Siccità 2022, fiume Po in secca: "Navigazione pericolosa"

AiPo: fondali con meno di 50 centimetri d'acqua, criticitò anche sotto ai ponti. L'Autorità distrettuale: ecco come si è scatenata la tempesta perfetta

Bologna, 22 giugno 2022 - La siccità fa sempre più paura, con il fiume Po sorvegliato speciale dove la mancanza cronica d'acqua "che investe l'intero bacino idrografico del fiume Po sta provocando condizioni molto critiche per la navigazione fluviale".

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Per questo l'Aipo (l'Agenzia interregionale per il fiume Po) sconsiglia la navigazione a motore lungo il "grande fiume" dove ci sono meno di 50 centimetri d'acqua anche in punti all'interno del canale". Inoltre "ci possono essere ulteriori criticità in corrispondenza dei passaggi sotto i ponti, dove può rendersi necessario utilizzare un tracciato diverso rispetto a quello di norma utilizzato e segnalato". 

Barche in secca nel fiume Po (foto Lecci)
Barche in secca nel fiume Po (foto Lecci)

La tempesta perfetta

Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po-MiTE, spiega come si è arrvati a questo punto: "Non è ancora cominciata l'estate e siamo in assenza di risorse idriche, è la tempesta perfetta", dice in un video di aggiornamento sulla situazione di grave siccità del bacino padano. 

Intanto in Emilia Romagna Bonaccini ha firmato lo stato di emergenza per accedere agli stanziamenti nazionali, anche se per ora non è previsto il razionamento dell'acqua. E mentre a Reggio Emilia si parla di crisi straordinaria e si pensa di velocizzare la costruzione della diga, anche nelle Marche la situazione è destinata a peggiorare.

La secca del Po (Ansa)
La secca del Po (Ansa)

L'emergenza siccità è all'attenzione del governo e il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha convocato "questo pomeriggio una riunione con il Mite e la Protezione civile per fare il punto della situazione sui temi dell'agricoltura".

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Perché è la tempesta perfetta

È la tempesta perfetta, spiega, "perché negli ultimi 6-8 mesi la neve dell'inverno ha raggiunto un picco di meno 60-70%", influendo negativamente sullo "stoccaggio dell'acqua necessaria al riempimento dei grandi laghi regolati. Secondo, non piove nel bacino padano da almeno 120 giorni. Terzo, le temperature sono più alte di 3-4 gradi rispetto alla media del periodo".

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Il problema del sale e la portata del Delta

"La soluzione principale - spiega ancora Berselli - è quella di sostenere la portata nel Delta del Po, dove ci sono due fattori determinanti": l'avanzata del cuneo salino e il rischio di scarsità idrica per l'uso potabile che riguarda 750mila persone.   "L'intrusione del sale - spiega - è già entrato per 21 chilometri perché il livello così basso del fiume permette al mare Adriatico in alta marea di penetrare e di cambiare le caratteristiche della falda, che da acqua dolce si trasforma in salmastra", diventando "inutilizzabile per le colture, quindi con un danno ambientale ed economico. Secondo aspetto è che la portata cosi bassa potrebbe influenzare il prelievo per i potabilizzatori che distribuiscono l'acqua nella parte finale del fiume per 750mila utenti".  È l'esigenza di "mitigare questi due problemi", chiarisce Berselli, che ha spinto l'Autorità a chiedere "il semaforo rosso" e di "tagliare per quanto riguarda il comparto agricolo - che fa il 40% del Pil nazionale - un pò di acqua, il 20%". Questo "dai nostri modelli ci consente di sostenere quel livello, quella portata del Po" vitale per scongiurare rischi per l'idropotabile e un'incursione ancora maggiore del cuneo salino.

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I danni all'agricoltura

Intanto l'agricoltura piange: sale a 3 miliardi di euro il conto dei danni causati dalla siccità che assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti, il Po in secca peggio che a Ferragosto, i laghi svuotati e i campi arsi dove i raccolti bruciano sui terreni senz'acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l'acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo.  E' la Coldiretti a tracciare l'ultimo drammatico bilancio di un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate e produzioni agricole devastate. Un panorama rovente che - sottolinea Coldiretti - peggiora con l'ondata di calore che porta le temperature oltre i 40 gradi con le falde sempre più basse mentre si moltiplicano le ordinanze dei comuni per il razionamento dell'acqua. In questa situazione di profonda crisi idrica oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell'acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina l'Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale.   

La norma sulle acque reflue

Intanto a giugno 2023 entrerà in vigore la normativa europea sull'uso delle acque reflue anche in agricoltura. Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, spiega: "L'Italia è a forte rischio infrazione, perché una significativa parte di depuratori non sono adeguati e attualmente le esperienze virtuose di utilizzo sono ancora poche. Non solo: ai forti carichi di sostanze nutrienti ma inquinanti per l'ambiente, come azoto e fosforo presenti nelle acque depurate, si è aggiunto recentemente l'allarme per le microplastiche". Quindi "solo un'accertata, condivisa e preventiva soluzione di questi problemi potrà sviluppare l'uso delle acque reflue in agricoltura e che, secondo alcune stime, potrebbe rappresentare circa un 13% in più di disponibilità idrica".