Le Marche rischiano l'arancione: Ancona chiusa non basta

Domani il verdetto per i colori: Acquaroli e Saltamartini sperano di restare gialli, da Roma arrivano segnali di possibile arancione

Il governatore Francesco Acquaroli e il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli

Il governatore Francesco Acquaroli e il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli

Ancona, 18 febbraio 2021 - L’impresa non è proclamata ma pare possibile per Acquaroli e Saltamartini: Regione Marche in giallo con la provincia di Ancona al suo interno in versione rossa. "Noi abbiamo ad oggi come regione gli stessi numeri di contagio della zona gialla delle ultime due settimane", dice l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. "Diciamo che con questi parametri ospedalieri e la frenata dei contagi nella settimana dall’8 al 14 febbraio dovremmo rimanere in giallo. I dubbi dipendono dalla variante inglese", aggiunge l’assessore. E il governatore Acquaroli aggiunge: "Non ci aspettiamo restrizioni da Roma domani". Ma da Roma arrivano invece segnali diversi: le Marche rischiano (e tanto) di tornare arancione. Comunque sia, nonostante il dilagare della variante i casi sono calati nelle Marche di 12 unità.

Colori regioni: chi rischia la zona arancione Ancona zona rossa? Si decide nel fine settimana

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Covid: scoperta proteina che rileva il rischio di mortalità Abbastanza per far dire ad Amerigo Varotti la posizione critica di Confcommercio Marche Nord: "Con i ristoranti chiusi o aperti solo a pranzo i contagi rimangono uguali, quindi l’importante è che non si facciano decisione all’ultimo secondo come per gli impianti sciistici. Sarebbe comunque assurdo penalizzare tutto il territorio per una sola provincia". Prima della scadenza dell’ordinanza di Acquaroli su Ancona una decisione si dovrà prendere. I numeri fanno sperare una colorazione gialla perché il sud marchigiano ha un contagio molto limitato. E l’incidenza di Macerata e Pesaro Urbino è al di sotto della soglia delle Marche. «Non possiamo far pagare a tutti la Regione la situazione di sette-otto Comuni di Ancona", dice Filippo Saltamartini. Con sullo sfondo l’idea di allargare le responsabilità dei sindaci che per il momento hanno chiuso scuole, ridotto eventuali focolai e limitato gli spazi pubblici. Gli stessi sindaci che aspettano i dati delle prossime 48 ore per chiedere il prolungamento della ordinanza di chiusura di Acquaroli.

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O per essere più chiari: fintamente in rosso, visto che alla fin fine il divieto dell’ordinanza è solo di entrata e uscita. Mentre i comportamenti possibili nella Provincia sono rimasti quelli della zona gialla. Non ha tutti i torti chi parla di una specie di lazzaretto dove tutto è possibile, purché non si superino i confini. Non si ferma per niente l’economia del capoluogo se non vietando il trasferimento dalle altre province: bar, ristoranti, negozi e supermercati rimangono aperti ed operativi come lo sono stati nelle ultime due settimane di zona gialla. Non sono scattate micro zone rosse di nessun tipo, se non piccoli divieti per i parchi e le piazze anche a Sassoferrato, Comune da record ben al di sopra dei 260 casi su centomila abitanti. «L’obiettivo della Regione è che la variante inglese che ha conquistato Ancona, Castelfidardo, Osimo e Sirolo verso la costa, Sassoferrato e Fabriano verso l’Umbria non dilaghi nelle altre province. Meglio l’assurda coabitazione che potrebbe continuare anche dopo il fine settimana, visto che l’Rt è ancora di pochissimo sotto l’1 e i numeri dei contagi totali sono calati. La differenza tra Ancona e le altre province rimane evidente anche nei numeri di ieri. Sono 471 i positivi al coronavirus emersi tra le nuove diagnosi nelle Marche nelle ultime 24 ore. Rimane alto il numero dei decessi: 17.