Covid, Omicron BA.5 molto più trasmissibile: il caso del Portogallo

Il virologo Francesco Broccolo illustra i tre motivi del maggiore contagio e spiega: "Non è detto che il virus si stia attenuando"

Bologna, 6 giugno 2022 - I contagi da Covid fanno sempre meno paura: gli italiani ormai sembrano sempre meno propensi a consultare i bollettini, con numeri in calo (qui i dati di ieri in Emilia Romagna, Marche, Veneto, Italia). Ma arrivano notizie che inducono a non abbassare troppo la guardia: si apprende infatti che la sottovariante BA.5 è più trasmissibile rispetto alle altre sottovarianti di Omicron a causa di almeno due mutazioni che le permettono di legarsi alle cellule umane in modo più efficace. 

Covid, alcune varianti del virus
Covid, alcune varianti del virus

 

La sottovariante BA.5 in Europa

La sottovariante BA.5 è arrivata quasi contemporaneamente alla BA.4 e, secondo i dati più recenti dell'Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA), relativi all'8 maggio scorso, allora in Portogallo rappresentava il 18,47% del virus SarsCoV2 in circolazione, contro le percentuali decisamente inferiori di altri Paesi europei, come Germania e Gran Bretagna (in entrambe pari all'1,28%) e poi Francia (0,88) e Danimarca (0,41%). I dati italiani dell'Istituto Superiore di Sanità indicavano che al 3 maggio la sottovariante BA.5 costituiva lo BA.5 0,4% del virus SarsCoV2 in circolazione nel Paese. Intorno al 20 maggio la circolazione della BA.5 in Portogallo era già aumentata al 37%. 

BA.5: perché il boom in Portogallo

Sono almeno tre, rileva Broccolo, i motivi che permettono di mettere in relazione la presenza della BA.5 con l'aumento dei casi in Portogallo. Il primo, osserva, consiste nel fatto che "le sottovarianti BA.4 e BA.5 sono molto simili fra loro perché hanno entrambe la mutazione L452R, che da sola è in grado di far cambiare moltissimo la struttura della proteina Spike, con la quale il virus aggancia le cellule umane", osserva. "Non è una mutazione nuova - prosegue - perché il il virus l'aveva già selezionata nelle varianti Delta e Lambda" e la sua presenza "aumenterebbe il numero di riproduzione, ossia renderebbe le due sottovarianti più contagiose rispetto ad altre sottovarianti di Omicron, come BA.1 e BA.2".

Il secondo elemento, prosegue il virologo, è fornito dai dati secondo i quali "le due sottovarianti sfuggirebbero di più agli anticorpi, sia a quelli generati dal vaccino sia a quelli generati dalle infezioni causate da BA.1, BA.2 e BA.2.12.1".  Il terzo elemento riguarda il fatto che, come la variante Delta, anche la BA.5 è sinciziogena, ossia le cellule polmonari infettate dal virus si fondono con quelle adiacenti sane non infettate. "Questa caratteristica - rileva - è stata dimostrata in vitro su colture cellulari ma sappiamo che c'è una correlazione tra il potere fusogenico di una variante osservata in vitro e il suo grado di patogenicità in vivo, come dimostrato anche dalla sua maggiore virulenza in esperimenti condotti su animali ". 

 

"Non è detto che il virus si attenui"

Alla luce di questi elementi, secondo Broccolo "sorgono dei dubbi su quanto si è detto finora, a proposito del fatto che il virus si evolve verso un'attenuata patogenicità". In passato, prosegue, "l'arrivo della variante Delta ha dimostrato che questa era più patogena rispetto al virus ancestrale, poi è arrivata la Omicron BA.1, che aveva una patogenicità inferiore a quella della Delta, e adesso stiamo vedendo che BA.4 e BS.5 sono più patogene rispetto a BA.2 e hanno recuperato due mutazioni della Delta: a fronte di queste osservazioni - aggiunge - dobbiamo dire che il virus SarsCoV2 non necessariamente si evolve per divenire un virus attenuato e non possiamo prevedere quando ciò accadrà".