CronacaCorpo senza testa a Forlì, la criminologa: "Franco conosceva bene il suo assassino"

Corpo senza testa a Forlì, la criminologa: "Franco conosceva bene il suo assassino"

Roberta Bruzzone, volto noto della tv, analizza il caso di Civitella: "Suppongo un forte rapporto tra vittima e carnefice. La decapitazione è un messaggio"

Forlì, 27 giugno 2022 - Nella mente dell’assassino di Franco Severi. L’agricoltore 53enne è stato decapitato a Ca’ Seggio, nel comune di Civitella, tra il pomeriggio di martedì e la giornata di mercoledì (il ritrovamento è avvenuto nella serata del 22 giugno). Cosa possono significare le efferate modalità dell’omicidio? Dove può essere finita la testa di Franco? Sulle possibili risposte – che anche gli inquirenti cercano di trovare in queste stesse ore – ragiona Roberta Bruzzone, criminologa, in prima linea su alcuni importanti episodi di cronaca nera e volto noto di programmi tv come ‘Porta a Porta’.

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Un carabiniere sul luogo del ritrovamento del corpo, a Ca’ Seggio
Un carabiniere sul luogo del ritrovamento del corpo, a Ca’ Seggio

Bruzzone, che scenario immagina per questo omicidio?

"Mi colpisce molto il taglio della testa. Sappiamo che la vittima è stata uccisa altrove, ma escluderei che l’assassino volesse agevolare il trasporto del corpo, altrimenti non si sarebbe limitato alla testa".

Non sappiamo se il taglio sia la causa della morte o se sia avvenuto dopo. Questo cosa cambierebbe?

"Comprendo il riserbo degli investigatori, ma credo che l’autopsia abbia già dato loro questa risposta. In entrambi gli scenari, tuttavia, doveva esserci un rapporto forte tra Franco Severi e il suo assassino".

Proviamo a spiegare perché.

"Se è vero che il taglio è netto, sappia che non è facile. Franco potrebbe essere stato preso alla sprovvista da qualcuno che conosceva e di cui non aveva timore. Potrebbe aver accettato un appuntamento, trasformatosi in una vera e propria esecuzione. In ogni caso, Franco conosceva il suo carnefice".

E se la testa fosse stata tagliata successivamente?

"Sarebbe stato un modo per sfregiare il cadavere. Sia in questo caso, sia che la decapitazione sia stata pianificata fin dall’inizio, l’assassino voleva umiliare Franco. E questo, per la mia esperienza, riconduce il movento alla sfera personale, a una conoscenza molto stretta".

Intende che è come se avesse voluto firmare l’omicidio?

"È così: la decapitazione è altamente simbolica, è quasi sempre un messaggio. È stato colpito Franco perché qualcun altro capisse. La stessa cosa, se è vero che l’omicidio è avvenuto altrove, si può dire del luogo del ritrovamento: perché riportare la vittima vicina a casa sua?".

Come si spiega però il fatto che la testa non si trovi? L’assassino può averla buttata altrove?

"Non sarebbe ragionevole. Sono passate almeno 24 ore prima del ritrovamento del corpo, in quel lasso di tempo può essere stata spostata da alcuni animali selvatici. È già successo".

Quindi gli investigatori fanno bene a cercarla ancora a Ca’ Seggio?

"Mi sembra l’ipotesi più probabile. Se l’assassino avesse voluto nasconderla, avrebbe fatto sparire tutto il corpo in altro modo".

Se la sente di tracciare un identikit dell’assassino?

"Innanzitutto, partiamo da una forza fisica non comune: un machete o un attrezzo simile è pesante da maneggiare. In secondo luogo, siamo di fronte a una personalità distorta che non si pone limiti nel perseguire i propri scopi. E, come detto, uno che Franco conosceva bene".