Omicron, il virologo Silvestri: "Meno isteria collettiva, non è così preoccupante"

Il virologo senigalliese, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, fa appello alla calma: "Mortalità minore rispetto altre varianti"

Tamponi e tracciamenti in corso per la variante africana Omicron

Tamponi e tracciamenti in corso per la variante africana Omicron

Senigallia (Ancona), 26 dicembre 2021– "Su Omicron dobbiamo uscire in fretta da un’ondata di isteria collettiva. E’ necessario recuperare una discussione seria, pacata, pragmatica, basata sui fatti". Guido Silvestri, virologo di senigalliese, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, rivolge un appello: "Mentre i media mainstream straparlano di ‘tsunami Omicron’ e quelli alternativi delirano di vaccini tossici e di dittatura degli scienziati – spiega il fondatore della pagina social ‘Pillole di ottimismo’ – ci sono tre fatti importanti che stanno emergendo sulla nuova variante Omicron che meritano una seria discussione".

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Guido Silvestri
Guido Silvestri

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Omicron e mortalità

Primo fatto: "La letalità calcolata di Covid-Omicron sembra molto più bassa di quella delle varianti precedenti. Il dato dal Sudafrica su quasi 400mila casi parla di 0,26% di letalità, paragonata al 2,5-4% delle ondate precedenti. Questo nonostante la popolazione sia pienamente vaccinata solo al 26,3% (42% degli adulti). In accordo con questa osservazione, la pressione sulle terapie intensive del Sudafrica, un Paese da 60 milioni di abitanti, rimane bassa, con un totale di 546 letti occupati (molto meno che in Italia)".

Omicron e ospedalizzazioni: "Il 20% rispetto alla Delta"

Secondo fatto evidenziato da Silvestri: "Lo studio del National Institute for Communicable Diseases del governo sudafricano diretto da Nicole Walter e Cheryl Cohen, segnala che il rischio di ospedalizzazione nei pazienti che hanno contratto Omicron è il 20% di quello osservato nei pazienti che avevano contratto Delta".

Omicron infetta di più le alte vie respiratorie

Terzo fatto, secondo Guido Silvestri: "E’ dei giorni scorsi lo studio della facoltà di Medicina alla Università di Hong Kong, secondo cui la variante Omicron è più efficace nell’infettare le cellule delle alte vie respiratorie e dei bronchi, ma meno efficiente nell’infettare quelle del tessuto polmonare profondo. Questo studio potrebbe rappresentare la base della minore severità clinica osservata in Sudafrica, in quanto la polmonite interstiziale con danno alveolare diffuso e conseguenti complicanze sistemiche è l’elemento centrale nella patogenesi del Covid severo".

Conclusione del virologo di Senigalllia: "Speriamo che questi dati servano per rimodulare il nostro approccio legislativo e comunicativo alla pandemia". Speriamo di affrontare con meno paura e isteria collettiva la variante Omicron.