Tampone rapido e fai da te: uno su due è un falso negativo

La guida ai test antigenici: prezzi, quando farli e quanta fiducia riporre. Tanti virologi ne chiedono il ritiro

Bologna, 26 dicembre 2021 - Più che una corsa è accaparramento: il vero oggetto del desiderio di questo Natale 2021 è il tampone rapido. In farmacia, certo. Ma anche quello ‘fai da te’ che si trova nelle stesse farmacie e, per periodi brevissimi prima dell’esaurimento scorte, anche in alcuni supermercati. I prezzi, come per le mascherine all’inizio della pandemia, sono schizofrenici: c’è chi se ne approfitta, e chi no. Ma spesso vengono venduti in quantità calmierate: non più di due o tre per persona. Eppure, il rischio di ritenersi al sicuro senza fondamento è molto alto, perché - come dimostra anche la vicenda di Jovanotti -  il tasso di falsi negativi è enorme. Uno su due.

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Tampone rapido covid: cosa c'è da sapere
Tampone rapido covid: cosa c'è da sapere

Test rapidi, uno su due è falso negativo

Da uno studio su 332 pazienti, pubblicato sulla rivista Future virology, emerge che il test antigenico rapido per la rilevazione del Covid-19 sbaglia quasi una volta su due, fornendo un alto tasso di falsi negativi.

“La novità di questo studio – spiega Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro ricerche Altamedica di Roma che ha curato lo studio – sta nella assoluta correttezza metodologica che, per primo, ha svelato che i limiti già conosciuti sono in realtà estremamente maggiori. L’enorme numero di falsi negativi che questi test, eseguiti in farmacia o in piccoli studi o laboratori, produce è pericolosissimo perché – sottolinea l’esperto – determina nei soggetti negativi un falso senso di sicurezza”.

Positivo al Covid: cosa fare e quarantena

Perché si chiamano antigenici

I test antigenici rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (Rna) ma tramite le sue proteine, cioè gli antigeni. Per questo comunemente viene anche chiamato test antigenico

Tampone rapido covid, quando farlo

E’ oramai acclarato che è inutile precipitarsi a sottoporsi a un test - antigenico o molecole che sia – appena avuto un contatto sospetto. Nei primi due giorni, infatti, il virus non è rilevabile. Poi, dal terzo giorno, lo diventa solo per i tamponi molecolari e solo successivamente – dopo 72 ore, circa – anche per quelli rapidi, che hanno una sensibilità molto inferiore. A complicare la situazione ci si mette un virus a replicazione molto rapida come è la variante Omicron: un contagiato potrebbe avere un test negativo la sera e uno positivo la mattina seguente.

I test rapidi in farmacia: code lunghissime

Come rileva Altrocomunsumo, fare un test rapido in farmacia potrebbe non essere per nulla semplice. Si va dai 4 giorni di attesa del Piemonte fino ad arrivare ai quasi 6 giorni di Veneto e Lombardia prima di avere un appuntamento per il tampone. Meglio in Campania, Puglia e Sicilia dove l'attesa di soltanto un giorno.

I prezzi

Nelle farmacie, a meno di convenzioni particolari, per fgli adulti il costo è di 15 euro, intorno agli 8 per i ragazzi under 18. Il costo dei fai da te, invece, varia moltissimo: dai 5 ai 15 euro. Su internet se ne trovano davvero di tutti i tipi, ma occorre fare molta attenzione al grado di affidabilità.

Il tampone rapido fai da te

Sono la croce degli esperti, che a più voce ne hanno chiesto l’eliminazione dalla vendita. Prima di tutto, non sono tracciati, quindi lasciano alla coscienza del singolo il comportamento in caso di esito positivo. Naturalmente, la fortissima raccomandazione è segnalare immediatamente che si è stati contagiati e mettere in atto tutte le precauzioni della quarantena, compreso l'auto tracciamento dei propri contatt a rischio.

Ma non solo: l’auto esecuzione del test apre un’ulteriore alea di dubbi: il test è stato eseguito correttamente? La marca, magari acquistata sul web, offre sufficiente affidabilità? Sono tutti dubbi che fanno dormire sonni agitati ai virologi, anche visto l’uso massiccio in vista dei pranzi e delle cene natalizi e per la notte di Capodanno.

"Bloccate i test rapidi"

“Bloccate i tamponi rapidi per non chiudere l’Italia”, è l’appello di Claudio Giorlandino direttore scientifico del Centro ricerche Altamedica di Roma.

“Questa situazione (di altissima circolazione del virus, ndr) è complicata da un uso smodato dei tamponi rapidi che di fatto, in condizioni di alta trasmissione, sono un elemento veramente pericoloso", ha sentenziato Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova.

“Sono test con una sensibilità estremamente bassa, tanto che i casi positivi sono attualmente rilevati dallo 0,2% dei test rapidi e dal 6% dei molecolari.Inoltre, abbiamo oltre il 50% di falsi negativi”, è la sentenza del virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca.

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