Long covid, sintomi ed effetti dopo il virus: fiato corto e depressione

Tanti pazienti guariti lamentano sintomi per mesi. Danesi (Pneumologia): "Succede soprattutto a chi è stato ricoverato a lungo"

Covid conseguenze, fiato corto e depressione

Covid conseguenze, fiato corto e depressione

Ravenna, 23 dicembre 2021 - Difficoltà a respirare, fatica, alterazione del gusto e dell’olfatto. Nei casi più gravi arriva anche la depressione, assieme alla sensazione di non riuscire più a fare ciò che si faceva prima. Il Covid passa, ma si lascia dietro alcune conseguenze: è il ‘long Covid’, letteralmente ‘lungo Covid’, una condizione che una grossa fetta di persone contagiate ha sperimentato o sta sperimentando.

Gianluca Danesi, specialista in Pneumologia a Ravenna all’ospedale Santa Maria delle Croci
Gianluca Danesi, specialista in Pneumologia a Ravenna all’ospedale Santa Maria delle Croci

Depressione

Di long Covid soffrono soprattutto coloro che hanno faticato maggiormente a superare la malattia nella fase acuta. E il grande problema è anche psicologico: "Chi resta in ospedale per più di 15 giorni fa più fatica a recuperare – dice Danesi –. C’è anche il problema di chi è stato per tanto tempo Terapia intensiva con la ventilazione, e va incontro al ‘Post intensive care syndrome’: si è visto che la maggior parte cade in depressione, e aumenta anche la percentuale di suicidi".

Molti non riescono più a lavorare come prima

Al momento la Pneumologia di Ravenna ha visitato 130 pazienti con la sindrome da long Covid: si tratta perlopiù di persone di mezza età, più donne che uomini. "Molte visite le faremo a gennaio perché stiamo aspettando un nuovo spirometro – spiega Danesi –. Spesso viene fatto il test dei 6 minuti, in cui il paziente deve camminare con un saturimetro al dito per vedere come reagisce allo sforzo. Spesso le persone si rivolgono a noi anche perché non riescono più a lavorare come prima, e hanno la necessità di farsi riconoscere questa difficoltà".

Fatica e riduzione di motivazione

Tra i sintomi più comuni c’è anche la fatica, o per essere più precisi l’inglese ‘fatigue’: "Non è semplicemente stanchezza, ma un esaurimento insormontabile e inesorabile – aggiunge Danesi –, uno stato costante che riduce energia, motivazione e concentrazione. A un anno dalla malattia il 60% continua ad averlo". A detta di Danesi invece le alterazioni del gusto sono più facili da risolvere, grazie a protocolli come la ginnastica olfattiva che prevede di annusare odori molto forti uno dopo l’altro per 5 minuti ognuno tutti i giorni mattina e sera per 15 giorni.