Ordinanza Emilia Romagna Pdf: cosa cambia dal 14 novembre

Il tentativo di Bonaccini di evitare la zona arancione. Le restrizioni riguardano lo shopping, le consumazioni in bar e ristoranti e lo sport. Ecco cosa non si potrà più fare fino a 3 dicembre

Covid, l'ordinanza della regione Emilia Romagna in vigore dal 14 novembre

Covid, l'ordinanza della regione Emilia Romagna in vigore dal 14 novembre

Bologna, 13 novembre 2020 - Domani, sabato 14 novembre, entrerà in vigore in Emilia Romagna la nuova ordinanza anti-Coronavirus, firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, valida fino al 3 dicembre. Un tentativo estremo per cercare di evitare il passaggio dal colore giallo a quello arancione, con un conseguente aumento di forti limitazioni. Ma non è servito: nel tardo pomeriggio la Regione è diventata 'arancione' con relativwe regole. 

L'ordinanza ieri è stata condivisa anche da Veneto e Friuli Venezia Giulia. Restrizioni maggiori vengono introdotte, in tempo per il weekend in arrivo, per gli acquisti, in particolare nei negozi più grandi, per le consumazioni in bar e ristoranti e per l'attività fisica.

L'obiettivo è ridurre al massimo gli assembramenti, arginando la movida e gli acquisti di massa nel weekend. Vediamo cosa cambierà, in dettaglio, nei diversi ambiti:

Negozi

La domenica, stop ad ogni attività di vendita, compresi i negozi al dettaglio di vicinato. Possono restare aperti solo farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie e edicole. La vendita con consegna a domicilio è invece sempre consentita e viene “fortemente raccomandata”. Discorso diverso per il sabato e i giorni prefestivi, quando almeno i negozi di vicinato potranno rimanere aperti.

Gli store di media e grande superficie, sia con un esercizio unico, sia con più negozi, comunque collegati, compresi i complessi commerciali, rimarranno invece chiusi per tutto il weekend, quindi anche outlet, parchi commerciali, mega store come Ikea, Decathlon, ma anche show room, concessionarie di auto di grandi dimensioni e catene di abbigliamento. Per media e grande superficie si intendono dai 250 metri quadrati in su, nei Comuni con più di 10mila abitanti, e dai 150 in su, nei Comuni più piccoli.

Così come per la domenica, il divieto non vale per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole.

Ma non è finita. Nei negozi e in qualsiasi esercizio di vendita potrà entrare un solo componente per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni.

Mercati

Niente mercati in area pubblica o privata, a meno che non vi siano Piani dei Comuni che prevedano le seguenti condizioni di minima: perimetrazione, varchi di accesso e uscita distinti, sorveglianza pubblica e privata sull’applicazione delle regole di distanziamento e sicurezza. A Bologna resterà chiusa anche la Piazzola, il mercatino dell'antiquariato di piazza Santo Stefano e i mercati contadini; a salvarsi solo quelli rionali.  

Bar e ristoranti

Nessuna chiusura nel week-end, ma regole più stringenti per evitare aperitivi anticipati prima delle 18 (quando chiudono i locali, in osservanza al Dpcm in vigore) e assembramenti al bancone. Dalle 15 alle 18, infatti, si potrà consumare nei bar e nei ristoranti solo se seduti al tavolo, fuori o dentro agli esercizi commerciali. Un divieto già ribattezzato 'norma anti spritz'. La consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico. La vendita con consegna a domicilio è invece sempre consentita e viene “fortemente raccomandata”.

 

Sport

Stop alla corsetta mattutina sotto i portici. E' vietata l'attività sportiva nelle strade e nelle piazze del centro storico delle città e nelle aree solitamente affollate come i lungomare. E’ consentito, invece, svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, in parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, se accessibili, rispettando però sempre la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività.

Scuola

Nelle scuole elementari e medie sono sospese le lezioni di educazione fisica, canto e di musica con strumenti a fiato, perché considerate a rischio elevato. L’ordinanza prevede poi che, al di là dell’attività di formazione già normata dal Dpcm, tutte le restanti dovranno essere svolte a distanza (ad esempio, corsi di lingua, di teatro, di fotografia). Si tratta di misure prudenziali, introdotte nell’attesa di nuove e ulteriori indicazioni da parte del Comitato tecnico scientifico nazionale.

Mascherina

E' obbligatoria sempre non appena si esce di casa. Fanno eccezione i bambini con età inferiore a sei anni, le persone che stanno svolgendo attività sportiva e quelle con patologie o disabilità incompatibili con il suo uso, oppure che per interagire con questi soggetti non possano utilizzarle. Nel caso, poi, di momentaneo abbassamento della mascherina per consumare cibo o bevande o per fumare, dovrà in ogni caso essere rispettata la distanza minima di un metro, salvo quanto disposto da protocolli o specifiche previsioni maggiormente restrittive.

Ordinanza Emilia Romagna in Pdf

L'appello di Bonaccini: "Serve uno sforzo in più da parte di tutti"

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, oggi, in un post su facebook, in cui  ha riferito tra l'altro di essere ancora positivo al Coronavirus, come risulta da un tampone di controllo, e che i medici gli hanno diagnosticato una polmonite bilaterale, ha commentato la nuova ordinanza, facendo un accorato appello agli emiliano-romagnoli. “Ho assunto una nuova ordinanza, che contiene ulteriori misure e restrizioni. L'ho fatto col cuore pesante perché so bene che dietro ogni sospensione o limitazione delle imprese e del lavoro ci sono persone e famiglie che vanno ancor più in difficoltà, dopo mesi già difficili", ha detto.

Bonaccini chiede agli emiliano-romagnoli uno sforzo in più. “Tantissimi – ha spiegato - in tutti questi mesi hanno dimostrato grande senso di responsabilità e civismo, seguendo le regole e facendo sacrifici. Ma serve fare un altro sforzo. E dobbiamo farlo tutti, proprio tutti, nessuno escluso. Perché dobbiamo impedire al virus di nutrirsi di sottovalutazione e insofferenza”.

Lancia poi l'allarme sulla tenuta del sistema sanitario: “I posti letto non sono infiniti – avverte - come non lo è la capacità di sopportazione dei lutti, della malattia, della sofferenza. Né possiamo ignorare le regole e poi dire che il lavoro o la scuola non si possono fermare. Perché è solo dal rispetto di tutti delle limitazioni (anche di quelle non scritte: ad esempio stare a casa se non è davvero indispensabile uscire) che dipende la nostra capacità di fermare il contagio, di rallentare i ricoveri, di contenere i decessi. E di tutelare il diritto alla salute, al lavoro, alla scuola”.