DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Nuovi pronto soccorso, la Regione Emilia Romagna difende la riforma: “Terrorismo psicologico”

L’assessore Donini respinge le critiche di sanitari e sindacati: “Le automediche? Non parlo di una proposta ancora non definitiva”. Boom di esami e visite: 100mila in più solo nei primi tre mesi del 2023

Pronto soccorso: la riforma in Emilia Romagna fa discutere

Pronto soccorso: la riforma in Emilia Romagna fa discutere

Bologna, 4 agosto 2023 – La riorganizzazione dell’emergenza-urgenza diventa un tema incandescente in Emilia-Romagna. "Non è utile fare terrorismo psicologico prima". Così Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, replica alle critiche ricevute, al termine della presentazione del progetto di legge ‘salva sanità’. Contro la prospettiva di una riduzione delle automediche, in questi giorni hanno alzato la voce diverse realtà professionali di medici e infermieri, tra cui il sindacato Snami e, sotto le Due Torri, l’Ordine dei camici bianchi.

All’elenco ieri si è aggiunta la Società italiana sistema 118. Inoltre, la Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana bolognese è stata rinviata a data da destinarsi perché il documento inviato dall’Ausl "è ancora oggetto di ulteriori riflessioni e approfondimenti", motivo che ha suscitato le perplessità delle organizzazioni sindacali. Nel testo anche una sezione sui Cau, i Centri di assistenza per l’urgenza, pensati per snellire l’attività dei Pronto soccorso, perché accoglieranno i codici bianchi e verdi.

Le automediche

“Non entro nel dibattito su una proposta non ancora definitiva – ribatte Donini –. Le Aziende hanno ricevuto linee di indirizzo per migliorare la presa in carico dei cittadini. Come? Con il medico in centrale operativa, che prima non c’era, e la rimodulazione dei mezzi di soccorso avanzati, sia a leadership infermieristica sia medica. Oggi, in media, il mezzo arriva in 16 minuti, è una performance tra le prime d’Italia, ma vogliamo migliorarla. Saremo valutati sui risultati, per ora l’allarmismo è inutile. Il resto sono chiacchiere". Ma per Mario Balzanelli, presidente Sis 118, il piano è "irricevibile" e "spiace dover prendere atto che la Sis118 non sia stata coinvolta nei lavori di riorganizzazione di sistema promossi dall’assessorato", aggiunge il presidente, critico in particolare per la prevista "riduzione del numero di automediche, operative H24, pur in presenza di un adeguato numero di medici di emergenza in servizio". Tuttavia, la società scientifica si dice pronta a collaborare con la Regione, garantendo "piena disponibilità all’incontro, al supporto e al confronto scientifico e di visione manageriale e progettuale". Donini tira dritto: "Ci sono però anche tante società scientifiche che sostengono questo progetto. Noi abbiamo individuato una strada diversa, innovativa".

Boom di visite

Tra i nodi della sanità, si registra anche l’aumento "enorme" di esami e visite specialistiche: 100mila prestazioni in più, precisa Donini, nel solo primo trimestre del 2023 rispetto all’anno scorso. "Siamo consapevoli del problema delle liste d’attesa – ammette l’assessore – e pensiamo che il lavoro di riforma sull’emergenza-urgenza possa essere fatto anche per migliorare i tempi delle prestazioni sanitarie". È aumentato "anche l’indice del consumo diagnostico" e per questo "dovremo fare un ragionamento a tutto tondo, senza però sottrarci da una maggiore e migliore produzione sanitaria. Lavoreremo a 360 gradi".

Il progetto di legge

L’Emilia-Romagna è la prima Regione a proporre un progetto di legge in difesa della sanità pubblica e universalistica, osserva Donini. Due i punti fondamentali: l’incremento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale a cui concorre lo Stato, su base annua dello 0,21% del Pil dal 2023 al 2027, fino a raggiungere il 7,5%. L’obiettivo comporta l’aumento del fondo da 128 miliardi di euro (fabbisogno programmato nel 2023) a oltre 149 miliardi. Il secondo punto è il superamento per le Regioni dei vincoli di spesa per il personale degli enti del Servizio sanitario nazionale, oltre al superamento dei limiti del trattamento accessorio. Ogni anno, per cinque anni, andrebbero quindi reperiti 4 miliardi in più.