"Togliti oppure uccido anche te" Il papà assassino e la fuga del figlio

L’interrogatorio del pensionato davanti al giudice: "Quelle due mi vessavano e ho iniziato a sparare"

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CASTELFRANCO (Modena)

Ha rincorso la figlia in giardino e, dopo averle sparato contro due colpi, l’ha finita sparandole in testa, mentre la ragazza cercava disperatamente di scavalcare la recinzione nel tentativo di raggiungere il cortile della vicina di casa. Dopo di che ha seguito le tracce di sangue lasciate dalla moglie, già raggiunta da un proiettile, all’interno dell’abitazione, per poi raggiungerla nella camera da letto del figlio minorenne. "Spostati o sparo anche a te", ha detto al ragazzo, agitando in aria il fucile a canne mozze. Mentre il 17enne, terrorizzato, alzava le braccia al cielo Salvatore Montefusco sparava altri colpi ravvicinati contro la seconda vittima, ammazzandola. È l’agghiacciante ricostruzione del duplice femminicidio di Cavazzona di Castelfranco Emilia, nel modenese, fornita ieri dal pensionato 69enne Salvatore Montefusco davanti al gip Eleonora Pirillo e al proprio legale, Marco Rossi. Il giudice ieri ha convalidato l’arresto per duplice omicidio pluriaggravato dal grado di parentela con la moglie, Gabriela Trandafir, 47 anni e dalla convivenza con la figlia di lei, Renata, 22, e ha disposto per l’ex imprenditore edile la custodia cautelare in carcere. Ieri l’indagato ha ricostruito con dovizia di particolari la mattinata di lunedì, sottoponendo al giudice dettagli raccapriccianti di quella mattanza e delle sue origini, una trama più da film horror che da vita reale. "Ora mi dite voi chi va via da questa casa" ha gridato Montefusco alle due donne, prima di iniziare a sparare nel cortile della villetta. Una volta ammazzate le vittime, il 69enne si è diretto in auto in un bar del paese chiedendo alla barista di preparargli il caffè e comporre il numero dei carabinieri. Nel percorrere la strada l’uomo ha spiegato di aver incrociato il figlio, che pare stesse facendo l’autostop per salvarsi. Nel capo di imputazione al pensionato non viene contestata la premeditazione: Montefusco ha spiegato di aver recuperato l’arma dopo essere stato "sbeffeggiato" dalle due vittime. Quel giorno Gabriela e la figlia Renata si erano recate dal proprio legale in vista, l’indomani, della prima udienza per la separazione. "Quando sono entrate in casa mi hanno ripetuto ridendo – ha raccontato ieri l’assassino – che finalmente me ne sarei andato. A quel punto ho raggiunto la mensola coperta dalla tettoia, in giardino, e ho afferrato il fucile. Probabilmente hanno pensato che stessi liberando il cane, così mi sono avvicinato a loro nascondendo l’arma dietro alla schiena. Poi glielo ho puntato contro: ’Ora mi dite voi chi va via da questa casa’ e ho iniziato a sparare. Ma senza mirare".

Valentina Reggiani