Santa Lucia: giorno (e notte) speciale. Storia della festa del 13 dicembre

È la santa protettrice della vista. La si festeggia in attesa del Natale, con dolci e giocattoli. A Forlì la benedizione agli occhi, ma a distanza: il programma

Santa Lucia, protettrice degli occhi

Santa Lucia, protettrice degli occhi

Bologna, 12 dicembre 2020 - Santa Lucia è la protettrice della vista ed è considerata patrona di tutti coloro che hanno problemi agli occhi. Il 13 dicembre è il giorno dedicato al suo culto e, secondo le tradizioni popolari, era anche il giorno più corto dell'anno. Da qui i detti: “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”, oppure "Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia". Le giornate in inverno, infatti, sono corte, ma la notte più lunga e il giorno più corto sono quelli del solstizio d'inverno, il 21 dicembre. Questi proverbi che giocano sulla brevità della luce in questo periodo sono il motivo dell'associazione della santa alla luce, ma lo è anche l'etimologia del suo nome (dal latino 'lux', luce)

Lucia è la patrona di diversi comuni e località in tutta Italia. Lo è in Romagna dei comuni di Savignano sul Rubicone e di Santa Sofia, in provincia di Forlì-Cesena, ma è patrona anche di Casola Valsenio (Ravenna) e di Medicina, in provincia di Bologna (compatrona in questo caso con san Mamante). Santa Lucia era nata a Siracusa ed è lì dove subì il martirio sotto l’imperatore Diocleziano. Il suo culto fu portato in Romagna nel V secolo da Sant’Orso, vescovo di Ravenna, ma originario della Sicilia.

Per festeggiare Santa Lucia, ogni anno si organizzano feste e fiere. Un'occasione per tutti e soprattutto motivo di grande festa per i bambini. Una tradizione che si associa, infatti, anche al Natale, con tutti i suoi mercatini e i regali. Ma il punto forte dei banchetti allestiti per Santa Lucia sono i dolci, in particolar modo il torrone che in certe località romagnole, come Forlì e Savignano sul Rubicone, si regala alle ragazze e alle innamorate.

La tradizione vuole che Lucia un tempo fosse anche conosciuta come protettrice delle donne nubili: andare ad una delle tante messe celebrate nel giorno di Santa Lucia, significava per le giovani in cerca di marito, soprattutto quelle senza dote, rendere pubblica la volontà di sposarsi. Oggi, quindi, regalare un pezzo di buon torrone artigianale all'innamorata può ancora assomigliare a una dichiarazione d'amore o d'affetto.

Quest'anno, a causa del Covid, tutti i mercatini sono stati annullati, ma ciò non toglie che quello dedicato alla Santa fosse uno dei più dolci con caramelle, cioccolato, bon bon, croccanti, torrone con mandorle o noci, ma anche con l'immancabile marzapane. Non mancavano nemmeno bancarelle con giocattoli, abbigliamento e tutti i prodotti di artigianato che rendevano preziosi gli acquisti per i regali di Natale.

A Bologna, la Fiera di Santa Lucia è la più antica della città. Il mercatino tradizionale si è sempre tenuto in Strada Maggiore, sotto al Portico dei Servi, accanto alla Basilica di Santa Maria dei Servi, dal 17 novembre al 26 dicembre. La scelta di questo luogo per l'allestimento della fiera ha un significato storico, oltre che simbolico. Nella basilica, infatti, è custodita l'effigie votiva di Santa Lucia, ma tutto risale a quando Papa Gregorio XIII, alla fine del XVI secolo, donò alla Diocesi di Bologna, una reliquia della Santa. I Padri Gesuiti fondarono una chiesa, in via Castiglione, in cui custodire la reliquia e la dedicarono a Santa Lucia. Fu sulle scalinate di ingresso a quella chiesa che nacquero le prime attività di commercio di icone religiose, specialmente nei periodi dell'anno in cui si organizzavano le funzioni e le messe per la Santa. Fu più tardi, con lo scioglimento dell'Ordine dei Gesuiti nel 1773 e la venuta di Napoleone nel 1796, che la fiera venne temporaneamente sospesa.

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Venne riattivata dopo la caduta di Napoleone e con il ripristino del Governo della Chiesa. Il portico della Basilica di Santa Maria dei Servi fu il nuovo luogo in cui si organizzò la fiera, dopo che anche la reliquia venne trasferita, in seguito alla chiusura della chiesa di via Castiglione.

Ricorrendo le origini più religiose di questa festa che oggi rimane più che altro motivo di ritrovo natalizio, a Forlì si organizza ancora la benedizione degli occhi ed è un momento molto sentito da forlivesi. 

 

Forlì, la benedizione agli occhi. Il programma

Anche quest'anno si terrà la benedizione, ma gli occhi non verranno toccati direttamente e si terrà conto di tutte le dispozizioni per evitare gli assembramenti.  L'appuntamento sarà domenica 13, a partire dalle 9 del mattina, nel chiostro attiguo alla chiesa di corso della Repubblica. Dentro la chiesa, invece, verranno solo celebrate le messe alle ore 9, 11, 15, 17.30 e 19, sempre con uso di mascherina, igienizzante e distanziamento.

La messa delle 11, presieduta dal vescovo, mons. Livio Corazza, sarà una nuova tappa della Via della Speranza da lui proposta e verrà anche trasmessa da Teleromagna sul canale 14. Le offerte raccolte durante la festa, negli spazi predisposti nel rispetto delle norme anti Covid, saranno devolute per la chiesa di Santa Lucia e per la missione in Congo dove ha vissuto e lavorato per molti anni il missionario saveriano forlivese padre Gino Foschi, morto nel 2017.