Liberazione, 25 aprile tra cerimonie e ricordi. "Spietate le vendette dei tedeschi"

La testimonianza di Carlo Gaggioli, un 92enne che visse quei giorni nel Modenese. Ecco gli appuntamenti in Emilia Romagna e Marche

Liberazione, 25 aprile tra cerimonie e ricordi. "Spietate le vendette dei tedeschi"

Liberazione, 25 aprile tra cerimonie e ricordi. "Spietate le vendette dei tedeschi"

Modena, 25 aprile 2022 - Uno dei suoi vini di punta si chiama Benessum, che tradotto dal dialetto vuol dire benissimo. Sarà un caso, ma quando qualcuno chiede a Carlo Gaggioli, 92 anni a maggio, come sta risponde sempre "benissimo, grazie". Preferirebbe parlare di rossi bolognesi e pignoletto, ma non si tira indietro se gli si chiede di ricordare i giorni della Liberazione. Lui, allora ragazzetto 14enne, fu testimone della guerra sul fronte della Linea gotica a Montese di Modena, suo paese natale, prima di laurearsi in Veterinaria a Bologna dove poi ha trascorso tutta la sua vita professionale, 45 anni, come medico veterinario dell’Usl a Zola Predosa. Clic, e l’uomo del Benessum riavvolge il nastro dei ricordi.

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Dove si trovava il 21 aprile, giorno di Bologna liberata?

"Ero tornato con mia famiglia a Montese anche se la nostra casa era rasa al suolo. C’era rimasto poco, avevano rubato ciò che era rimasto fra le macerie, perfino un gruzzoletto di soldi nascosti in cantina".

Quando sapeste di Bologna?

"Montese era stata liberata il 16 aprile da brasiliani della Forca Expeditionaria Brasileira (FEB) e americani del 27esimo battaglione di artiglieria da campagna. Tedeschi e fascisti tutti fuggiti. Dopo due o tre giorni sapemmo di Bologna attraverso i racconti del soldati brasiliani che ancora stazionavano da quelle parti, da alcune persone che salivano dalla pianura e in parte dalle trasmissioni radio. Io ero convalescente".

Per cosa?

"Prima di trasferirci da sfollati in una casa di campagna, la nostra abitazione di Montese era stata bombardata dagli Alleati. Io rimasi ferito dalla scheggia di una bomba americana che porto ancora in una gamba".

Come successe?

"Era la sera del 20 febbraio 1945, io, la nonna e mio padre Luchino, titolare dell’agenzia del Consorzio agrario, eravamo davanti al camino acceso. Il resto della famiglia era già al sicuro oltre le linee tedesche. Ricordo una luce accecante, un rumore pazzesco e la casa che crollava. Ci salvammo perché i mobili del primo piano fermarono parte dei muri sbriciolati creando una intercapedine".

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Come fu il suo 25 aprile 1945?

"Il paese, teatro di battaglie durate giorni, era completamente distrutto, i morti anche fra i civili erano decine. La gente però era felice per la fine della guerra. Tutti sorridevano nonostante i lutti, il dolore, le devastazioni. Quel giorno mio padre con quel poco che avevamo organizzò un pranzo con tutta la famiglia riunita. Facemmo festa fra le macerie di casa nostra".

Le immagini di quei giorni che non ha mai dimenticato?

"Le strade piene di morti di soldati brasiliani e tedeschi nelle zone intorno a Montese. La battaglia di Ronchidoso come altre li intorno furono massacri infiniti".

Cosa ricorda dei soldati alleati?

"Con la popolazione erano gentili e generosi. I brasiliani regalavano cioccolata a noi bambini e ci facevano giocare con le baionette. Poi ci chiedevano di portare da loro le ragazzi del paese".

Dell’occupazione tedesca?

"I soldati non fecero del male in modo gratuito alla gente. Ma erano spietati con le vendette in funzione anti partigiana. Alcuni militari dormivano a casa nostra. Un giorno portarono un capitano ferito. Disse ai miei familiari: ‘Io muoio, per favore lavatemi, toglietemi il sangue e me andrò sereno’".

Quando oltrepassaste il fronte?

"Poco prima della liberazione di Montese i tedeschi concessero a me mio padre e la nonna di raggiungere il resto della famiglia. Ci dissero: andate, ma sappiate che la Germania ha un’arma segreta, una bomba, che vi ucciderà tutti".

Si moriva anche dopo la Liberazione.

"Le mine sparse nell’area del fronte fecero molte vittime anche nei mesi successivi la fine del conflitto. Il medico del paese, Pio Cuoghi, saltò proprio su una mina mentre andava a soccorrere un uomo rimasto ferito in una precedente esplosione".

