Tamponi Covid: Marche fanalino di coda. "Screening di massa? Impossibile"

L’assessore Saltamartini mette a tacere tutte le voci che vorrebbero un test sul modello Alto Adige: "Non abbiamo personale"

Neanche i drive through hanno risolto ad Ancona il problema del basso numero di tamponi

Neanche i drive through hanno risolto ad Ancona il problema del basso numero di tamponi

Ancona, 25 novembre 2020 - Le Marche, praticamente fanalino di coda sul numero di tamponi effettuati, cercano di rialzare la testa. In effetti, per quanto riguarda le statistiche prodotte e pubblicate ogni giorno dal Gores, stiamo parlando di numeri fortemente limitati e che non rendono appieno la realtà della situazione. Nella nostra regione si fanno pochi tamponi e questa evidenza si è notevolmente caratterizzata nell’ultimo periodo, con le Marche che si vanno a piazzare al terz’ultimo posto nazionale. Il Molise, regione meno popolosa e meno colpita della nostra, ha saputo fare meglio.

Da qui la reazione dei vertici della sanità regionale, a partire dall’assessore Filippo Saltamartini, che, preso atto del problema, ha annunciato una serie di interventi. Per ora, tuttavia, nessun provvedimento è pronto ad entrare in servizio. Nei giorni scorsi era circolata la voce che le Marche potessero svolgere tamponi a tappeto su gran parte della popolazione, seguendo ciò che lo scorso fine settimana ha fatto la provincia autonoma di Bolzano. Il tutto attraverso un programma mirato e con un enorme sforzo organizzativo.

La voce non è stata confermata, difficile passare da numeri esigui ad altri molto sostanziosi. Dall’inizio di novembre ad oggi, nelle Marche sono stati processati circa 40mila tamponi dei quali più o meno 15mila in provincia di Ancona. Difficile pensare a un cambio di marcia per applicare il tampone su alcune centinaia di migliaia di persone. Tornando alle misure immediatamente applicabili, ieri l’assessore Saltamartini ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito ai tamponi durante la seduta del consiglio regionale.

A partire dalle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, il cui compito principale è quello di effettuare tamponi a domicilio per verificare le positività de sintomatici. Usca che, stando all’assessore, aumenteranno da 23 a 32 squadre. E poi la richiesta al governo di poter utilizzare anche infermieri e altri sanitari per effettuare i tamponi alla luce delle esigue forze disponibili. Così come quello di aumentare il numero di laboratori privati dove effettuare quelli molecolari. Praticabile anche l’ipotesi di auto-test rapidi, seguendo l’esempio del Veneto e del suo presidente, Luca Zaia, che il tampone lo ha provato in diretta Facebook.

Saltamartini ha confermato la necessità di accelerare: "Tamponi a tappeto sulla popolazione? In questa fase non credo sia possibile, servirebbero strutture e personale per farlo – ammette Saltamartini –. Speriamo poter concludere in settimana l’accordo con medici di famiglia e anche con le farmacie. Abbiamo chiesto al Servizio Sanità di valutare se i presidi fai da te ‘auto-test’ adottati in Veneto, possano essere venduti anche nelle nostre farmacie. Sul fronte Usca, le unità speciali per la continuità assistenziale, potrebbero aumentare a 32 equipaggi dagli iniziali 23. Stiamo cercando di implementarli con l’assunzione di personale infermieristico che si sta laureando".

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