In Emilia Romagna tamponi rapidi dal pediatra e dai medici di base. Ecco come funziona

Prenotazione, presa in carico dei pazienti e sorveglianza attiva nei casi a rischio: tutte le modalità nell'accordo siglato con la Regione. Bonaccini: "Un passo importante per contenere l'epidemia"

I medici di base potranno fare i tamponi rapidi

I medici di base potranno fare i tamponi rapidi

Bologna, 19 novembre 2020 - Siglato l'accordo tra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta  e la Regione Emilia Romagna sui tamponi rapidi per scovare il Coronavirus ai contatti stretti asintomatici. “Con questa intesa – spiega Fabio Maria Vespa, segretario regionale Fimmg , i medici di famiglia, insieme a tutti i medici che operano sul territorio e i colleghi in formazione, potranno dare una mano per affrontare la pandemia. Con i tamponi rapidi si potranno testare pazienti asintomatici nelle strutture messe a disposizione dalle Ausl o, qualora idonei, anche negli studi dei medici di famiglia”.

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Tamponi rapidi quindi anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta dell’Emilia-Romagna. Il provvedimento, operativo tra pochi giorni e che durerà – salvo ulteriori proroghe – fino al 31 dicembre 2020, è frutto di un duplice accordo siglato oggi della Regione: con Fimmg (per i medici di medicina generale) e con Fimp e Federazione Cipe-Sispe-Sinspe (per i pediatri di libera scelta).

Una mossa, dunque, per mettere a disposizione gli strumenti per allargare il tracciamento dei casi positivi, a partire dai test rapidi.

La scorsa settimana, l'assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, aveva spiegato che la Giunta avrebbe deliberato “un accordo coi medici di medicina generale, integrativo a quello nazionale, per cui potranno avere strumenti come il saturimetro e potranno testare col tampone rapido i contatti stretti dei casi asintomatici”.

Pronti 45mila tamponi rapidi e i dispositivi di protezione personale

I quasi 45mila tamponi antigenici rapidi, forniti all’Emilia-Romagna dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai dispositivi di protezione individuale, sono già stati distribuiti nei magazzini delle singole Aziende Usl e a brevissimo verranno consegnati a medici e pediatri.

Bonaccini: "Un passo importante per contenere l'epidemia"

“Un passo molto importante per rafforzare l’attività di indagine epidemiologica - commentano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Ringraziamo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per la disponibilità dimostrata, perché il loro impegno è prezioso e di grande rilevanza: i tamponi rapidi antigenici sono un utile strumento per contenere l’epidemia, fornire alla popolazione una risposta tempestiva e una conseguente presa in carico rispetto alla diagnosi nel caso ci sia il sospetto di Covid-19”. “In questa situazione così critica- concludono Bonaccini e Donini- è fondamentale unire le forze e fare squadra”.

Le intese siglate dalla Regione danno attuazione agli accordi collettivi nazionali del 30 ottobre 2020, che contengono disposizioni per il potenziamento dei servizi erogati dalla medicina e dalla pediatria generale nell’attività di indagine epidemiologica attraverso l’accertamento diagnostico. Con un obiettivo preciso: contribuire a identificare rapidamente i focolai e a isolare i casi.

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Ecco come prenotare i tamponi rapidi dai medici di medicina generale

I pazienti dovranno prenotare dopo aver fatto un triage telefonico. Potranno fare il test dal proprio medico di medicina generale - qualora operi nel proprio studio - i contatti stretti asintomatici individuati dal medico stesso oppure segnalati dal Dipartimento di Sanità pubblica in attesa di tampone rapido; e i casi sospetti di contatto che il medico di medicina generale si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido.

Qualora il medico operi in strutture rese disponibili dall’Azienda sanitaria (per esempio, in una Casa della salute), gli si potrà chiedere di ampliare il proprio target anche agli assistiti di altri medici di medicina generale, nello specifico a contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica Igiene e Prevenzione al medico individuato.

Quali medici possono effettuarli

I medici titolari di incarichi temporanei, provvisori, di sostituzione a breve o lungo temine (compresi i medici che frequentano il corso di formazione specifica), eseguono e rendicontano le attività relative ai test con le stesse modalità dei titolari.

