Omicidio Forlì, alberi e piante tagliate per ritrovare la testa di Franco Severi

Al lavoro ieri a Civitella due squadre dei vigili del fuoco, che hanno pulito l’area dove è stato trovato il cadavere decapitato

I vigili del fuoco in azione ieri nell’area dell’abitazione di Franco Severi (Frasca)

I vigili del fuoco in azione ieri nell’area dell’abitazione di Franco Severi (Frasca)

Forlì, 2 luglio 2022 - ​Il centro delle operazioni continua a essere l’abitazione di via Ca’ Seggio, a Civitella di Romagna, di Franco Severi, nelle cui vicinanze è stato trovato mercoledì della scorsa settimana il corpo decapitato del 53enne. Gli inquirenti sono alla ricerca di tutti gli elementi necessari a dare finalmente una risposta alle tante domande. Per questo motivo nel primo pomeriggio di ieri due mezzi dei vigili del fuoco, per complessive cinque persone, sono entrati nel podere di Severi iniziando a tagliare la folta boscaglia nel dirupo dove un amico di Severi ha trovato il cadavere dell’uomo.

Un’attività che è andata avanti alcune ore e che ha come obiettivo quello di consentire – nella migliore delle ipotesi – il ritrovamento della testa di Severi, svanita nel nulla. Difficile comunque ipotizzare che l’omicida abbia lasciato altre tracce in questa zona del podere. Gli inquirenti non vogliono lasciare nulla di intentato e così si è provveduto a disboscare l’area, come già annunciato alcuni giorni fa.

L’area dove si trova la casa colonica dove abitava da solo Severi è tuttora sotto sequestro, così come la Fiat Panda del fratello Daniele, sottoposta a accertamenti da parte dei carabinieri del Ris nei giorni scorsi. Stando a quel poco che è trapelato in questi giorni, gli esperti hanno trovato tracce ematiche su una non specificata automobile. Si attende il risultato delle analisi per capire a chi appartiene quel sangue.

C’è poi un altro aspetto che non torna: Franco Severi pesava un quintale e una singola persona non avrebbe potuto fare tutto da sola, soprattutto se il corpo è stato trasportato. Per questo motivo i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Federica Messina, stanno battendo tutte le piste possibili. C’era qualcuno interessato a uccidere il 53enne? Per quale motivo? Quante persone hanno agito? Di certo in famiglia il livello di conflittualità c’era da anni, con Daniele in causa con i restanti fratelli e sorelle. Pare che i contrasti tra lui e Franco fossero piuttosto marcati. "Mio fratello, che non veniva chiamato Tiglione, ma Francone, era una persona buona e generosa", ribadisce la sorella Milena. "Era sempre pronto a farsi in quattro per tutti noi. E l’amore col quale ha accudito nostra madre fino all’ultimo non ve lo potete immaginare".

Tornando agli aspetti investigativi, i carabinieri stanno esaminando i filmati delle telecamere della zona, sia quelle del Comune di Civitella che di altre attività commerciali che si trovano lungo la strada provinciale Bidentina, dalla quale si imbocca via Ca’ Seggio. Chi ha gettato il corpo dell’agricoltore nel dirupo a fianco della sua casa colonica è arrivato qui percorrendo la Bidentina. Dall’alto la casa – così racconta chi conosce la zona – è raggiungibile soltanto percorrendo un sentiero a piedi; farlo con 100 chilogrammi in spalla pare improbabile. Ecco perché chi ha portato il corpo decapitato di Severi sul posto, la pista battuta dagli inquirenti, dovrebbe essere transitato dalla provinciale Bidentina.

Non è dato sapere infine quali risultati siano emersi dal controllo del traffico telefonico di Severi, il cui accesso su WhatsApp risulta essere stato effettuat o alle 19 di martedì 21 giugno.

Luca Bertaccini