Plasma iperimmune nelle Marche, il super sangue in cassaforte. Via ai prelievi

I consensi sono già oltre 60. Si comincia lunedì a Torrette, Pesaro e Fermo. Non ci sono pazienti gravi: le sacche saranno congelate

nelle Marche inizierà lunedì la raccolta del sangue delle persone guarite dal coronavirus

nelle Marche inizierà lunedì la raccolta del sangue delle persone guarite dal coronavirus

Ancona, 21 maggio 2020 - È già partita nelle Marche la corsa alla donazione del super plasma nella lotta contro il Sars-Cov2. I soggetti che si sono già resi disponibili – selezionati tra chi in questa fase è risultato positivo al Coronavirus – a donare parte del oro plasma sono una sessantina, la maggior parte residente nel pesarese, dove la pandemia ha fatto più danni, sia a livello di contagi (2.735) che di vittime (522). Si tratta di papabili donatori in quanto è probabile che la percentuale di chi non potrà donare sarà alta.

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Due sono le caratteristiche principali per l’ok: il donatore non deve essere soggetto a infezioni o malattie di vario genere, dunque il suo sangue è compatibile; potranno donare il plasma, come ricordato poco fa, solo le persone contagiate e guarite dal Covid-19, ma con una carica di anticorpi sufficiente per conferire beneficio sotto il profilo clinico. Superate le discussioni su stop e intoppi legati alla parte etica della sperimentazione, il procedimento è entrato nel vivo e da lunedì si inizia a fare sul serio con l’arruolamento e i primi prelievi.

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Quando se n’è iniziato a parlare l’emergenza era nel pieno della potenza, nel frattempo, dalla vigilia di Pasqua in poi, il virus ha iniziato a cambiare e ad ammorbidirsi. Meno contagi, meno decessi, ma soprattutto meno polmoniti severe. Ora gli ospedali si stanno svuotando e paradossalmente non ci sono pazienti a cui somministrare il plasma di paziente guarito, anche se questo è assolutamente un bene: "Il calo dei numeri a livello clinico è stato davvero inatteso – spiega il professor Andrea Giacometti, primario della cinica di malattie infettive dell’ospedale di Torrette e a capo del progetto di sperimentazione –. Oggi nel mio reparto sono rimasti una decina di pazienti a nessuno dei quali è possibile somministrare il plasma, lo stesso dicasi per i colleghi di Pesaro. L’obiettivo è raccogliere tra 80 e 100 dosi terapeutiche da 600ml per ogni paziente da dividere in tre sacchette da 200 da iniettare nei giorni 1,3 e 5 sullo stesso paziente, da Carlo Bianchi a Mario Rossi per intenderci. Se i pazienti mancano nessun problema – continua il professor Giacometti – meglio così. Significa che il virus avrà dato una tregua, il plasma sarà comunque congelato e durerà un anno. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di donare il nostro plasma ad altre regioni che ne potrebbero avere bisogno. Così come è successo per altre pandemie in passato, è sempre meglio essere pronti e dotati di tutti i dispositivi necessari".  

In attesa dei dati clinici lunedì si parte e a gestire la prima parte del procedimento sarà il Dipartimento interaziendale regionale di medicina trasfusionale: "I poli di raccolta del plasma sono tre, a Pesaro, qui a Torrette e a Fermo – precisa la direttrice del Dirmt, Daniela Spadini –. Conteranno la compatibilità trasfusionale del candidato, le sue caratteristiche, sia che si tratti di un donatore dell’Avis, quindi avvezzo, sia una persona che per la prima volta si affaccia al mondo della donazione. Sarà importante la qualificazione sierologica dell’unità, tra il trattamento del prelievo per ridurre i rischi patogeni e l’effettiva carica di anticorpi". © RIPRODUZIONE RISERVATA