Nelle strutture rese disponibili dall’Azienda Usl fanno test diagnostici, in caso di necessità, anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), i medici di emergenza sanitaria territoriale (ad esempio, nel 118), i medici della medicina dei servizi (come quelli che operano negli istituti penitenziari) e i medici impegnati nelle attività territoriali programmate.

Dove verranno effettuati

Le Aziende Usl forniscono il proprio supporto attraverso l’individuazione e l’organizzazione delle sedi idonee dove effettuare i test rapidi qualora i medici di assistenza primaria non possano eseguirli nel proprio studio. Potrà anche essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza, con modalità definite a livello aziendale tramite specifici accordi.

Fornitura dei test e di mascherine, guanti, visiere e camici 

La fornitura dei tamponi antigenici rapidi, o di altro test previsto nell’accordo collettivo nazionale è assicurata ai medici dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, visiere e camici). Tutto il materiale (test e dispositivi) è già stato fornito ai centri logistici indicati dalla Regione, e di qui ai magazzini delle Aziende Usl. Le modalità di consegna ai medici viene stabilita a livello aziendale. Ai medici che non effettuano i tamponi in studio, saranno in ogni caso assicurati dispositivi di protezione individuale necessari.

Cosa succede in caso di tampone positivo

In caso di esito positivo, il medico lo comunica al paziente e lo informa sul percorso da seguire. Il medico si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale Sole, in modo da registrare l’esito positivo; ciò anche al fine di segnalare il caso al Dipartimento di Salute pubblica. Il medico valuta, quindi, le condizioni cliniche del paziente, e lo informa sull’obbligo di rispettare l’isolamento al domicilio, ovvero di continuare il proprio stato di quarantena in attesa dell’esito del tampone di conferma (molecolare). Il medico prende dunque in carico il paziente e gli fornisce le indicazioni opportune da seguire. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale Sole e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

Presa in carico dei pazienti

I medici di medicina generale prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena - con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) - fornendo ai soggetti interessati le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico, i soggetti che necessitano di un maggior supporto, nello specifico i pazienti a rischio di complicazioni.

I tamponi rapidi dai pediatri

I pediatri di libera scelta utilizzano i tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti. Sia che operi nel proprio studio (anche per gli assistiti di altri pediatri) o che si trovi ad operare in strutture rese disponibili dall’Azienda Usl, il pediatra esegue i test antigenici su prenotazione e dopo aver fatto un triage telefonico prioritariamente per i contatti stretti asintomatici - alla prima data utile dopo la scadenza dell’isolamento - identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica al medico individuato (è il target privilegiato); per i contatti stretti asintomatici individuati dal pediatra; per i casi sospetti di contatto che il pediatra visita e decide di sottoporre a test rapido.

Anche in questo caso, come per i medici di medicina generale, le Aziende Usl forniscono il proprio supporto preferibilmente attraverso l’individuazione delle sedi idonee ove effettuare i test rapidi qualora i pediatri di libera scelta siano impossibilitati a eseguirli nel proprio studio. Potrà essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza. In considerazione delle possibili difficoltà di esecuzione dei tamponi nella fascia di età pediatrica, le Aziende Usl forniranno personale di supporto in base alle necessità. La fornitura dei test e dei dispositivi di protezione individuale (Dpi), come per i medici di medicina generale, sono a carico del Commissario per l’emergenza Covid-19.

Come viene gestito dai pediatri l'esito dei test

In caso di esito positivo, il pediatra comunica l’esito ai genitori o familiari del paziente, informandoli sul percorso da seguire. Si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale Sole per registrare l’esito, valuta le condizioni cliniche e raccomanda fortemente l’isolamento al domicilio in attesa dell’esito del tampone di conferma, quando previsto. Il pediatra prende in carico il paziente e fornisce le opportune indicazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire nel periodo in oggetto. Nel caso in cui il pediatra effettui un tampone su un paziente che non risulti tra le scelte in carico, comunicherà al pediatra del bambino l’esito e quest'ultimo prenderà in carico il suo paziente. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

Sorveglianza attiva del pediatra nei casi di bimbi a maggior rischio di complicazioni

I pediatri di libera scelta prendono quindi in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena, con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca), fornendo alle famiglie interessate le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico quotidiano, i bambini/ragazzi che necessitano di un maggior supporto, nello specifico quelli a maggior rischio di complicazioni.