Sara Pedri e la perizia, la psicologa ai pm: "Era un agnello in mezzo ai lupi"

Perizia depositata in procura a Trento basata soprattutto sui messaggi Whatsapp della ginecologa scomparsa: "Il vivere ormai le procurava dolore"

Sara Pedri in un selfie scattato nella sua casa in Trentino

Sara Pedri in un selfie scattato nella sua casa in Trentino

Forlì, 4 gennaio 2022 – I messaggi Whatsapp di Sara Pedri – testo e vocali – hanno riempito 20mila pagine. Ed è solo una parte dell’enorme quantità di materiale vagliato da Gabriella Marano, psicologa e criminologa, incaricata dalla famiglia della ginecologa 32enne scomparsa il 4 marzo 2021: è stata realizzata così una perizia di parte lunga 119 pagine, depositata il 28 dicembre in procura a Trento dall’avvocato della famiglia, Nicodemo Gentile. L’obiettivo era quello di ricostruire la personalità di Sara e gli effetti sulla sua personalità dell’ambiente lavorativo, il reparto di Ginecologia dell’ospedale di Trento: l’ex primario Saverio Tateo e la sua vice Liliana Mereu sono attualmente indagati per maltrattamenti dai pm di Trento.

La perizia, che si è avvalsa anche di 15 testimonianze, fa sì dunque che "il supertestimone di questa vicenda è proprio lei, Sara, che ha parlato attraverso appunti lasciati in casa, email, telefonate, confidenze, sfoghi e lacrime versate con le persone a lei più care. Una stele di Rosetta che permette di decifrare il decreto di morte di Sara".

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Secondo la psicologa, Sara si è ritrovata "un agnello in mezzo ai lupi", poi "sbranata". È stata vittima di "quick mobbing", ovvero "comportamenti vessatori frequenti e costanti con lo scopo, quand’anche inconsapevole, di violare la sua dignità di donna e lavoratrice e di creare intorno a lei un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante e offensivo che ha minato il suo equilibrio, data l’eccezionalità e la violenza della portata, in poco più di tre mesi, generando un disturbo post traumatico da stress".

La perizia sostiene che Sara fosse "in preda a un vero e proprio tormento psichico": "Il vivere ormai le procurava dolore", "un dolore estremo che, nella sua mente, era diventato insopportabile. Tanto che la morte è diventata per lei sollievo e serenità". Gli esperti di mobbing dicono infatti che in questi casi si può arrivare fino al suicidio, fatto sul quale, pur in assenza del corpo, non paiono esserci dubbi.

Tra i molti messaggi analizzati ce n’è uno diretto al padre, uno degli ultimi scritti da Sara: "Vi chiedo scusa per la delusione che vi ho procurato". Il giorno prima della scomparsa, Sara si era dimessa dal reparto nel quale aveva svolto il suo primo vero lavoro dopo essere uscita dall’università.