CronacaNuovi colori regioni Covid: cosa può succedere a marzo

Nuovi colori regioni Covid: cosa può succedere a marzo

Rt vicino all’1 per Veneto e Marche. Peggiora l’andamento dei dati Covid in tutti e tre i territori. Salgono le percentuali di occupazione ospedaliera dell’Emilia Romagna e anche l’incidenza veneta. L’analisi del monitoraggio settimanale e gli scenari futuri

Da lunedì entrano in vigore i nuovi colori delle regioni

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Bologna, 28 febbraio 2021 – Le Marche torneranno arancioni a partire da lunedì 1 marzo, mentre l’Emilia-Romagna resta in fascia arancione, con l’eccezione della provincia di Bologna e della Romagna (tranne Forlì) che si sono tinte di arancione scuro. Confermato il giallo per il Veneto, che però vede una leggera salita dei parametri sanitari. Primo tra tutti l’indice Rt che si avvicina all’1, precisamente 0.97.

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Nella sintesi del monitoraggio n. 41 del Ministero della Salute – che prende in considerazione i dati sanitari della settimana dal 15 al 21 febbraio – viene evidenziato un generale peggioramento nazionale della classificazione di rischio, per la quarta settimana consecutiva. Il Direttore del Dipartimento di malattie infettive, Gianni Rezza, spiega che: “Questa settimana il numero di casi di Covid-19 nel nostro paese è leggermente salito e l’incidenza è intorno a 145 per 100mila abitanti”. L’Rt rimane stabile a 0.99, mentre il tasso delle terapie intensive rimane sotto la soglia critica del 30%, ovvero 24%. “Vediamo purtroppo un aumento dei focolai scolastici – afferma il direttore –, mentre diminuiscono per fortuna i casi nelle residenze sanitarie assistite. Il che vuol dire la vaccinazione delle persone anziane sta dando i primi effetti positivi”. A proposito di vaccini, assessore alla Sanità delle Marche, Filippo Saltamartini, fa sapere che se le dosi saranno fornite in tempo, sarà possibile per i marchigiani raggiungere l’immunità di gregge entro giugno. Questo almeno è l’obiettivo dell’assessore: vaccinare il 60% dei cittadini, pari a 600mila marchigiani.

Analizziamo il nuovo monitoraggio settimanale, pubblicato dal Ministero della Salute, con i dati settimanali 15-21 febbraio, per quanto riguarda Emilia-Romagna, Marche e Veneto.  

Emilia-Romagna

Continua e si conferma il rialzo dei dati Covid dell’Emilia-Romagna, iniziato un mese fa. Questa settimana, però, l’incremento non è allarmante. Si tratta, piuttosto, di una crescita moderata, ma riguardante tutti i parametri. Andiamo con ordine. L’indice Rt sale da 1.06 a 1.1 e questo conferma l’appartenenza della Regione a uno scenario di tipo 2, dove la trasmissibilità è sostenuta e diffusa, ma gestibile nel breve-medio periodo dal sistema sanitario. Proprio perché l’Rt non raggiunge la soglia di 1.25, la classificazione complessiva di rischio non è diventata alta, ma è rimasta ‘moderata ad alta probabilità di progressione’. I nuovi casi settimanali sono stati 10.880, a fronte dei 8.592 casi della settimana precedente. (8.152 la settimana ancora prima). L’incidenza (quanti contagi ci sono ogni 100mila abitanti), invece, è passata da 192 a 243, avvicinandosi alla soglia critica di 250. In base a questi dati, la valutazione di probabilità è rimasta moderata. Leggera crescita anche per le percentuali di occupazione dei posti letto in ospedale, ma rimangono sotto le soglie di allerta. Le terapie intensive salgono da 24% a 28% (dato del 26 febbraio), mentre i reparti Covid non critici crescono da 31% a 34%. La media nazionale per le prime è di 24%, dei secondi 29%. Tutti i parametri elencati confermano la zona arancione. L’arancione scuro per Bologna, invece, è legato ad una maggiore concentrazione di casi Covid-19, rispetto alle altre provincie della Regione.  

Marche

Il cambio di colore per le Marche è legato a un aumento generalizzato, che aveva iniziato a farsi notare anche la settimana scorsa. Innanzitutto, l’Rt è vicino all’1: 0.98. Poi i nuovi casi settimanali sono stati 2.679, a fronte dei 2.408 della settimana prima. Allo stesso modo, c’erano stati 2.621 nuovi casi nella settimana 11-17 gennaio, in cui la Regione era appunto arancione. Stesso discorso per l’incidenza, simile proprio a quella settimana di gennaio (in cui era a 172). Aumenta infatti da 159 a 177. Stabili le terapie intensive al 35%, ma comunque sopra la soglia del 30%. Dato che conferma la zona arancione. Così come i reparti Covid non critici che passano da 45% a 49%. La classificazione complessiva di rischio passa da ‘moderata ad alta probabilità di progressione’ ad 'alta'. Mentre la valutazione di probabilità, inerente l’Rt e i casi settimanali, sale da 'bassa' a 'moderata'. Rimane 'alta' anche la valutazione di impatto, riguardo l’occupazione ospedaliera. Ma quest’ultimo valore è così già da molto tempo. Negli ultimi due mesi l’impatto è sempre stato classificato come alto nelle Marche. Come sottolineiamo per ogni monitoraggio settimanale, la situazione può cambiare velocemente. La settimana scorsa la provincia di Ancona era stata chiusa per qualche giorno e ancora rimane sorvegliata speciale, mentre la Regione chiuderà le scuole dall’1 al 5 marzo. La zona arancione classica potrebbe non essere più sufficiente. Almeno non indistintamente per tutto il territorio marchigiano.

Veneto

Dopo tre settimane di dati stabili, pure in Veneto qualcosa si muove. Purtroppo non in senso positivo. Anche qui, l’Rt si avvicina all’1 e passa da 0.81 a 0.97. L’incidenza, piuttosto bassa nelle due scorse settimane (stabile a 93), sale a 112. 5.468 i nuovi casi settimanali, contro i 4.575 della settimana dall’8 al 14 febbraio. Per questo la probabilità di diffusione dell’epidemia non ha più una valutazione ‘bassa’, ma moderata’. Così come la classificazione complessiva d’impatto. La nota positiva è data dalla valutazione d’impatto che rimane ‘bassa’. E questo perché la situazione ospedaliera è buona e con percentuali ben al di sotto la media nazionale. Le terapie intensive sono occupate all’11% (dato del 26 febbraio; erano al 10% al 9 febbraio); i reparti Covid sono stabili al 13%.

Come è successo per Emilia-Romagna e Marche, l’Rt si è portato dietro tutti gli altri parametri, facendoli crescere. Se succederà questo anche nel Veneto, si avvicina l’arancione. Per il momento, però, non se ne parla, perché servirebbero dati peggiori degli attuali.