Nuovo decreto Covid e Dpcm: novità di oggi e cosa cambia dal 5 marzo

Spostamenti tra Regioni e visite in zona rossa, arancione e gialla: le decisioni del Governo Draghi. Bonaccini chiede un incontro urgente: "Coinvolgere i governatori sulle nuove restrizioni"

Dpcm, Bonaccini chiede un incontro a Draghi

Dpcm, Bonaccini chiede un incontro a Draghi.

Bologna, 22 febbraio 2021 – Tra nuovo Decreto Covid e Dpcm che verrà. Le Regioni, preso atto delle novità contenute nel primo provvedimento firmato dal Governo Draghi, vogliono condividere con l'Esecutivo le nuove misure, a partire dal sistema dei colori, che secondo i governatori va modificato.

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“Già ieri abbiamo manifestato ai ministri Gelmini e Speranza il consenso delle Regioni alla proroga delle misure relative al blocco degli spostamenti interregionali”, ricorda il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, sul Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri. Che aggiunge: "Nel testo ci sono poi altre novità, meno discusse, ma noi prendiamo atto del provvedimento". “Ora però c'è l'esigenza di due incontri urgenti fra il Governo e le Regioni. Il primo a brevissimo termine sui contenuti che dovrà avere il prossimo Dpcm per il contenimento dell'emergenza Covid-19. Il secondo - per il quale comunque i tempi stanno stringendo - dovrà riguardare il lavoro di squadra che Governo e Regioni dovranno portare avanti per un efficace utilizzo delle risorse che saranno previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

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Nuovo decreto legge Covid: cosa cambia

In considerazione dell'evolversi della situazione epidemiologica, il decreto dispone la prosecuzione, fino al 27 marzo 2021, su tutto il territorio nazionale, del divieto di spostarsi tra diverse Regioni o Province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute. Resta comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Fino al 27 marzo 2021, nelle zone rosse, non sono consentiti gli spostamenti verso abitazioni private abitate diverse dalla propria, salvo che siano dovuti a motivi di lavoro, necessità o salute. Gli spostamenti verso abitazioni private abitate restano invece consentiti, tra le 5 e le 22, in zona gialla all'interno della stessa Regione e in zona arancione all'interno dello stesso Comune, fino a un massimo di due persone, che possono portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali esercitino la responsabilità genitoriale) e le persone conviventi disabili o non autosufficienti. Nelle zone arancioni, per i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, sono consentiti gli spostamenti anche verso Comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini.

Nuovo Dpcm: cosa accadrà dopo il 5 marzo

Nel decreto legge varato oggi dal Governo non è stato deciso nulla circa le restrizioni contenute nel Dpcm del 16 gennaio, che scadrà il 5 marzo. Cosa succederà dopo? Le Regioni chiedono che vengano rivisti i criteri di assegnazione dei colori in modo che siano più oggettivi. I governatori, tuttavia, si sono spaccati sulla proposta di Bonaccini di creare un'unica zona arancione in tutta Italia.

Quanto al prossimo Dpcm, Bonaccini ha sottolineato che "è giunto il momento di una rapida e comune riflessione sia su indici, criteri e parametri, così come occorre una rivisitazione delle categorie e delle attività rispetto alle stesse condizioni restrittive. Va razionalizzata anche la comunicazione delle decisioni assunte, facendo in modo che ogni determinazione sia annunciata con congruo anticipo per non disorientare i cittadini, per non alimentare un clima di incertezza e per permettere le conseguenti scelte organizzative alle categorie interessate". D'accordo sul punto il presidente del Consiglio, Mario Draghi. In futuro i provvedimenti dovrebbero essere firmati almeno una settimana prima della loro entrata in vigore. Ma, aggiunge Bonaccini, "soprattutto occorre poi che la politica per i ristori realizzi i propri interventi in modo contestuale rispetto ad ogni decisione restrittiva ed è importante che dispieghi i suoi effetti indipendentemente dalla natura dell'ordinanza, sia essa ministeriale o sia essa regionale. Traguardi per il raggiungimento dei quali assicuriamo la massima collaborazione delle istituzioni nonché delle strutture regionali, a cominciare dal gruppo di lavoro 'Emergenza Covid-19' della Conferenza delle Regioni".

Intanto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, propone di riaprire progressivamente e in sicurezza i luoghi della cultura. Magari con misure integrative rispetto a quelle già previste. Franceschini pensa a biglietti nominativi, tracciabilità e mascherine Ffp2: ne parlerà quanto prima col Comitato tecnico scientifico e poi con i colleghi in Consiglio dei Ministri.

A proposito di Cts, gli esperti hanno ribadito la necessità della chiusura serale dei ristoranti anche in zona gialla per evitare il diffondersi delle varianti del Covid. Se ne riparla dopo il 5 marzo.