Stupro Piacenza, la vittima: "Sono disperata, mi hanno riconosciuto da quel video"

Il Gip convalida l'arresto dell'aggressore 27enne: "Senza freni inibitori". L'indagato nega: "Volevo soccorrerla, pensavo stesse male". La sindaca Tarasconi: "Andrò a trovarla se lei lo vorrà"

Stupro, violenza contro le donne: foto generica

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Piacenza, 23 agosto 2022 - Il giudice dopo l'udienza di convalida ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 27enne guineano indagato per aver stuprato una donna in pieno centro a Piacenza. Violenza poi ripresa col telefonino in un video che è girato sui social. Il Gip di Piacenza ha motivato la decisione sottolineando come l'indagato fosse senza freni inibitori e incurante davanti alle grida di aiuto della vittima.

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Intanto, si condensa la polemica politica sul video dello stupro girato sui social. Giorgia Meloni, in apertura di campagna elettorale ad Ancona, ha ribadito che "non ho ragione di scusarmi, se non per avere espresso solidarietà, pubblicando un video totalmente oscurato e pubblicato da un giornale". "Adesso è partita un'indagine, ma temo solo al danno della sottoscritta, come se il video lo avessi girato e pubblicato io. Io non sono stata la fonte della notizia, ma una che lo ha ripreso. Solo che io evidentemente non lo potevo fare perchè sono io", conclude la leader di F'dI.

Di certo questa sovraesposizione non fa bene alla donna ucraina oggetto di tale violenza. "Sono disperata, mi hanno riconosciuta da quel video", ha detto agli inquirenti, parlando per la prima volta dopo l'aggressione subìta e lo choc. La donna lavora in Italia da diversi anni. 

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E la sindaca Katia Tarasconi ripete di essere vicina alla vittima e promette di aiutarla in ogni modo. "Quando ci diranno che la cosa è fattibile andrò a trovarla, se lei lo vorrà", dice mostrando la sensibilità di chi non si vuole intromettere in una vicenda intima, privatissima, scioccante.

Ma le violenze per strada si ripetono: alle 3 di notte di sabato scorso è stata stuprata, in centro a Bologna, una turista di 22 anni.

Il Gip: "Aggressore senza freni inibitori e incurante delle grida"

Nel disporre la custodia cautelare in carcere per il 27enne guineano indagato per violenza sessuale aggravata e lesioni, il Gip di Piacenza Stefano Brusati sottolinea la totale mancanza, in capo all'indagato, di freni inibitori e di come lo stesso sia rimasto del tutto incurante, anche davanti alle grida di aiuto della vittima e del suo tentativo di opporsi agli abusi.

Il giudice inoltre evidenzia come le dichiarazioni dell'arrestato siano state smentite dalle parole della donna e dal video, girato da un residente in un palazzo di via Scalabrini, che riprende i momenti cruenti della violenza. E ritiene verosimile che, se lasciato libero, il 27enne potrebbe contattare la vittima, per intimidirla. Sussiste inoltre il pericolo di fuga e di reiterazione del reato, per l'estrema gravità del fatto e la condotta. 

L'arrestato nega: ecco chi è

Al termine dell'udienza il Gip ha dunque convalidato l'arresto per il 27enne originario della Guinea, accusato di aver violentato in strada, domenica mattina all'alba, una 55enne ucraina. La Procura, con il pm Ornella Chicca, aveva chiesto il carcere, mentre la difesa, avvocata Nadia Fiorani, aveva chiesto la liberazione.

L'arrestato, operaio incensurato, in Italia dal 2014 e richiedente asilo, avrebbe detto di non aver avuto alcuna volontà di fare del male alla donna, ma di essersi avvicinato per soccorrerla, pensando che stesse male e respingendo dunque le accuse. Il giovane, che risiede a Reggio Emilia, ha riferito di aver passato la notte tra sabato e domenica in una discoteca.

L'avvocata d'ufficio spiega: "Il mio assistito non ha visto il video, del quale gli ho riferito l'esistenza e il contenuto. Lui ha comunque scelto di rispondere alle domande del giudice, fornendo una sua versione dei fatti". Il richiedente asilo "ha detto che si è fermato per soccorrere la donna e aiutarla quando è caduta a terra, negando di volerla aggredire e negando intenzioni malvagie su di lei", racconta Fiorani.