La giornata di voi bambini?

"C’era poco tempo per giocare. Aiutavamo gli adulti a far ripartire la vita. A mezzogiorno portavamo il cibo ai muratori impegnati a ricostruire le case. E davamo una mano al parroco".

Poi lei riprese a studiare.

"Sì, e prima di laurearmi a Bologna ebbi come insegnanti due sacerdoti che hanno fatto la storia. A Monteombraro di Zocca, dove terminai le scuole medie uno dei miei insegnanti fu Don Zeno Saltini, fondatore della comunità di Nomadelfia. Al liceo Minghetti, a Bologna, ci faceva lezione anche padre Olinto Marella, che tutti ricordano seduto con cappello in mano all’angolo di via Orefici".

Gli appuntamenti di oggi in Emilia Romagna

Fittissimo il programma degli eventi legati oggi al 25 aprile, giorno in cui l’Emilia Romagna assieme all’Italia intera ricorda la Liberazione dall’oppressione nazifascista. A Monte Sole, cuore nevralgico da sempre delle iniziative e fulcro del ricordo della terribile strage di Marzabotto (il parco naturale di Monte Sole si estende sui Comuni di Marzabotto, Grizzana e Monzuno, in provincia di Bologna), alle 10.30 sarà il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, a tenere il discorso ufficiale. Saranno presenti anche Heiko Dornstedt, responsabile dell’ufficio locale di Vegesack,  il giornalista Paolo Berizzi e lo scrittore Paolo Nori. Poco prima verranno deposte le corone di fiori al Sacrario dei Caduti. A Bologna, in piazza  del Nettuno, il tradizionale alzabandiera con picchetto militare d’onore e deposizione delle corone al Sacrario dei caduti partigiani. Non ci sarà il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ieri ha comunicato di essere risultato positivo al Covid. A Gattatico invece, in provincia di Reggio Emilia, ci sarà la festa del ’25 aprile a Casa Cervi’, con interventi, tra gli altri, di Ferdinando Pappalardo (vicepresidente Anpi nazionale) mentre a Ravenna alle 11 in piazza del Popolo cerimonia con deposizione di corone alla lapide dei partigiani caduti, con interventi delle autorità e di rappresentanti dell’Anpi; partecipa l’assessore regionale Andrea Corsini.  A Ferrara, sempre alle 10 in piazza della Cattedrale, deposizione di corone al Sacrario dei caduti per la libertà alla Torre della Vittoria, da parte delle autorità e delle associazioni partigiane. Presenti l’Anpi  e il sindaco Alan Fabbri.

Paolo Rosato

Gli appuntamenti di oggi nelle Marche

Tante le iniziative oggi nelle Marche per celebrare la Liberazione dal nazifascismo. Il Comune di San Severino e il comitato provinciale dell’Anpi di Macerata promuovono alle 11, davanti al teatro Feronia, il corteo verso il monumento della Resistenza, con l’inaugurazione del restauro. Interverrà il restauratore Emanuele Ticà. Dalle 9.30, a Macerata, cerimonia di deposizione della corona di alloro al monumento di via Cioci, con prefettura, Comune, Anpi e istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea. (monumento ai caduti). Sarà Colle San Marco la meta preferita dagli ascolani per la Festa della liberazione. Per l’occasione il Comune mette a disposizione per chi volesse raggiungere il pianoro un bus navetta gratuito. A Fermo alle 11, in Piazza del Popolo, l’apposizione della corona d’alloro sulla lapide della Resistenza. A Pesaro il 77° anniversario della Liberazione si aprirà con la messa in memoria dei caduti alle 9 al Duomo. A seguire le deposizioni delle corone, prima al Sacrario di piazzale Collenuccio, poi alla Cappella votiva di S.Ubaldo. Il corteo si sposterà poi verso il Monumento della Resistenza. A Urbino: raduno alle 10 di fronte alla sede del Comune, per creare il corteo e avviarsi alla deposizione delle corone d’alloro sui cippi commemorativi tra il centro storico e viale Bruno Buozzi. Ad Ancona, alle 10.30 in Piazza IV Novembre (Monumento ai Caduti), cerimonia di resa degli onori ai Caduti a cura del Comando Scuole della Marina Militare. Alle 11 da piazza IV Novembre a piazza Cavour corteo e manifestazione. Previsti gli interventi del sindaco Valeria Mancinelli e di Tamara Ferretti del Comitato Nazionale Anpi e presidente di Ancona.