Bologna, 6 giugno 2022 - I contagi da Covid fanno sempre meno paura: gli italiani ormai sembrano sempre meno propensi a consultare i bollettini, con numeri in calo (qui i dati di ieri in Emilia Romagna, Marche, Veneto, Italia). Ma arrivano notizie che inducono a non abbassare troppo la guardia: si apprende infatti che la sottovariante BA.5 è più trasmissibile rispetto alle altre sottovarianti di Omicron a causa di almeno due mutazioni che le permettono di legarsi alle cellule umane in modo più efficace.
La sottovariante BA.5 in Europa
La sottovariante BA.5 è arrivata quasi contemporaneamente alla BA.4 e, secondo i dati più recenti dell'Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA), relativi all'8 maggio scorso, allora in Portogallo rappresentava il 18,47% del virus SarsCoV2 in circolazione, contro le percentuali decisamente inferiori di altri Paesi europei, come Germania e Gran Bretagna (in entrambe pari all'1,28%) e poi Francia (0,88) e Danimarca (0,41%). I dati italiani dell'Istituto Superiore di Sanità indicavano che al 3 maggio la sottovariante BA.5 costituiva lo BA.5 0,4% del virus SarsCoV2 in circolazione nel Paese. Intorno al 20 maggio la circolazione della BA.5 in Portogallo era già aumentata al 37%.
BA.5: perché il boom in Portogallo
Sono almeno tre, rileva Broccolo, i motivi che permettono di mettere in relazione la presenza della BA.5 con l'aumento dei casi in Portogallo. Il primo, osserva, consiste nel fatto che "le sottovarianti BA.4 e BA.5 sono molto simili fra loro perché hanno entrambe la mutazione L452R, che da sola è in grado di far cambiare moltissimo la struttura della proteina Spike, con la quale il virus aggancia le cellule umane", osserva. "Non è una mutazione nuova - prosegue - perché il il virus l'aveva già selezionata nelle varianti Delta e Lambda" e la sua presenza "aumenterebbe il numero di riproduzione, ossia renderebbe le due sottovarianti più contagiose rispetto ad altre sottovarianti di Omicron, come BA.1 e BA.2".
Il secondo elemento, prosegue il virologo, è fornito dai dati secondo i quali "le due sottovarianti sfuggirebbero di più agli anticorpi, sia a quelli generati dal vaccino sia a quelli generati dalle infezioni causate da BA.1, BA.2 e BA.2.12.1". Il terzo elemento riguarda il fatto che, come la variante Delta, anche la BA.5 è sinciziogena, ossia le cellule polmonari infettate dal virus si fondono con quelle adiacenti sane non infettate. "Questa caratteristica - rileva - è stata dimostrata in vitro su colture cellulari ma sappiamo che c'è una correlazione tra il potere fusogenico di una variante osservata in vitro e il suo grado di patogenicità in vivo, come dimostrato anche dalla sua maggiore virulenza in esperimenti condotti su animali ".
"Non è detto che il virus si attenui"
Alla luce di questi elementi, secondo Broccolo "sorgono dei dubbi su quanto si è detto finora, a proposito del fatto che il virus si evolve verso un'attenuata patogenicità". In passato, prosegue, "l'arrivo della variante Delta ha dimostrato che questa era più patogena rispetto al virus ancestrale, poi è arrivata la Omicron BA.1, che aveva una patogenicità inferiore a quella della Delta, e adesso stiamo vedendo che BA.4 e BS.5 sono più patogene rispetto a BA.2 e hanno recuperato due mutazioni della Delta: a fronte di queste osservazioni - aggiunge - dobbiamo dire che il virus SarsCoV2 non necessariamente si evolve per divenire un virus attenuato e non possiamo prevedere quando ciò accadrà".