Quarta dose, Burioni e Locatelli: "Potrebbe essere necessaria"

Il virologo pesarese ospite di Fazio a 'Che tempo che fa' con il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts)

Roberto Burioni e Franco Locatelli a 'Che tempo che fa'

Roberto Burioni e Franco Locatelli a 'Che tempo che fa'

Pesaro, 27 febbraio 2022 - Quarta dose vaccinale si o no? In tanti se lo stanno chiedendo, anche perché se da un lato si attende il 31 marzo per la fine dell'emergenza pandemica, dall'altro ci si interroga sui rischi futuri, le possibili recrudescenze e nuove varianti del virus. 

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Il virologo pesarese Roberto Burioni, a 'Che tempo che fa' su Rai Tre, risponde al conduttore Fabio Fazio in maniera semplice e chiara: "Dobbiamo accettare che non possiamo prevedere il futuro, non sappiamo come evolverà questo virus che è nuovo. Così come non possiamo sapere per quanto sarà efficace questa protezione nei confronti della malattia grave". Quindì: "Potrebbe essere necessaria la quarta dose, dobbiamo essere pronti a questo".

In studio insieme al professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, c'è il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts). Fazio rivolge ai suoi ospiti la domanda sul 31 marzo, atteso da molti come la data della liberazione: "Visto quello che è successo in altri Paesi che avevano allentato le misure anti covid e ora si ritrovano la curva in crescita, non sarà presto per gli allentamenti?".

"Il long-Covid è una clausura che dura mesi" 

​Locatelli (Cts): "Non possiamo escludere nuove varianti"

"E' chiaro che l'autunno è la stagione a cui guardiamo tutti con maggior prudenza, proprio perché abbiamo ormai imparato, ma già lo sapevamo evidentemente da tutta la storia dei virus respiratori, che quello è il periodo più critico - risponde Locatelli -. È chiaro però, come è stato detto dal presidente Draghi, che ci sarà la possibilità eventualmente di riattivare alcuni meccanismi per contenere in maniera efficace una eventuale ripresa e poi c'è anche la variabile che non possiamo del tutto escludere che è l'emergenza delle nuove varianti. Io credo che la scelta di porre fine allo stato d'emergenza con lo scioglimento del comitato tecnico scientifico va letta esattamente nella prospettiva di una situazione migliorata. Interpretando il pensiero di tutti i componenti, noi lasceremo questo tipo di attività onorati di aver servito il Paese e sereni di aver provato a farlo al meglio delle nostre capacità".

"Continuerò a portare la mascherina al chiuso anche dopo il 31 marzo"

A dirlo è Burioni, facendo appello alla gradualità nell'allentamento delle misure, e al buon senso di ogni singolo cittadino. "Avete notato che sono due anni che non prendiamo l'influenza?", osserva il virologo. "Bene, questo lo dobbiamo alla protezione delle mascherine, che nei luoghi affollati ci hanno protetto anche da altri virus, come quello, appunto, dell'influenza. Che può essere molto perisolosa se associata ad altre patologie". 

Appello a vaccinarsi

Sia Locatelli che Burioni, non mancano di fare appello a chi ancora non lo avesse fatto, ad immunizzarsi. "E' importantissimo che tutti si vaccinino. In Italia non abbiamo avuto quell'impatto drammatico della malattia solo ed esclusivamente grazie ai vaccini. Ora si apre una prospettiva diversa, da affrontare con responsabilità e gradualità nei comportamenti personali e nelle riaperture".