Pasta day 2021: Emilia Romagna e Marche al top nella produzione di grano

Sono rispettivamente al terzo e al quarto posto in Italia. Ne consumiamo la bellezza di 23 chili all'anno a testa

E' il pasta day: un piatto di spaghetti alla carbonara

E' il pasta day: un piatto di spaghetti alla carbonara

Bologna, 24 ottobre 2021 - Domani in tutto il mondo si celebra il Pasta day: un modo internazionale per festeggiare, il 25 ottobre, il manicaretto per cui il Made in Italy è forse più famoso (insieme alla pizza e al parmigiano, ma la lista serebbe troppo lunga) anche grazie all'infinita varietà delle ricette.  Ma quali sono le regioni italiane che producono più grano duro e sono quindi le protagoniste del pasta day? Sul podio ci sono a Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna, mentre le Marche si piazzano al quarto posto con 3,7 milioni di quintali nel 2021.

E' il pasta day: un piatto di spaghetti alla carbonara
E' il pasta day: un piatto di spaghetti alla carbonara

Pasta fai da te

In tempi di pandemia da Covid, poi, si scopre che il 40% degli italiani è tornato a mettere le mani in pasta: stando a un'indagine di Coldiretti/Ixè più di quattro famiglie su dieci (41%) sono tornate a cimentarsi nella preparazione casalinga della pasta sotto la spinta del ritorno alla tradizione e del maggior tempo trascorso a casa. Non per nulla la macchina impastatrice è entrata nel 2021 a far parte del paniere Istat per misurare il costo della vita. 

Quanta pasta mangiamo

Ogni italiano ne consuma oltre 23 chili l'anno, ma la pasta è molto apprezzata anche all'estero. Noi, di palato più difficile, prediligiamo la pasta prodotta con grano 100% italiano. "Quella dell'etichettatura obbligatoria che indica l'origine - spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - è stata una grande battaglia vinta da Coldiretti per la trasparenza nei confronti dei consumatori, per sostenere un'agricoltura di qualità, amica dell'ambiente e della salute come quella italiana".

Al fianco della produzione principale la ricerca del Made in Italy ha portato i consumatori alla riscoperta di grani antichi come Saragolla o Jervicella, quest'ultimo riconosciuto anche come Sigillo di Campagna Amica, presidio di biodiversità da recuperare e valorizzare.