Marche zona gialla dal 6 dicembre. Acquaroli: "Ora curiamo le ferite"

Il governatore: "Tre settimane devastanti per migliaia di attività. Gli effetti si vedranno la prossima primavera, servono tutele"

Francesco Acquaroli presidente della Regione Marche

Francesco Acquaroli presidente della Regione Marche

Ancona, 5 dicembre 2020 - La telefonata del ministro della Salute, Roberto Speranza, è arrivata ieri pomeriggio e ha portato buone notizie: dalla mezzanotte tra sabato e domenica le Marche tornano in zona gialla.

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Aggiornamento: Contagi marche 5 dicembre

Francesco Acquaroli, presidente delle Marche, prima di tutto come procede il periodo di isolamento? "Non troppo bene, sono isolato e connesso. Spero di poter uscire la prossima settimana".

Soddisfatto del ritorno in fascia gialla? "Certo, ma gli effetti delle tre settimane passate in zona arancione sono stati devastanti per migliaia di attività. Continuo a ricevere messaggi da esercenti disperati. Le conseguenze del Covid devono essere al primo posto, ma subito dopo c’è la parte economica".

Avete elaborato delle cifre per capire di cosa stiamo parlando? "Questo no, ma lei capisce che gli effetti dirompenti si vedranno la prossima primavera. Una regione come la nostra non si può permettere di perdere quote, la tutela per i settori produttivi deve essere massima. E le dico un’altra cosa…".

Dica pure. "La curva dei contagi delle Marche era in costante rallentamento quando eravamo in fascia gialla, gli ultimi rilievi parlavano di un Rt allo 0,74. Si poteva assolutamente evitare quell’ordinanza che ha prodotto la catastrofe per tanti industriali, commercianti e artigiani".

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Lei come si sarebbe comportato? "Avrei avuto più buon senso e più logica. Avrei gradito maggior dialogo con le istituzioni centrali invece di ragionare con un algoritmo".

Nello specifico che misure andavano assunte dunque secondo lei? "Analizzare bene la situazione e, dove possibile, mantenere attivo il tessuto economico. Si potevano fissare limiti durante i fine settimana magari, quando maggiore è il rischio di assembramenti, ma a bar, ristoranti, palestre e quant’altri andava data la possibilità di stare aperti. Questo continuo chiudere e aprire, un’altalena alienante".

Quindi lei al governo contesta, in linea generale, anche le misure assunte in vista delle festività natalizie? "Allineare tutto e tutti nello stesso documento, senza lasciare libertà d’azione alle periferie secondo me è sbagliato. Prendiamo ad esempio la questione degli spostamenti da una regione all’altra e da comune a comune, secondo lei Bolognola e tutti i magnifici borghi del nostro entroterra possono essere paragonati a Roma? Non si possono paragonare spostamenti tra piccoli comuni ad un ‘esodo’ che va scongiurato".

Giustificando le misure assunte, il governo si dice preoccupato della linea dei contagi, non è d’accordo? "Ci mancherebbe, in una scala di priorità il contenimento della pandemia deve sempre stare in cima ai pensieri. Evitare nuovi positivi con le ricadute sul sistema sanitario e quello ospedaliero, già sotto pressione, e soprattutto nuovi decessi. Io avrei dato più fiducia ai marchigiani".

Non tutti l’estate scorsa però si sono comportati con raziocinio, operatori commerciali e cittadini, è d’accordo? "Allora per pochi disonesti dovrebbero pagare tutti gli altri? Il governo pensi a veri e propri ristori".