Marche verso la zona arancione. Acquaroli: "Rischio serio"

Il presidente dopo l'incontro con il Governo: "Non è bastato abbassare l'indice Rt, questi repentini cambi dei metodi di valutazione creano disorientamento"

Francesco Acquaroli e il rischio delle Marche di finire in zona arancione

Francesco Acquaroli e il rischio delle Marche di finire in zona arancione

Ancona, 14 gennaio 2021 - "Se anche le Marche domani avranno l’indice Rt sotto a 1, rischiano seriamente di finire in fascia arancione", l'ammissione di Francesco Acquaroli preallude a un cambio di regime anche per le Marche, che potreebbero così seguire in zona arancione altre regioni, come Emilia Romagna e Veneto, che sottostanno a maggiori limitazioni per covid già da una settimana. Del resto, le Marche erano già da una settimana nella lista delle 12 regioni considerate a rischio alto. E il nuovo decreto gennaio approvato stamattina specifica che finiscono in zona arancione tutte le regioni che superano l'indice Rt di 1 (e con valore uguale o superiore a 1,25 si finisce in zona rossa). Ma si colorano in arancione anche ("soprattutto" rivela Carloni)  "le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio alto".

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Gli indicatori a rischio delle Marche

Le Marche, secondo il report della settimana scorsa, avevano un Rt a 0,93, ma una valutazione di impatto alto e una classificazione di rischio complessivo alto. L'incidenza settimanale era a 201 positivi ogni 100mila abitanti. Ma, soprattutto, il tasso di occupazione dei letti da parte dei malati covid nei reparti non critici ha raggiunto il livello rosso: 51% con un trend in crescita del +1% (dati aggiornati a ieri, 13 gennaio). Un po' meno peggio la situazione nelle terapie intensive dove il tasso covid è del 33% con trend in discesa (-3%). Oggi, intanto, il bollettino coronavirus delle Marche racconta che è di nuovo in crescita il tasso di positività che passa dal 23,9% di ieri al 26,04% di oggi.

L'ira di Acquaroli

"Ho definitivamente appreso dalla conferenza Stato Regioni di questa mattina che il criterio prevalente di valutazione per l’assegnazione del colore alle regioni non è più solo quello dell’indice Rt - sottolinea Acquaroli -, ma soprattutto quello della valutazione del “rischio”, e cioè in base allo stato di occupazione delle terapie intensive, delle strutture ospedaliere, alla stima dei focolai e altri fattori. Quindi non è bastato abbassare le soglie RT per l’assegnazione delle fasce, ma hanno ritenuto di andare anche oltre".

"Questi continui e repentini cambi dei metodi di valutazione creano disorientamento - si arrabbia il governatore di centrodestra -. Queste osservazioni le ho poste stamattina nell’incontro con le Regioni e i Ministri competenti, e ho chiesto ancora una volta un confronto su scelte così impattanti per tutti noi. Anche perché potremo essere vincolati a queste restrizioni per lunghe settimane. Questo deve essere fin da subito chiaro a tutti. Deve anche essere chiaro che sono preoccupato per l’evolversi della pandemia e non voglio essere superficiale. Oltre a questa preoccupazione, c'è anche la consapevolezza dell'esasperazione e della difficoltà di tenuta del sistema socio-economico, già sottoposto ad una pressione prolungata. La salute e la sicurezza sono imprescindibili ma esse sono anche legate alle esigenze concrete della quotidianità. Spero che il Governo tenga conto di quanto richiesto, ora restiamo in attesa delle decisioni definitive", conclude Acquaroli.

Il vicepresidente

Sulla stessa linea anche il vicepresidente Mirco Carloni: "Questi continui e repentini cambi dei metodi di valutazione creano disorientamento - ribadisce -. Devo dire che disappprovo il metodo e il merito. Stamattina Acquaroli ha parlato a nome di tutti in Conferenza facendo presente tutta la nostra contrarietà. Ma di fronte a questa scelta dobbiamo comunicarlo per evitare ulteriori indugi".