"Servono altri miliardi per la Riviera romagnola"

Il senatore Manca: "L’Europa ci aiuti, occorrono sgravi fiscali. E dobbiamo rigenerare i litorali"

Daniele Manca (foto Dire)

Daniele Manca (foto Dire)

Bologna, 23 maggio 2020 - "Serve un piano Marshall del turismo al più presto. E l’Europa ci deve aiutare". Il senatore Daniele Manca, già sindaco di Imola, capogruppo Pd in commissione Bilancio, pensa a un piano straordinario che possa dare un nuovo impulso anche alle nostre città d’arte, alle spiagge di Emilia-Romagna e Marche e a tutte le nostre strutture ricettive.

Partiamo dal concreto: il decreto Rilancio non basta?

"È importantissimo. Si tratta di 5 miliardi, 4 per il turismo e uno per la cultura. Ma non basta. Ce ne vogliono altri dieci".

Già, ma chi ce li dà?

"L’Europa. Il recovery fund della Ue deve darci liquidità. Per l’Italia il turismo è il biglietto da visita nel mondo e vale il 15-16 per cento del Pil".

Pensiamo ai nostri territori. Rimini è la quinta città per Pil turistico: non gli bastano le misure del governo?

"Non ce la caviamo con il bonus vacanze. Faccio un esempio: si dovrebbe portare al più presto a 200 milioni il fondo per il ristoro della tassa di soggiorno ai comuni utilizzando criteri proporzionali al peso dell’economia turistica delle diverse città".

La Riviera romagnola riapre. Quali interventi servono per le spiagge?

"Bisogna favorire investimenti che rendano l’impresa turistica più green. Quindi penso a sgravi fiscali, come ecobonus e simili, pensati proprio per hotel e strutture turistiche. Poi serve rigenerare le nostre spiagge, i nostri litorali e le infrastrutture necessarie ad attrarre turisti".

Per diverse settimana sarà dura avere turisti: gli spostamenti tra le regioni partono dal 3 giugno...

"Proprio per questo non dobbiamo abbandonare i sindaci. Non voglio sentirli dire: senza soldi, spegniamo le luci. Anzi. In un momento così difficile bisogna rendere le nostre città e le nostre offerte ancora più appetibili. Magari anche diversificando l’offerta, puntando su zone e luoghi meno conosciuti. Anche riaprendo tutto, il turismo non ha un meccanismo a orologeria che riparte all’istante. Per questo, pure gli ammortizzatori sociali non possono finire tra 9 settimane".

Un altro settore in crisi è quello fieristico: che fare?

"Non possiamo perdere la competitività. Penso a Bologna, ma anche a Rimini o Parma. Un pezzo della nostra economia si regge anche su questo".

C’è poi un altro tema: il decreto Rilancio riconosce un fondo di 200 milioni a Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza. Mancano Rimini, Medicina e Pesaro, perché?

"Un errore. Vanno inseriti assolutamente. E dirò di più: va aumentato di 100 milioni il fondo per le zone rosse. Sono i territori più penalizzati visto che hanno promosso azioni restrittive per limitare i contagi".

Oltre al turismo c’è l’automotive, la moda, l’export. Crede che in Emilia-Romagna si riprenderanno?

"Questa Regione ha dimostrato di essere la locomotiva di questo paese, anche in questa crisi. Chissà che questo territorio non dia la spinta, ancora una volta, per una ripartenza di tutto il Paese".