Emilia Romagna, recuperate opere d’arte contraffatte per quasi 14 milioni

Il bilancio 2019 dei carabinieri. Ritrovati anche 2.300 beni culturali, dei quali 1.518 reperti archeologici

Tanto lavoro per i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna

Tanto lavoro per i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna

Bologna, 29 maggio 2020 – Calano i furti di opere d’arte in Emilia-Romagna. È uno degli aspetti che emergono dal bilancio 2019 dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna. Lo scorso anno, oltre 1.478 sono stati i beni controllati nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal comando tutela patrimonio culturale di Roma: si tratta, principalmente, di opere d'arte poste in vendita da privati attraverso case d'aste o siti internet e collezioni di reperti di interesse archeologico.

I carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna hanno incrementato l’attività rispetto all’anno precedente, arrestando tre persone e denunciandone all’autorità giudiziaria altre 51, poiché responsabili di aver violato le norme del codice penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di reati di furto, ricettazione, contraffazione di opere d’arte e in danno del paesaggio. Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di recuperare e sequestrare 2.341 beni, di cui 821 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 2 reperti paleontologici e 1.518 reperti archeologici, nonché 113 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in 3 milioni 241mila euro per i primi e 13 milioni 891mila euro per le seconde. Il numero di furti di beni culturali a livello regionale ha visto una netta diminuzione rispetto a quelli dell’anno precedente (da 73 nel 2018 a 48 nel 2019): in particolare, i luoghi di culto continuano a risultare i più colpiti con 24 casi. Andando ad analizzare tale tipologia nell’ambito dell’intera regione, c’è da considerare che per la maggior parte dei casi del 2018 si tratta di azioni furtive commesse con lo stesso modus operandi (di giorno con impossessamento di oggetti ecclesiastici, corone e gioielli posti a decoro di statue ed immagini sacre, previa effrazione di tabernacoli, cornici e/o contenitori di vario genere).

Particolarmente significativo è stato l’impegno per contrastare la contraffazione delle opere d’arte, un fenomeno in forte espansione e che riguarda, soprattutto in termini quantitativi, l’arte contemporanea. Ne è l’esempio l’operazione ‘Paloma’ che ha consentito di arrestare due bolognesi, già noti, a cui, sono stati contestati, a vario titolo singolarmente o in concorso tra loro i reati di: ricettazione del dipinto contraffatto olio su tela a firma Pablo Picasso denominato “El Pintor”; ricettazione continuata dei dipinti contraffatti olio su tela, uno a firma Pablo Picasso denominato “Buste de jeune garcon” e l’altro a firma Monet denominato “La roche –blond au soleil couchant”.

A uno dei due indagati, tra l’altro, sono stati attribuiti anche quelli ancora più gravi di ricettazione continuata di ulteriori 23 opere contraffatte di artisti di arte contemporanea (Fontana, Degas, Crippa, Castellani, Pecora, Morandi, Balla, Miro’, Reggiani, Kandinsky e Schifano) già sequestrate nel corso dell’attività investigativa; riciclaggio continuato dei suindicati dipinti contraffatti a firma Pablo Picasso, su cui eseguiva operazioni mirate a camuffarne la provenienza illecita. Il valore economico di tutti i beni falsi sequestrati nel corso della sola operazione ‘Paloma’ è stato stimato, qualora commercializzati come autentici, in circa 10 milioni di euro.