Terza dose: quando farla e quando fa effetto

L'intervista all'esperto chiarisce i dubbi sugli effetti collaterali e sui vantaggi della scelta eterologa. "La quarta somministrazione? Molto probabile"

Per approfondire:

Bologna, 11 dicembre 2021 - Terza dose senza più segreti, in attesa dell'approvazione dei nuovi vaccini anche in Europa e in Italia. Abbiamo rivolto le domande che molti si chiedono prima di prenotare o andare in un centro vaccinale a Lorenzo Roti, direttore sanitario dell'Ausl di Bologna, medico e specializzato in Igiene e medicina preventiva. 

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Terza dose: quando farla ed effetti collaterali
Terza dose: quando farla ed effetti collaterali

Lei ha già fatto la terza dose?

"Sì, senza alcuna esitazione, per proteggere me stesso, i miei cari e la comunità dove vivo e lavoro".

Quando fare la terza dose?

"Tenuto conto della condizione di aumentata circolazione virale nel periodo invernale e della ripresa della curva epidemica e in un’ottica di massima precauzione, l’indicazione è di procedere alla somministrazione di una terza dose di richiamo (booster) dopo 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Infatti, le stime di efficacia vaccinale dell’Istituto superiore di sanità relative al periodo dal 4 aprile - approssimativamente la data in cui la vaccinazione è stata estesa alla popolazione generale - al 24 novembre 2021, hanno evidenziato che dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario, l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi (sintomatica o asintomatica) di Covid-19 scende dal 72% al 40% rispetto ai non vaccinati. Rimane, invece, elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 91% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’81% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati".

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Come avviene la scelta del booster da somministrare?

"I vaccini autorizzati in Italia per la dose di richiamo sono i due vaccini a mRna: Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna). Entrambi possono essere utilizzati per il richiamo indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato: sia che il ciclo primario di vaccinazione sia stato eseguito con vaccino adenovirale (Vaxzevria o Covid-19 Vaccine Janssen) sia nel caso in cui per le prime due dosi sia stato utilizzato l’altro vaccino a mRna, procedendo quindi alla somministrazione di una dose di richiamo con il tipo diverso di vaccino a mRna, chiamata eterologa. Questa interscambiabilità tra i due vaccini per il richiamo, ci permette di essere flessibili e offrire, anche in base alle scorte a disposizione, uno dei due vaccini a mRna nei dosaggi autorizzati per il “booster”: ossia 30 mcg in 0,3 mL per Pfizer/BioNTech (dose intera) oppure 50 mcg in 0,25 mL per Moderna (mezza dose).

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Può ricorrere alla vaccinazione eterologa anche chi ha ricevuto Astrazeneca nel ciclo primario?

"Sì, naturalmente parliamo di booster, perché a chi ha fatto la prima dose Astrazeneca e ha meno di 60 anni si consiglia fare la seconda con vaccino a mRna, ma ormai è una casistica quasi estinta".

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Con questi incroci ci possono essere dei vantaggi?

"Ci sono diversi studi scientifici che hanno studiato gli effetti della vaccinazione eterologa e, proprio sulla base di questi, il 7 dicembre 2021 l’Ema e l’Ecdc hanno diramato una serie di raccomandazioni su come utilizzare la vaccinazione eterologa, alternando vaccini mRna a vaccini adenovirali o anche due vaccini mRna diversi. Le due istituzioni hanno dichiarato che le prove disponibili finora con diversi tipi di vaccini autorizzati indicano che un richiamo eterologo sembra buono o migliore in termini di risposte immunitarie rispetto a un richiamo omologo. Tra le combinazioni di booster eterologhe, il potenziamento con un mRna dopo una serie primaria di vettori è più immunogenico, ossia è capace di produrre una risposta immunitaria più forte del contrario. Inoltre, il profilo di sicurezza delle combinazioni di richiamo eterologhe e omologhe rimane comparabile sulla base dei dati disponibili".

Quando inizia la copertura? Con le prime dosi occorrevano due settimane, con il booster?

"La dose booster è un potenziamento della risposta immunitaria già sviluppata con il ciclo vaccinale primario e ha il compito di rinforzare la protezione e renderla più prolungata. Pertanto, è improprio parlare di inizio di copertura, ma come per la seconda dose tale potenziamento può avere effetto dopo 1-2 settimane dalla vaccinazione booster".

Perché di Moderna si fa mezza dose?

"La dose booster del vaccino Moderna è stata autorizzata come mezza dose rispetto a quella utilizzata nel ciclo primario sulla base della composizione del vaccino e del dosaggio del principio attivo  contenuto (dose intera: 100 microgrammi Mrna; mezza dose: 50 microgrammi mRna)".

È vero che Moderna molto più spesso di Pfizer dà la febbre come reazione?

"La febbre è tra le reazioni molto comuni, può interessare più di 1 persona su 10, sia per Pfizer sia per Moderna e non sono state rilevate particolari differenze tra i due vaccini".

Andremo verso la quarta dose?

"È molto probabile. Potrebbe diventare un richiamo annuale come per influenza. Intanto, dovremo attendere i risultati degli studi, vedere quanto dura l'immunità del ciclo completo con 3 dosi e poi valutare quando ci sarà bisogno della quarta".