Di conseguenza, circa il 10-12% di chi ha fatto la doppia dose e quasi il 30% di chi ha fatto una sola dose possono infettarsi e, di conseguenza, infettare gli altri".

I vaccini proteggono tutti alla stessa maniera dalla variante Delta?

"Secondo i dati del Public Health England, sia con il vaccino Pfizer-BioNTech che con il vaccino AstraZeneca, a ciclo completo, si raggiungono percentuali di efficacia superiori al 90% nei confronti della malattia severa, delle ospedalizzazioni e dei decessi, una volta concluso il ciclo vaccinale".

Tra gli over 50 i non vaccinati sono circa 4,4 milioni. È un numero che ci deve spaventare?

"Spaventare no, preoccupare sì. Perché l’impatto sugli ospedali dell’aumentata circolazione del virus sarà in ogni caso inversamente proporzionale al numero di over 50 non vaccinati con ciclo completo".