Meteorite 5 marzo, l'esperto: "I frammenti? Si trovano con la calamita"

L'astrofisico Romano Serra fa l'identikit del bolide caduto sui monti Sibillini. Forma, colore, peso: tutto quello che c'è da sapere

Meteoriti, foto generica

Meteoriti, foto generica

Bologna, 8 marzo 2022 - "Come si trovano i frammenti delle meteoriti? Con la calamita". A parlare è Romano Serra, astrofisico dell’osservatorio comunale di Persiceto (Bologna). "La stragrande maggioranza delle meteoriti trovate sul nostro pianeta – spiega l’esperto - ha una composizione chimica del primitivo sistema solare, quindi con una evidente presenza in percentuale di ferro. E dunque suggerisco agli appassionati, quando si imbattono in frammenti ‘sospetti’, di fare la prova della calamita e vedere se i frammenti ne sono attratti. Per chi volesse perciò mettersi a caccia dei frammenti del meteorite precipitato sabato scorso sul nostro Paese una calamita nello zaino è d’obbligo".

Meteoriti, foto generica
Meteoriti, foto generica

Nella prima parte della serata di sabato 5 marzo, alle 19,55, una grossa meteora è apparsa nei cieli di mezza Italia. E, grazie alle telecamere di videosorveglianza della rete Prisma (Prima rete per la sorveglianza sistematica di meteore e atmosfera), situata nel nord e centro Italia, si è determinato che l’eventuale - ma molto probabile - residuo solido, quindi meteorite, sia caduto al suolo nell’area dei monti Sibillini, nella parte marchigiana. Si stima che la meteora originale aveva una massa compresa tra i 10 e i 30 chilogrammi e che sia sopravvissuta, al passaggio in atmosfera, una massa residua di circa un chilogrammo.

"Presumiamo – continua l’astrofisico - che il corpo celeste caduto non sia unico. Ma si sia frammentato producendo una ellisse di dispersione di qualche centinaio di metri e più. I frammenti quindi, potrebbero essere al massimo di qualche decina di grammi di peso". A parere dell’esperto, per riconoscere i frammenti cosmici bisognerebbe essere a conoscenza intanto se il ‘corpo progenitore’ precipitato sabato scorso dal cielo era metallico o roccioso. Se fosse stato metallico i residui sono facilmente riconoscibili perché hanno una superfice più o meno affusolata ed aerodinamica e, naturalmente, fortemente magnetica. Se il corpo progenitore invece fosse stato roccioso la cosa si può complicare.

"Considerando – sottolinea Serra - che la stragrande maggioranza delle meteoriti trovate ha una composizione chimica del primitivo sistema solare, quindi con una forte percentuale di ferro, la prova della calamita sarà estremamente importante. Va detto tuttavia che nell’area geografica dei Monti Sibillini sono presenti antiche rocce vulcaniche che possono attirare per conto loro il nostro magnete. Esistono poi rarissime meteoriti che non attirano il magnete e sono quasi prive di metallo".

E l’astrofisico aggiunge: "In sintesi queste sono le caratteristiche di una meteorite appena caduta al suolo: evidente crosta di fusione nera scura vetrificata (si forma durante il passaggio in atmosfera); probabile attrazione di un magnete; peso superiore ad un sasso di uguali dimensioni; presenza di un odore intenso di zolfo, perché si formano dei solfuri di ferro. Se la meteorite è intera avrà forma più o meno affusolata. Invece se il campione è un frammento, l’interno sarà diverso generalmente di colore più chiaro della sopracitata crosta di fusione".