Rischiare la vita per una puntura: il nemico dell’estate è il calabrone

Da luglio nel Maceratese ben 36 casi di gravi reazioni con persone che hanno rischiato di morire per shock anafilattico. Il primario Pucci: "I terreni abbandonati e gli inverni più miti aumentano la sopravvivenza degli insetti"

Calabroni (foto d'archivio)

Calabroni (foto d'archivio)

Macerata, 13 agosto 2022 - Morire di shock anafilattico a causa della puntura di un insetto, purtroppo, è un evento sempre più frequente. "Dall’inizio di luglio all’11 agosto abbiamo registrato ben 36 casi con gravi reazioni sistemiche dovute alla puntura di imenotteri, persone che hanno rischiato di morire per shock anafilattico. Un numero in forte crescita, legato soprattutto alle punture di calabrone.

E questa è la vera novità: fino a 15/20 anni fa i casi legati alle punture di calabrone erano uno/due all’anno. Ora sono molti, molti di più". Stefano Pucci, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Allergologia dell’Area Vasta 3, che ha la sua sede di riferimento all’ospedale di Civitanova, uno dei centri più grandi e importanti d’Italia, ma a cui affluiscono pazienti provenienti da tutte le Marche e anche da altre regioni, evidenzia un incremento esponenziale di gravi reazioni anafilattiche, potenzialmente fatali se non trattate con tempestività (nei casi peggiori si muore nell’arco di un quarto d’ora).

Stefano Pucci direttore l’Unità Operativa Complessa di Allergologia dell’AV 3
Stefano Pucci direttore l’Unità Operativa Complessa di Allergologia dell’AV 3

"Nel solo mese di luglio in Italia sono state sette le vittime per shock anafilattico dovuto alla puntura di un imenottero, un numero molto elevato. Qui a Civitanova sono state tante le persone che sono giunte per una reazione grave. Ad ognuna di loro vengono fornite precise norme di prevenzione, con indicazioni specifiche e dettagliate su come comportarsi e anche sulla corretta autogestione della terapia di emergenza, comprensiva dell’adrenalina auto iniettabile. Il passo successivo è quello di un accurato percorso diagnostico per stabilire con precisione la sensibilità al veleno, a cui fa seguito l’immunoterapia allergene specifica, quasi sempre risolutiva".

I pazienti sottoposti a questa terapia seguiti dal Centro di Civitanova sono oltre 1.500, e ogni anno se ne aggiungono almeno altri 50. La crescita del 2022 riguarda, come detto, soprattutto le punture di calabrone. "Un tempo erano rari, ora sono tanti, sempre di più", prosegue Pucci. "Credo che siano soprattutto due i fattori che possono spiegare questa diffusione: il primo è legato al fatto che, ormai, tanti terreni agricoli sono stati abbandonati e dunque non si fa più la bonifica dei nidi; il secondo, probabilmente, è quello di inverni sempre più miti che consentono a questo imenottero maggiori probabilità di sopravvivenza".

Ancora ieri mattina, all’ospedale di Civitanova, a causa di una reazione alla puntura di imenottero sono arrivate cinque persone, tre delle quali con una reazione classificata come grave. Naturalmente non mancano – come sempre - punture di vespe e api, ma si può ben dire che nella nostra regione il 2022 può essere definito "l’anno del calabrone".

I consigli

La "Vespa Crabro", comunemente chiamata calabrone, ha una lunghezza di 3,5 centimetri (regina) e 2,5 centimetri (operaie), di colore giallo–arancio e rosso–marrone. Si nutre di insetti (anche le api), si trova sia in natura che in collina e generalmente nidifica in alberi cavi, intercapedini, muri e camini. Il calabrone punge quando si sente provocato o minacciato.

Spiega Pucci: "E’ bene evitare di mangiare all’aperto soprattutto alla sera; se si vuole tenere le finestre aperte bisogna dotarle di zanzariere; bisogna evitare di raccogliere frutta dagli alberi (i fichi in particolare) dove spesso il calabrone si trova; non bisogna bonificare i nidi d’estate: volando anche di notte, il rischio è quello di essere attaccati, con punture al collo o alla testa".