Tamponi rapidi covid arrivati in Emilia Romagna. Cosa sono e come funzionano

Esito in 15 minuti. Saranno usati per i controlli con i contatti stretti, per lo screening a scuola, per le case di riposo per anziani e per i viaggiatori

Tampone rapido Covid disponibile in Emilia Romagna dal 6 novembre

Tampone rapido Covid disponibile in Emilia Romagna dal 6 novembre

Bologna, 6 novembre 2020 - Sono arrivati in Emilia Romagna i tamponi rapidi per individuare il Coronavirus, utili a sapere se si è positivi al Covid-19 in un quarto d’ora dall’effettuazione del test. Ecco dunque un milione di tamponi antigenici rapidi utili a "contenere, in maniera ancora più efficace e veloce la diffusione del contagi", ed è solo il primo lotto di una fornitura complessiva che si avvicina ai 2 milioni di test.

Saranno utilizzati per la chiusura delle quarantene dei contatti stretti, gli arrivi in aeroporto, gli screening nelle scuole e tra gli operatori e i visitatori delle Cra e delle altre strutture socio-sanitarie e altri 250mila tamponi rapidi forniti ai datori di lavoro sottoscrittori del Patto per il lavoro con la Regione, che avranno la possibilità di far svolgere il test a proprio carico, per quanto riguarda le spese di esecuzione, nelle strutture sanitarie accreditate.

Tamponi rapidi, cosa sono e come funzionano

Ma cosa sono e come funzionano i tamponi rapidi oggi a disposizione in Emilia Romagna? "Il tampone rapido è un tampone naso faringeo che non necessita di replicazione in laboratorio e che perciò in circa 15 minuti può rilevare l'infezione, ma non dare la diagnosi da Covid per ora – ha spiegato l'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini –. Perciò stiamo chiedendo al Governo che dal tampone rapido possa effettuarsi anche la diagnosi, poiché per ora il test in questione sostanzialmente va a trovare l’antigene del virus e non l’interno della molecola. Con l'upgrade richiesto potremmo invece mettere in campo un contact tracing ancora più efficace, affidando alla positività del tampone rapido anche la diagnosi da Covid".

Una richiesta che accoglie favorevolmente anche Cristina Mussini, direttrice della struttura complessa di Malattie infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena: "Il tampone rapido va a cercare una molecola della superficie del virus ed è perciò molto sensibile. Così come il tampone non rapido è ancora più sensibile poiché va a scovare l'rna del virus".

Un'arma in più contro il contagio

 "Questa prima fornitura da un milione di test rapidi rappresenta un altro importantissimo strumento per prevenire e circoscrivere in modo più veloce la diffusione del virus e aiutarci nel potenziamento di un contact tracing fondamentale per porre un argine all'andamento epidemiologico", commenta l'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini.

Sono due i canali di approvvigionamento dei tamponi rapidi che saranno distribuiti in Emilia-Romagna, in totale 1.865.550: 44.880 sono forniti dalla struttura commissariale nazionale - di cui 19.200 arrivati a inizio novembre e 25.600 in arrivo -, i restanti 1.820.750 sono il frutto della gara che la Regione Emilia-Romagna ha indetto insieme alla Regione Veneto; di questi, 970.000 sono già in distribuzione.

La prima fornitura di tamponi garantita dal Governo è stata suddivisa in maniera omogenea tra le 8 Aziende sanitarie, che ne hanno ricevuti 2.400 ciascuna; i test ottenuti tramite gara saranno invece assegnati sui territori secondo una ripartizione che tiene conto della popolazione residente e dei diversi fabbisogni. 

Donini: "Vietato abbassare la guardia"

Nel punto settimanale sull’andamento epidemiologico in Emilia Romagna, tenuto da Donini in diretta Fb in compagnia di Cristina Mussini, l'assessore dichiara: "Con oggi rileviamo un calo dell’indice di trasmissione del virus Rt in Regione rispetto alla settimana scorsa – ha spiegato l’assessore Donini –. Da 1.63 siamo passati infatti a 1.57, per una percentuale di positivi per tamponi eseguiti del 9.4%, inferiore rispetto alla media nazionale. Questo, unitamente alla collocazione dell’Emilia Romagna in zona gialla non ci deve tuttavia fare abbassare la guardia, poiché sebbene l’invariato numero di pazienti in terapia intensiva – 177 – non desti ancora preoccupazione in termini di saturazione, al contrario le 1673 persone ricoverate nei reparti Covid - +85 rispetto a ieri – iniziano ad essere una popolazione importante".

Una guardia che si alza come la mascherina fra i banchi di scuola, con l’entrata in vigore di indossarla per tutti gli studenti che svolgano ancora la didattica in presenza.