Neve a maggio, perché è successo. "Mercoledì torna brutto in Emilia Romagna"

Il meteorologo dell'Arpa: "E' stato il fenomeno più importante di tutto l'inverno-primavera. Evento anomalo, ma possibile"

Gli alberti, già pieni di foglie, hanno subìto moltissimi danni (foto Marchi)

Gli alberti, già pieni di foglie, hanno subìto moltissimi danni (foto Marchi)

Bologna, 7 maggio 2019 – Un nucleo di aria polare che ha attraversato le Alpi e si è scontrato con l’aria mite del Mediterraneo. Questo il fenomeno meteorologico che ha portato la neve a maggio, facendo precipitare nel giro di poche ore le temperature quasi estive a un clima invernale. Sull’Appennino dell’Emilia Romagna, i fiocchi sono caduti più copiosi sulle montagne di Reggio, Modena e Bologna, dove sono stati misurati anche 60 centimetri di neve.

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Lo spiega il meteorologo dell’Arpa Alessandro Donati: quella di domenica “è stata la nevicata più importante di tutto l’inverno-primavera di quest’anno”. Colpa della massa di aria fredda partita dal Polo, che ha attraversato l’Europa Settentrionale ed è riuscita a entrare attraverso la valle del Rodano in Francia, a scavalcare le Alpi e farsi largo nel bacino del Mediterraneo, dove il contrasto con aria più mite ha generato una perturbazione a cui hanno fatto seguito forti precipitazioni. Con il crollo delle temperature le precipitazioni sono diventate nevicate, con fiocchi di neve che sono caduti anche a 500 metri.

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Evento anomalo per la stagione, la neve a maggio non deve comunque sorprendere troppo: “Siamo ancora in primavera – spiega Donati – e in quanto periodo di transizione è possibile che si passi da un tempo tipicamente invernale all’estate”. Tant’è che già nella giornata di oggi le temperature massime per le aree di pianure raggiungeranno i 20 gradi. Difficile che l’evento si ripeta: nelle previsioni meteo dei prossimi giorni non si intravedono nuove irruzioni di aria fredda. Ma, spiega il meteorologo, “sono attese nuovamente perturbazioni atlantiche che potrebbero arrivare sull’Emilia Romagna in particolare tra mercoledì e giovedì. Potrebbero portare rovesci sparsi in un contesto di variabilità, ma con temperature alte, tipiche del periodo”.