Vaccino covid Novavax approvato, quando arriva in Italia

Via libera della Ue. Realizzato con proteine ricombinate potrebbe convincere anche chi ha paura degli altri quattro vaccini. Come funziona ed effetti collaterali

Bologna, 20 dicembre - Via libera al vaccino della Novavax: il vaccino Nuvaxovid, ossia quello che potrebbe convincere almeno una parte dei No vax, è stato infatti approvato dall'Agenzia europea del farmaco. Il Chmp, il Comitato per i medicinali a uso umano, ha raccomandato di concedere un'autorizzazione all'immissione in commercio ma solo dai 18 anni in su.

AGGIORNAMENTO / Novavax, quando arriva il vaccino che piace agli indecisi

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Quando arriva in Italia

“Le prime dosi del vaccino Nuvaxovid (il nome commerciale del farmaco prodotto dalla Novavax, ndr) dovrebbero arrivare nei primi mesi del 2022 e, per questo primo trimestre, gli Stati membri hanno ordinato circa 27 milioni di dosi” riferisce la Commissione europea che anticipa che “con l'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata, Novavax sarà in grado di consegnare fino a 100 milioni di vaccini Covid-19 nell'Ue a partire dal primo trimestre del 2022”.

Il contratto firmato il 4 agosto 2021 consente poi agli Stati membri di acquistare altri 100 milioni di dosi nel corso del 2022 e del 2023. Soddisfatta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “Il vaccino anti-Covid Novavax è il quinto sicuro ed efficace del nostro portafoglio, che offre una protezione aggiuntiva ai cittadini europei contro la pandemia, in un momento in cui la variante Omicron si sta rapidamente diffondendo ed è necessario intensificare la vaccinazione e la somministrazione di richiami”.

La composizione del vaccino (che non dispiace ai No Vax)

Il Nuvaxovid è a base di proteine ed è il quinto vaccino raccomandato nell'Ue per prevenire il Covid-19. E’ un vaccino che potrebbe non dispiacere ai No Vax - o più che altro a chi non si è ancora vaccinato per paura, più che per ideologia - perché è basato su una tecnologia più vecchia e dunque iper testata che sfrutta, appunto, la tecnica delle proteine ricombinanti, in uso da tempo contro malattie come la pertosse, epatite B e meningocco.

E’ comunque un siero diverso rispetto a Pfizer/Biontech e Moderna (a mRna) che vengono usati per le terze dosi e a quelli di Astrazeneca a Johnson&Johnson (a vettore virale), tecnologie invise alla maggior parte dei contrari al vaccino. In pratica, Novavax non istruisce le nostre cellule a produrre la proteina Spike, ma la porta direttamente con sé: creata in laboratorio purificata e miscelata con una sostanza che stimola il sistema immunitario (adiuvante).

Le molecole sono così in grado di assemblarsi per formare particelle simil-virali sulla base delle quali l’organismo produce la sua risposta immunitaria, scatenando la formazione di anticorpi. Oltretutto, potrebbe risolvere il problema della vaccinazione nei Paesi più poveri perché ha un costo contenuto e si può conservare in frigorifero.

La sperimentazione attraverso due studi principali

Dopo un'attenta valutazione, il Chmp dell'Ema ha concluso che i dati sul vaccino sono solidi e soddisfano i criteri dell'Ue riguardo all'efficacia, la sicurezza e la qualità. I risultati di due principali studi clinici esaminati dagli esperti del Chmp mostrano che Nuvaxovid è efficace nel prevenire il covid nelle persone dai 18 anni di età. I trial hanno coinvolto in totale oltre 45.000 persone. Nel primo studio, circa due terzi dei partecipanti hanno ricevuto il vaccino e agli altri è stata somministrata un'iniezione di placebo; nell'altro, i partecipanti erano equamente divisi tra Nuvaxovid e placebo.

La sicurezza e l'efficacia del vaccino – assicura l’Ema - continueranno a essere monitorate man mano che verrà utilizzato in tutta l'Ue, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell'Unione e ulteriori studi da parte dell'azienda e delle autorità europee.

Efficacia di circa il 90%

Il primo studio, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose, nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (14 casi su 17.312 persone), rispetto a quelle a cui è stato somministrato placebo (63 su 8.140). Perciò il vaccino ha avuto un'efficacia del 90,4, un valore simile a quello dei due vaccini a mRna (Pfizer e Moderna).

Anche il secondo studio, condotto nel Regno Unito, ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19 nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (10 casi su 7.020 persone), rispetto al gruppo a cui è stato somministrato placebo (96 su 7.019), con un'efficacia dell'89,7%. Presi insieme, dunque, i risultati dei due studi mostrano un'efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90%.

Ma contro quali varianti è efficace Nuvaxovid?

Il ceppo originale di Sars-CoV-2 e alcune varianti preoccupanti come Alpha e Beta erano i ceppi virali più comuni in circolazione durante i trial. Ma l'Ema avverte che, attualmente, sono disponibili dati limitati sull'efficacia di Nuvaxovid contro altre varianti preoccupanti, inclusa l’incombente Omicron.

L'azienda farmaceutica

Novavax, produttrice del vaccino Nuvaxovid (NVX-CoV2373), è una società di biotecnologie americana con sede in Maryland. Produce vaccini per tante altre malattie: virus sinciziale, Sars e l'influenza stagionale per citarne alcune.

Effetti indesiderati lievi

Gli effetti indesiderati osservati con Nuvaxovid negli studi sono stati generalmente lievi o moderati e sono scomparsi entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. I più comuni sono risultati sensibilità o dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, sensazione generale di malessere, dolori articolari e nausea o vomito.

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