Sara Pedri, la sorella: "Abbattuto un muro di omertà"

Emanuela Pedri ricorda la ginecologa scomparsa a marzo in provincia di Trento. Indagati per maltrattamenti primario e vice. "Mia sorella verrà ritrovata"

Sara Pedri ginecologa di 31 anni, è scomparsa dal marzo

Sara Pedri ginecologa di 31 anni, è scomparsa dal marzo

Forlì, 12 dicembre 2021 - Emanuela Pedri, sua sorella Sara è scomparsa lo scorso 4 marzo dopo aver lasciato l’auto nei pressi del lago di Cles, in provincia di Trento. Oggi alle 18 la ricorderete all’interno della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse. Come nasce questa iniziativa? "La stavamo organizzando da tempo. Grazie all’associazione Penelope (tratta casi di persone scomparse ndr) – che ho avuto la fortuna e la sfortuna di incontrare visto quanto mi è accaduto –, siamo riusciti a velocizzare l’iter. Oggi illumineremo la casa di viale Bologna 267 - 269 a Forlì, dove Sara ha sempre avuto la residenza con una luce verde".

Il colore della speranza. "Esattamente. Io sono credente e credo nella giustizia divina. Credo e spero che da questa vicenda possa nascere un cambiamento e che la luce di Sara possa far ritrovare la strada a chi si è perso. Sara è una luce che può creare energia, a sua volta in grado di smuoverne altra. Oggi inoltre vogliamo lanciare un messaggio di unione e sostegno a quelle famiglie che vivono una situazione come la nostra. A loro diciamo: ’rivolgetevi a persone affidabili’, come quelle dell’associazione Penelope".

Sara Pedri, gli esperti: "Giusto licenziare Tateo"

Sembra che lei stia ricavando qualcosa di positivo da un’esperienza così drammatica. "È così. Sara è diventata luce, è diventata energia e l’unica modo per tenerla viva è continuare a parlarne. Non dimentico che stiamo vivendo un’attesa snervante".

Il corpo di Sara non è mai stato trovato. "L’ambiente, la natura, non ci consente in questa stagione di cercarla nel lago. Quando sarà possibile le ricerche riprenderanno anche con l’utilizzo dei cani molecolari. Sono convinta che Sara ritornerà da noi. Sono convinta che questo è il nostro destino".

Chi interverrà oggi a casa di Sara? "Ci saranno alcune letture. Non dimentichiamoci che è una manifestazione nazionale. Dovrebbe parlare il nostro avvocato, Nicodemo Gentile, presidente nazionale dell’associazione Penelope, e l’assessore ai servizi sociali Rosaria Tassinari. Se ci sarà tempo e modo, potrebbe intervenire anche qualcuno della mia famiglia".

Sul fronte delle indagini, il primario e la vice del reparto dell’ospedale Santa Chiara, a Trento, dove sua sorella lavorava, sono indagati per maltrattamenti nei confronti di 14 operatori, tra cui Sara. Tutto è nato dalla vostra continua richiesta di verità? "Sì. Abbiamo buttato giù un sistema di omertà e silenzio che era strutturale, e che veniva dato per scontato. Nel nostro percorso ho sempre trovato delle persone aperte, che non ci hanno ostacolato, e ho riscontrato sollievo per aver fatto crollare questo muro di omertà. Io parlo sempre di ’esercito degli angeli’, cioè di persone che si spendono per Sara, per la verità, emblemi di fede e positività".

Ha fiducia che il sistema sanitario, in quelle parti che voi avete denunciato, possa cambiare? "Sì, lo sono sempre stata. Non nego che ci siano stati momenti di crisi, che avevo messi in conto".

Pensava di avere questa forza, anche nell’affrontare il sistema dei media? "No, mai. Questa è una domanda che mi hanno fatto anche alcune amiche. Ma lo sto facendo per amore, per amore di Sara, che per me non era soltanto una sorella. Abbiamo 14 anni di differenza, dove non arrivava mia mamma, arrivavo io".

Perché sua sorella ha deciso, presumibilmente, di togliersi la vita? "Si è ammalata di burn out, un sindrome che colpisce chi affronta quotidianamente grosse responsabilità - avvocati, forze dell’ordine e medici tra questi - e che va curata affrontando un percorso psicologico. Io stessa ho provato a mettermi nei panni di Sara e, sinceramente, non so se sarei riuscita a vivere come lei. Purtroppo ad un certo punto ha voluto togliere quel malessere".

La sorella: "Sara vittima di mobbing, l'hanno uccisa le parole sbagliate"