Ombrelloni, la Regione Marche sfida l’Inail

Distanze raddoppiate, l’assessore Pieroni non ci sta: "Regole fuori da ogni logica, noi andiamo avanti"

Portonovo, prova spiagge aperte in tempi di Coronavirus (Emma)

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Macerata, 14 maggio 2020 - Due documenti tecnici su balneazione e ristorazione, targati Inail e Iis, ovvero Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e Istituto superiore di sanità, stanno seminando il panico tra le imprese. In particolare tra i proprietari degli stabilimenti balneari. Queste linee guida Inail-Iis cozzano in alcuni punti con il protocollo della Regione. E non poco.  

Ad esempio: i due istituti stabiliscono una distanza di 5 metri tra gli ombrelloni delle diverse file e 4,5 tra ombrelloni della stessa fila. E ben 22 metri quadrati come misura minima, quando l’altro giorno la giunta marchigiana ha indicato in 10,5 i metri quadrati a disposizione di ciascun ombrellone. Una differenza che avrà delle evidenti ripercussioni per il settore (e non solo, ma anche per tutto l’indotto, come residence, alberghi, negozi) e che vedrà l’ultima parola del governo.

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Ieri l’assessore regionale al Turismo Moreno Pieroni si è confrontato con il presidente Luca Ceriscioli sulla questione. "Il governatore ha chiesto un’accelerata – spiega Pieroni – e stiamo predisponendo un atto da portare in giunta domani, che ribadisce i 10,5 metri quadrati. La misura dei 22 metri quadrati è fuori da ogni logica e non permettere l’avvio della stagione turistica. In molte zone delle Marche la spiaggia è corta, ridotta (a differenza dell’Emilia Romagna) e non avrebbero la possibilità di aprire o sarebbe limitata al massimo a una porzione di persone. Massimo, anche dalle altre regioni, sono stati proposti 12 metri, ma non 22, più del doppio. Già con 10,5 metri quadrati le imprese avrebbero perso circa il 20% degli introiti, ma con il 22% parliamo un calo che supera il 50% e gli stabilimenti non terrebbero botta.

Ogni Regione ha inviato protocolli in base alle proprie caratteristiche: io confido nel fatto che siamo la prima come calo netto, vertiginoso, di contagi. Questo dato dovrebbe essere funzionale per la ripartenza. L’atto passerà presto in giunta; abbiamo rimodulato in base ai documenti tecnici solo alcuni punti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro inerenti i controlli, i dipendenti e le mascherine. Poi dovrà essere il governo a darci una risposta e in tempi brevi per consentire agli stabilimenti di organizzarsi. Non solo le Marche sono una regione fronte-mare, per cui non credo che saremmo gli unici, ma siamo stati fra i primi a definire un protocollo di comportamenti per la stagione che teneva conto di tutte le misure di sicurezza".

Misure che erano state concordate con le associazioni di categoria. Secondo l’assessore è prematuro dire se il governo potrà o meno impugnare l’ordinanza (sulla falsariga delle scuole).  

Per i ristoranti, invece, il metro previsto dalla Regione per la distanza fra tavoli raddoppia (due metri in pratica). "Mi risulta che il protocollo abbia dei margini di flessibilità in base all’andamento epidemiologico – conclude l’assessore alle Attività produttive Manuela Bora –. Inoltre la chiave di volta possono essere gli spazi pubblici adiacenti: ovvero ok al numero massimo di persone, ma garantire gli stessi coperti in una superficie maggiore".