L'udienza di convalida si è svolta di fronte al Gip Stefano Brusati, la titolare dell'indagine è la procuratrice Grazia Pradella. "Il Pm ha chiesto la conferma della misura cautelare in carcere, io ho chiesto la liberazione - ha aggiunto l'avvocata d'ufficio - ora il giudice valuterà e si è riservato di prendere le sue decisioni".

Il 27enne risiede, come detto, a Reggio Emilia dove è riconosciuto come "richiedente asilo politico dal 2014 e senza precedenti. Lavora a Piacenza in un magazzino, ha un suo reddito e una sua stabilità". Tutti i giorni dal Reggiano raggiunge il Piacentino.

E proprio a Piacenza "era per una festa con un amico ed era appena uscito da una discoteca" la mattina in cui si è consumata la violenza sessuale. "Lui dice di non avere avuto alcuna intenzione di violentare la donna, io il video l'ha visto - conclude il suo legale - ma preferisco non commentare e mi limito ad assicurare al mio assistito la migliore difesa".

Indagini sul video dello stupro

E mentre la Procura ha avviato un'indagine sulla diffusione del video incriminato, interviene oggi anche il Garante per la protezione dei dati personali, che ha avviato un'istruttoria per accertare eventuali responsabilità da parte dei soggetti che a vario titolo e per finalità diverse vi hanno proceduto e avverte tutti i titolari del trattamento a verificare la sussistenza di idonee basi giuridiche legittimanti tale diffusione. Il Garante si riserva di adottare eventuali provvedimenti di sua competenza.

Le ipotesi di reato

La Procura di Piacenza ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per il reato di 'diffusione senza consenso di materiale riproducente atti sessuali' in relazione al video dello stupro diffuso da alcune testate giornalistiche, siti e dal profilo Facebook di Giorgia Meloni. Sono in corso accertamenti della Questura e della Polizia Postale.

Meloni: "Video su stupro? Non devo scusarmi"

"Non ho ragione di scusarmi, se non per avere espresso solidarietà, pubblicando un video totalmente oscurato e pubblicato da un giornale. Avete chiesto ai colleghi (giornalisti, ndr) perché lo hanno pubblicato?", lo ha detto la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni rispondendo alle domande sulla vicenda del video dello stupro di Piacenza, prima dell'inizio dell'apertura della campagna elettorale ad Ancona. "Io sono molto attenta a questi temi - ha aggiunto -, non è strano che io sia molto più discussa dello stupratore?". "Adesso è partita un'indagine, ma temo solo al danno della sottoscritta, come se il video lo avessi girato e pubblicato io. Io non sono stata la fonte della notizia, ma una che lo ha ripreso. Solo che io evidentemente non lo potevo fare perchè sono io".

La sindaca di Piacenza Katia Tarasconi
La sindaca di Piacenza Katia Tarasconi

La sindaca Tarasconi: "Propaganda senza pietà"

In un'intervista ai nostri giornali, la sindaca di Piacenza dice di non aver visto il video della violenza sessuale avvenuta nella sua città: "Non ho voluto: ma mi auguro vivamente che la vittima non sia riconoscibile - dice - Sarebbe un ulteriore, gravissimo danno per lei. A livello umano dico che io non avrei mai condiviso un video simile, soprattutto dato il contesto delicato ed essendoci delle indagini in corso, ma ognuno ha una sensibilità differente".

Quello "che penso però è che difficilmente chi ha ripreso e condiviso quelle immagini lo avrebbe fatto con altrettanta leggerezza se la vittima fosse stata sua figlia, o sua sorella" sottolinea.

L'uomo responsabile della violenza "è un delinquente, che fortunatamente ora si trova in custodia cautelare, arrestato in flagrante. La mia speranza, sia da donna sia da sindaco, è che paghi per quello che ha fatto, senza sconti o 'cavillì che gli permettano di cavarsela con poco. Ora deve pagare. Anche se c'è del lavoro da fare".

Non si può "mettere la testa sotto la sabbia, qualcosa è andato storto. Il ventisettenne pare fosse un richiedente asilo: perché non era in un centro d'accoglienza? E c'è anche un tema culturale, che va affrontato, ma lontano dal clamore della campagna elettorale. Questo atto è gravissimo a prescindere, non va strumentalizzato". Per quanto riguarda le polemiche, "le persone normali non ne possono più di questo modo di fare politica, in cui si strumentalizza tutto quello che succede per i propri scopi di propaganda. C'è un'indagine in corso, la giustizia farà il suo lavoro. Basta questo"