Punti nascita Emilia Romagna. "Due mesi per riaprire quelli in Appennino"

Vertice con i sindaci dell’Appennino. La Regione ha predisposto un protocollo sperimentale che dovrà essere vagliato dal Ministero

Punti nascita, via al protocollo sperimentale per riattivarli

Punti nascita, via al protocollo sperimentale per riattivarli

Bologna, 24 gennaio 2020 – Arriva la svolta dopo l’incontro sui punti nascita di montagna chiusi: le donne che hanno una gravidanza senza complicazioni vi potranno tornare a partorire. Come annunciato più volte durante questa lunga campagna elettorale da Bonaccini, punzecchiato ripetutamente sull'argomento dalla sua sfidante Borgonzoni, la Regione ha predisposto un protocollo sperimentale per riattivarli che andrà al ministero della Salute. È quanto è emerso durante il primo incontro del percorso istituzionale per la riapertura dei punti nascita dell’Appennino, svoltosi giovedì pomeriggio a Bologna, in viale Aldo Moro. Presenti la sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l'assessore alle Politiche per la salute Sergio Venturi, e i sindaci dei Comuni dell'Appennino interessati, Enrico Bini (Castelnovo Monti), Giuseppe Nanni (Alto Reno Terme), Luciano Biolchini (Pavullo nel Frignano) e Diego Rossi (Borgo Val di Taro).

Le donne in gravidanza e senza alcuna complicazione potranno tornare a partorire nei punti nascita degli ospedali montani dove attualmente l’attività è stata sospesa. La Regione ha predisposto un protocollo sperimentale da inviare al ministero della Salute che prevede il rapido avvio di un percorso, protetto e sicuro, per consentire a un largo campione di donne, su base volontaria, di partorire nei quattro punti nascita. Il ministero sarà chiamato a esprimersi entro 60 giorni. Per garantire la sicurezza di mamme, nascituri e operatori sanitari, potranno accedere al protocollo donne senza precedenti di gravidanze complicate o a rischio, complicanze post-partum materno-infantili, donne con gravidanze fisiologiche fino al termine e controlli in gravidanza espletati. Verranno inserite nel protocollo su base volontaria e saranno assistite nella funzione del parto localmente. Verrà effettuato un confronto costante con i parti espletati in centri tutt’ora in funzione.

I sindaci hanno espresso soddisfazione per la proposta presentata.