Terremoto Cesenatico e la faglia in Romagna: cosa sappiamo

Quali sono i sismi con la magnitudo più elevata registrata finora e cosa ci si può aspettare in futuro, in base ai dati e alla storia. Intervista a Paride Antolini, Presidente dell'Ordine Geologi regionale

Cesenatico, 16 marzo 2023 - Un'altra scossa di terremoto (di magnitudo 3.0) si è registrata questa mattina alle 6.34 a Cesenatico: all'incirca la stessa zona in cui la terra ha tremato a gennaio. E infatti, "la scossa di stamattina a Cesenatico ricalca la posizione dei sismi di gennaio", conferma Paride Antolini, Presidente dell'Ordine Geologi dell'Emilia-Romagna e "per noi è una zona interessante, perché ci permette di trarre informazioni e dati per conoscere meglio il territorio in previsioni anche del futuro. Se vediamo la storia, in pianura le magnitudo sono solitamente inferiori rispetto alle zone appenniniche, ma nel 1916 ci fu uno dei terremoti più forti vicino alla costa. Fu quello di Rimini, che raggiunse la magnitudo di 5.8".

Allora come al giorno d'oggi non è possibile prevedere una scossa di terremoto e quando questa avviene ci sono paura e preoccupazione.

Professore, vista la sismicità nota dell'Emilia-Romagna, ma anche la recente scossa a Umbertide (in Umbria) la settimana scorsa, viene da chiedersi se ci sia correlazione tra i due terremoti.

"No, si tratta di due contesti geodinamici diversi. La struttura italica è caratterizzata da una continua evoluzione del sottosuolo. Perciò è normale avere terremoti ravvicinati, ma non collegati. Anche perché le faglie dell'Appennino centrale hanno caratteristiche diverse da quelle di Cesenatico".

Che tipo di faglia è quella sotto le località di Cesenatico e Gambettola (dove si sono registrate alcune delle scosse di gennaio)?

“La scossa di stamattina a Cesenatico ha avuto una profondità di 26 km. C’è una faglia che, se la si osserva sulla cartina, sembra una linea retta che parte a nord da Cesenatico e arriva a sud di Riccione, poi ce n’è un’altra sulla costa marchigiana, all’incirca da Pesaro in giù. Nella zona pianeggiante della Romagna c’è un’evoluzione tra Appennino emerso e Appennino sepolto, poi c’è un’evoluzione dell’Appennino marchigiano a sud di Rimini. Questi terremoti che sentiamo derivano dal movimento di questa faglia, chiamata ‘trascorrente’. In sostanza, ci sono due lembi di terra che scorrono l’uno di fronte all’altro. Sono faglie diverse da quelle per esempio dell’Emilia che, invece, sono ‘compressive’”.

La faglia di Cesenatico rientra in questo dinamismo?

"Finora non ci eravamo molto accorti della faglia di Cesenatico, anche perché possiamo scrivere di terremoti da circa mille anni. Ma geologicamente mille anni non sono nulla. Queste scosse ci permettono di approfondire i nostri studi e di raccogliere dati per conoscere meglio il nostro territorio”.

La magnitudo di un terremoto può cambiare in base alla tipologia di faglia?

"La magnitudo più che altro dipende dalle dimensioni, ma anche dalla profondità e dalla lunghezza di una faglia. È chiaro che più una faglia è profonda e grande, più il terremoto può essere forte”.

In Romagna si sono mai registrati terremoti superiori a una magnitudo di 6?

"Storicamente i terremoti più forti si sono avvicinati a 6 (5.5, 5.7, 5.8) a inizio secolo, ma non sono stati superiori. Uno dei più forti in passato è stato quello di Santa Sofia, che si è avvicinato a 6 appunto. C’è da dire che con una magnitudo del genere il terremoto provocherebbe forti danni, ma tutto dipende dalle costruzioni e da quanto sono salde”.

Siamo in grado di scongiurare terremoti più forti quindi?

"La Romagna è una zona sismica come sappiamo, ma come racconta la storia non sono previsti sismi di magnitudo superiore, anche perché è quello che ci dicono i dati raccolti finora, sul presupposto delle faglie presenti sul territorio e delle loro caratteristiche strutturali”.