Test sierologici, i medici. "Regole certe a tutela dei cittadini"

Vespa (Fimmg): "Dovrà essere il laboratorio a informare l’igiene pubblica. Tamponi in tempi rapidi"

Dottor Fabio Maria Vespa

Dottor Fabio Maria Vespa

Bologna, 9 maggio 2020 -  Covid, conto alla rovescia per l'avvio dei test sierologici. I laboratori accreditati potranno eseguirli, a patto che il paziente abbia ricevuto la prescrizione del medico sul telefono oppure via posta elettronica, quindi si può saltare il passaggio in ambulatorio. Senza ricetta bianca niente da fare, niente conta degli anticorpi. Costo 55 euro, tutto compreso, per il test specifico (25 euro più 5 di prelievo per il test rapido, meno sensibile). Tutto lineare? Macché, ci sono ancora incertezze. Ne parliamo con Fabio Maria Vespa, segretario Fimmg (federazione medici di medicina generale) dell'Emilia Romagna, reduce da un incontro a livello regionale.

Dottore, quali sono i dubbi? “Va bene indicare i laboratori che eseguono test sierologici, ma poi? La Regione deve mettere nero su bianco un testo o un decreto. Perché il medico deve valutare se la richiesta di test è appropriata. Mancano istruzioni sulla procedura”.

Che meccanismo si innesca rivolgendosi al laboratorio? “Ovviamente il medico deve condividere l'utilità della scelta della prescrizione, avvertire il paziente sulle conseguenze cui andrà incontro nel caso in cui il referto dovesse risultare positivo o negativo, c'è il rischio di interpretare i risultati in modo molto sbagliato”.

E se la sospetta infezione viene confermata scatta la quarantena? “In caso di positività al virus Sars-CoV-2 noi diciamo che il laboratorio, non il medico di famiglia, deve dare l'allerta all'igiene pubblica. Però da quel momento il paziente deve sapere che sarà chiuso in casa, non in malattia, non sarà coperto dall'Inps. Se positivo dovrà aspettare il tampone secondo tempi e modi che ancora non conosciamo”. 

Questo è quello che chiedete alla Regione? “Chiediamo che sia chiaro il percorso, cioè che nel caso l'Igiene pubblica sia allertata immediatamente dal laboratorio, segnalare le malattie infettive è un obbligo di legge. Secondo, nel decreto il paziente deve sapere che in caso di positività finisce in isolamento. Terzo punto, chiediamo tamponi in tempi brevi, non possiamo sostenere dei pazienti che stanno bene chiusi in casa per un periodo lungo senza motivazioni sostanziali, sapendo che non sono in malattia. Avere una sierologia positiva non significa essere malati di Coronavirus”.

Con gli anticorpi IgG perché il medico dovrebbe mettermi in isolamento? Potrei essere guarito senza conseguenze.

“Ma resta il dubbio, lei potrebbe essere portatore asintomatico dell'agente patogeno, quindi deve stare in isolamento in attesa che l'atto pubblico di polizia sanitaria venga espletato. C'è una responsabilità”.

Che cosa vi attendete dall'Assessorato regionale alla Sanità? “Io non so come uscirà la delibera, ma auspichiamo che i pazienti siano consapevoli, sulla base di quella, che in caso di positività devono stare a casa, chiudersi. Auspichiamo una campagna informativa sui test sierologici, oltre al calmieramento dei prezzi”. 

Queste considerazioni valgono anche nei luoghi di lavoro? “In questi casi, le aziende hanno il medico competente che decide”.