Marche: ipotesi micro zone arancioni. Variante inglese, siamo circondati

Da una parte l’Umbria blindata, a nord Rimini con un boom di casi e a sud Ancona, epicentro marchigiano del virus. Acquaroli: "Provvedimenti mirati per difendere la permanenza in ’giallo’"

Un tampone (foto d'archivio Calavita)

Un tampone (foto d'archivio Calavita)

Ancona, 11 febbraio 2021 - Sono solo zone rosse o addirittura presunte tali, ma bastano per preoccupare la provincia delle Marche più martoriata dal Covid. Basta dare uno sguardo alla cartina e si scopre che la provincia di Pesaro e Urbino confina con Perugia, dove da due giorni è scattata una zona rossa avendo più di metà dell’Umbria un’incidenza di casi positivi a quota 355 casi su centomila abitanti. E’ attualmente la seconda zona rossa dopo il disastro prolungato dalle scelte autonome di Bolzano che ha toccato addirittura 850 casi.

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Ma il quadro geografico propone – anche con dati rilevanti (311 casi) – la provincia di Rimini a nord. E la provincia di Ancona a sud. Inoltre in tutti e quattro territori sono presenti casi della variante inglese che rappresentano la metà di quelli individuati. Per farla semplice basta sottolineare che il Gores nel comunicare i 421 nuovi positivi delle Marche sottolinea che ben 224 provengono da Ancona. Molti di più rispetto agli 83 di Pesaro e Urbino ed ai 60 di Macerata. Al di là dei dati giornalieri è la media di incidenza di Ancona con 230 positivi per centomila abitanti che preoccupa gli esperti essendo stabile da tre settimane.

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Intrecciata con il boom della variante inglese nei Comuni di Sirolo, Loreto, Osimo, Castelfidardo e Jesi, questa situazione renderebbe possibile anche un intervento straordinario come Perugia. Ma il presidente delle Marche Francesco Acquaroli ha il freno a mano tirato da alcuni giorni. In Regione si stanno ipotizzando microzone arancioni, se non proprio rosse, insieme a controlli serrati delle forze dell’ordine laddove il virus rischia di andare fuori controllo. "Vogliamo in tutti i modi mantenere la fascia gialla – dice Acquaroli – quindi, se necessario, adotteremo provvedimenti nelle zone dove il virus è maggiormente presente".

Per esempio Ancona, che è posizionata come ottava provincia in una graduatoria guidata da Bolzano e Perugia in zona rossa. Mentre Pescara e Rimini hanno superato l’incidenza dei 300 casi. Perugia ed Ancona sono peraltro zone di allarme diffuso per la cosiddetta variante inglese. Significativamente anche a Rimini. A rassicurare, almeno in parte, Acquaroli e la sua giunta è un Rt che è rimasto anche sotto quota 1. In sostanza siamo a 0,90. Il che permetterà di rimanere nella colorazione gialla. Per evitare sorprese Marche Nord ha inviato ad Ancona campioni da sottoporre a test per la verifica della presenza della variante inglese in casi di Pesaro.

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