Omicron 4 a Bologna, trovato un caso della variante Covid. Lazzarotto: "Il primo in città"

La microbiologa del Sant’Orsola: "Contagiato un ricoverato. È un asintomatico, vaccinato, ma la profilassi controlla la severità dell’infezione"

Un tecnico lavora all'interno di un laboratorio di microbiologia

Un tecnico lavora all'interno di un laboratorio di microbiologia

Bologna, 5 maggio 2022 - Il terzo caso italiano di Omicron 4 è stato sequenziato al Sant’Orsola.

Come siete arrivati alla scoperta della nuova variante del Coronavirus?

"Attraverso la raccolta random, casuale, dei campioni positivi che esaminiamo ogni settimana per l’Istituto superiore di sanità, dal momento che aderiamo al network nazionale di sorveglianza e controllo. Introduciamo i risultati in due banche dati, una nazionale, Icogen, e una internazionale, Gisaid, così la sequenza ottenuta è quindi riconosciuta e classificata", risponde Tiziana Lazzarotto, direttrice della Microbiologia del Policlinico.

Dopo i casi trovati nei laboratori di Monza e di Reggio Calabria, il vostro è il terzo?

"A quanto ci risulta sì, il test è stato completato martedì".

Chi è la persona infettata da Omicron 4?

"Un paziente ricoverato al Sant’Orsola, positivo per la variante BA.4 e asintomatico".

È vaccinato?

"Sì. È stato identificato perché si è sottoposto al tampone molecolare all’ingresso in ospedale".

Allora questa variante è più aggressiva delle altre?

"L’ipotesi è che abbia la stessa capacità di diffondersi, come Omicron 1 e Omicron 2, forse qualcosa in più. Però la vaccinazione ha la capacità di controllo sulla severità dell’infezione".

Sul nostro territorio quale variante di Sars-Cov-2 circola?

"Solo Omicron, con le varianti BA1 al 10%, BA2 all’87%. Poi abbiamo trovato un caso di BA3 e ora l’ultimo di BA4. In Romagna hanno appena identificato 7 casi di variante Xj: un ceppo che contiene parte del genoma di BA1 e di BA2".

Per quanto tempo proseguirete con i sequenziamenti?

"Il ministero della Salute ha predisposto un piano triennale ai fini della prevenzione. Il virus del Covid muta molto: potrebbe arrivare una variante più aggressiva e noi saremmo già pronti a identificarla e ad allestire vaccini che abbiamo capacità di controllo di questa nuova variante".

Dovremo sempre rincorrere le varianti?

"Fino a quando non avremo a livello mondiale un’immunità di popolazione, con un’altissima copertura vaccinale, ci sarà la possibilità di circolazione di nuove varianti".

Avete analizzato campioni biologici provenienti da bambini con il sospetto di epatite sconosciuta?

"Abbiamo avuto una segnalazione a marzo, ma non abbiamo trovato nulla. I segni di epatite si erano già risolti durante il ricovero. È attivo giorno e notte un programma di controllo per eseguire in urgenza esami sierologici e virologici per escludere i virus delle epatiti primarie (A, B, C, D, E) e successivamente identificare gli altri potenziali agenti eziologici".

Siamo a maggio: circola ancora il virus influenzale?

"Sì e siamo ancora in una fase importante di circolazione, in particolare identifichiamo l’influenza A H3N2. Nel 2019, prima del Covid, su tutti i virus respiratori, il 15% era rappresentato dall’influenza A, quota salita al 25% tra marzo e aprile di quest’anno. Non è mai successo, ma chi si è vaccinato tra ottobre e novembre contro l’influenza ha ancora una buona memoria immunologica".